CAPITOLO 35

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POV'S ADRIANO

Alla fine abbiamo lasciato cadere il discorso, credo che non sarò mai pronto ad ammettere quello che penso.
Odio il fatto che il mio migliore amico e mia sorella mi considerino il responsabile della loro rottura e del loro stare male.
Lo odio sopratutto perché adesso anche Camilla sembra stia iniziando a pensarla nello stesso modo.

Si è addormentata, con la testa appoggiata al finestrino con le labbra socchiuse e il viso rilassato.
È bella in qualsiasi modo io la veda, truccata e struccata, vestita bene o con addosso la prima cosa presa dall'armadio.
Ho sempre sperato di incontrare qualcuno giusto per me, che riuscisse a comprendermi.
Adesso che lei è al mio fianco mi sento bene e ho il timore di perdere tutto questo, di svegliarmi un giorno come tanti e ricordarmi che tra noi è finita.

< amore... > la chiamo dolcemente, scuotendola un po' e in modo lento
< dai siamo arrivati >
Le tolgo i capelli che le stanno cadendo sul viso.
Mugugna qualcosa, ma non riesco a comprendere le sue parole.
< dai, dobbiamo andare dagli altri >

< va bene > dice con voce assonnata stiracchiandosi un po'.
Usciamo dalla macchina ed iniziamo ad incamminarci verso il locale a braccetto.

POV'S NICCOLÒ

Che cazzo ci fa qua?
Non esistono altri luoghi dove passare le vacanze?

< amò che hai? > mi chiede avvicinandosi al mio orecchio Elena, avrà visto che mi sono innervosito, mi stanno tremando anche le gambe e non me ne ero minimamente accorto.
Faccio un altro sorso di birra.
< amò ti ho chiesto che c'è... > dice leggermente irritata.
Be' adesso può capire quello che provo io ogni volta che le faccio quella domanda e la sua risposta è sempre "niente".
In realtà non voglio dirle chi ho visto entrare, per paura che i loro sguardi si incrocino.

< sono solo un po' nervoso >

< perché? > poggia la testa sulla mia spalla.

< ho bisogno di una sigaretta > la faccio alzare dalle mie gambe e mi precipito fuori.
Guardo sempre dentro il locale per tenere la situazione sotto controllo, i miei occhi sono puntati su di Elena che poco dopo lo nota e mette il cappotto per uscire.

< amore che c'è davvero > si avvicina abbracciandomi, mettendo le braccia dietro al mio collo, iniziando ad accarezzare delicatamente l'attaccatura dei miei capelli, la stringo leggermente mentre fra le labbra ho ancora la sigaretta < ti vedo strano >

< è che ho... paura > lei posa lo sguardo su di me stranita.

< e di cosa? >

< non so, ho paura... > provo a farmi coraggio < ... di perderti >

< e perché mai dovrebbe accadere? > chiede mentre sulle sue labbra compare un sorriso, meraviglioso.

< è che ho visto una persona ed ho paura che possa rovinare tutto > dico la verità.
Lei posrta le sue braccia la petto e guarda l'asfalto silenziosa.
Sta aspettando che le dica chi ho visto, vorrebbe chiedermelo, ma ha il timore di sbagliare nel farlo.

< è Samuel > ammetto sospirando.

< chi?! >

< il coglione... no? > mi guarda per poi scoppiare a ridere < penso tu abbia capito di chi io stia parlando, ma devo trovargli un altro soprannome altrimenti lo scambi per l'altro coglione>

< non devi crearti paranoie inutili per una persona che non ha significato per me > spengo la sigaretta e l'abbraccio forte, avevo bisogno di questo contatto.
Adesso le ho lasciato addosso l'odore del tabacco che va a ricoprire il suo profumo di fragole.
< entriamo e divertiti >

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