CAPITOLO 28

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POV'S ELENA

Il fruscio del vento entra dalle finestre aperte di una classe come tante altre, sul banco i finti appunti che sto tentando di prendere, con scarso successo ovviamente.
Osservo il cielo, sorprendentemente soleggiato rispetto ai giorni precedenti.
Forse osservare è dire troppo, ci provo, ma la mia testa non si trova qui.
Vedo le poche lentiggini sul suo viso, i suoi occhi scuri nei quali vedevo il mio riflesso, quelli che mi mostravano tutto quello che credevo fosse amore per me, vedo le sue labbra morbide, le sento sopra alle mie mentre mi trasmettono una passione mai provata prima, ricordo il suo profumo mischiato con il mio quando dopo una delle tante notti magnifiche passate donandoci i nostri corpi a vicenda, ci svegliavamo inisieme, io con la testa appoggiata al suo petto nudo.

La porta si apre ed entra in classe Tina, una delle tante bidelle della nostra scuola, dovrà dare una comunicazione, ma in mano tiene solo un piccolo foglietto.

< buongiorno prof. devo portare in presidenza la signorina Cassio > comunica al professore per poi cercarmi con lo sguardo.
Spalanco gli occhi incredula, non ho fatto nulla alla fine per dover parlare con la preside.
Il prof. mi da il consenso di andare, mi alzo svogliatamente dalla sedia e seguo la bidella.

Mi siedo su una poltroncina in attesa che la porta della presidenza si apri.
Mi tremano le gambe e anche le mani, ho già così tanti pensieri per la testa e adesso se ne si aggiungono molti altri.

< signorina Cassio? > chiede la preside posizionandosi di fronte a me.

< sì, sono io >

< venga >

Entriamo dentro una stanza abbastanza grande e mi siedo di fronte alla scrivania.
Ci sono diversi fogli sparsi su quest'ultima, la donna bionda, sulla cinquantina ne guarda alcuni per poi passare lo sguardo su di me.

< lei è un'ottima studentessa, nonostante sia più giovane dei suoi compagni > inizia ad instaurare un discorso con me < ma ho notato che in queste due ultime settimane i suoi voti sono calati un po' >
Chissà come mai... dovrei smetterla di fare finta, ormai lo sanno persino i muri di casa mia per quale motivo io non riesca più a studiare come prima e un piccolo suggerimento nella mia testa dice che il nucleo dei miei pensieri è una persona di nome Niccolò.

< ma non è qui per questo > annuisco un po' confusa.
< l'ho fatta chiamare perché un po' di tempo fa è arrivata quarta ad uno dei nostri concorsi >

< sì ricordo >

< bene, una partecipante si è ritirata, perciò automaticamente passa lei > credo che mi si siano illuminati gli occhi per la prima volta da quando ho lasciato Niccolò, forse ora che ci penso dovrei dargli modo di spiegarmi cosa è successo, ma devo pensarci un po' su.
< ovviamente però, dovrà cercare di recuperare i voti negativi >

< d'accordo, ci riuscirò > rispondo entusiasta.

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Sono appena arrivata fuori dal mio palazzo, la cartella sulle mie spalle è fin troppo pesante e il mio stomaco brontola continuamente.
Oggi a casa non c'è nessuno, ciò significa nulla da mangiare ed ore ed ore di tranquillità nelle quali piangere senza che qualcuni venga ad indagare.

< ciao tesoro > richiama la mia attenzione Anna < forza sali da me >
Mi comunica dal balcone.

< non mi sembra appropriato... > urlo per farmi sentire.

Ritrova I Tuoi Passi... [COMPLETA]Where stories live. Discover now