CAPITOLO 38

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POV'S NICCOLÒ

< che succede? > le chiedo abbastanza preoccupato.
È da qualche giorno che lamenta diversi dolori, dalle gambe alla testa e ho sempre cercato di mantenere la calma.
Lei difatti non ha mai manifestato chiaramente il suo stare male, ma dopo questo non posso più chiudere un occhio, non ci riesco proprio.

Rimane inginocchiata al pavimento, le mani sopra le gambe e le palpebre chiuse.
Provo nuovamente a fare la domanda.

< cosa sta succedendo? > provo con più calma e con un tono di voce basso e amorevole il più possibile.

< non lo so... > risponde lei sincera, ha ancora una forte nausea.
Le accarezzo la schiena e le tengo i capelli.
Non è che la scena mi stia facendo impazzire, ma non voglio lasciarla da sola.
Sopratutto adesso nel momento del bisogno, in cui ha bisogno del mio aiuto più di chiunque altro.
Il suo stare male è anche il mio e non riuscirò mai a stare tranquillo sapendo che qualcosa in lei sta andando storto, anche se fosse solo un'influenza.

< dai, andiamo in pronto soccorso > la invito ad alzarsi da terra con il mio aiuto.
Fa segno di no con la testa, ma se non ci fossi io a sorreggerla, a quest'ora sarebbe già crollata al pavimento.
L'adagio sul letto, per prenderle qualcosa da mettere sopra il corpo per andare in ospedale.

< no no, non voglio andarci >

< non fare la bambina > le dico continuando a cercare qualcosa di opportuna nella sua valigia.
< so che odi gli ospedali, ma non puoi stare così >

< io non ci voglio andare > gira il suo corpo mettendo la testa fra i due cuscini del letto matrimoniale.
Sbuffo andando verso il mio cellulare.
Cerco in rubrica il nome di qualche mio dottore che possa aiutarmi.
Provo a chiamare Andrea, ma non risponde, alla fine riesco a contattare Gianluca che risponde dopo pochi squilli.

< Giunluca ho bisogno di te >

< tanto per cambiare Niccolò > prende parola il medico ormai diventato mio amico sorridendo a malapena.

< ehm... no questa volta non per me > mi affianco a Elena che è ancora a pancia in giù e le passo una mano fra i capelli.
< si tratta della mia fidanzata, sta molto male >

< cos'ha di preciso? > chiede lui, inizio a spiegargli la situazione.

< non sta molto bene da qualche giorno,  ha diversi dolori sopratutto alla testa o alla schiena, questa mattina subito dopo la colazione è corsa in bagno
a rimettere > concludo con in sottofondo le lamentele di Elena.

< potrebbero essere molteplici cose, non posso darti una diagnosi chiara e precisa per telefono... non vedendola > conclude lui dopo avermi ascoltato.

< lo so, lo so e comprendo che per te sia difficile, ma... > provo in ogni modo possibile ed immaginabile di farmi aiutare  anche perché so già che questa bamba qui non si farà mai portare in ospedale < ma ti chiedo solo di
provarci >

< d'accordo > lo sento borbottare varie cause e conseguenze < allora potrebbe aver avuto una sorta di indigestione, ma non credo proprio possa essere stato quello, potrebbe aver mangiato qualcosa che le ha fatto male e questo spiegherebbe il vomito mattutino sopratutto dopo la colazione mentre i dolori dei giorni passati potrebbero essere causati da un forte stress causatogli da un evento scatenante e importante per lei >

< solo questo? > credo proprio  che un giorno di questi mi ucciderà per il mio insistere tanto, ma dovrebbe anche capire tutta la mia preoccupazione in questo momento.

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