26. Nuovo arrivato

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Y/N

«Ciao ragazzi!» esclamai ai miei compagni di classe una volta arrivati all'aeroporto di Milano dopo ore interminabili di volo.

Uscii dalla struttura e mi incamminai spedita verso la zona parcheggi dove sia mia madre che mio padre mi aspettavano impazienti, da quanto diceva il messaggio che mi avevano inviato qualche minuto fa.

«Amore!» mia madre mi corse in contro appena mi vide sbucare da sotto un mega manifesto della Nike. La abbracciai senza esitazione e subito dopo riservai lo stesso trattamento a mio padre.

Lo ammetto, per quanto ami Seul e per quanto l'aria di Milano sia lo stesso inquinata, tornare qui mi fa sentire a casa in ogni caso.

«Forza, tua sorella non aspetta altro che un tuo regalo, le hai portato qualcosa vero?» mi chiese papà preoccupato.

«Altrimenti ci fermiamo adesso a comprare qualcosa-»

Bloccai mia madre visibilmente preoccupata «Sì, le ho preso qualcosa» li rassicurai entrambi. Tutti avevamo sempre avuto paura di mia sorella, era la più piccola della famiglia ma se si arrabbiava diventava una bestia e né io né loro volevamo vederla arrabbiata.

Dopo non molto arrivammo a casa e appena varcai la porta del nostro appartamento le mie narici vennero invase dal dolce aroma di vaniglia che caratterizzava la nostra abitazione, tutto merito di mia madre e della sua ossessione per le candele profumate ovviamente...

Mia madre richiamò mia sorella, ma non ricevette alcuna risposta stranamente.

«Perché non risponde?» domandai ai due ancora sull'uscio di casa.

«Sarà uscita per andare a casa di Martina» mio padre si riferiva alla sua migliore amica che viveva soltanto qualche metro più avanti rispetto alla nostra via.

«Meglio così, staremo più tranquilli per un po'» mia madre rise coinvolgendo anche me e mio padre.

Lasciai perdere i miei genitori a quel punto e trascinandomi dietro la valigia mi diressi in camera mia per sistemare tutto prima di cena.

Ma appena girai l'angolo del corridoio delle camere mi ritrovai un ragazzo mai visto prima davanti «Oddio!» urlai presa dal panico lasciando cadere tutto quello che avevo in mano per terra per poi scappare di nuovo dai miei genitori «Papà! C'è un tipo in corridoio!» dissi abbracciandolo spaventata.

Mio padre, però, sembrò non scandalizzarsi e rivolse un'occhiata sospetta a mia madre «C'è una sorpresa» mi sorrise esaltato.

Corrugai la fronte non capendo la situazione che mi si presentava davanti agli occhi e il ragazzo dal quale ero scappata qualche secondo prima entrò in cucina guardandomi stranito. Era slanciato, di giusta corporatura, aveva una folta chioma bionda e sembrava... asiatico? Anzi, occidentale?

O forse... ma che ne so io?!

Vedendo i miei genitori alquanto tranquilli decisi di staccarmi da mio padre aspettando che qualcuno mi spiegasse cosa diavolo stava succedendo.

«Lui è Vernon» iniziò lei la spiegazione.

«E?» la invitai a continuare.

«È il figlio dei signori Choi. Il padre di Vernon è un carissimo amico di papà e hanno lavorato a Seul insieme per qualche anno. Ora vivono negli Stati Uniti e ci hanno mandato il figlio per fargli fare uno stage qui in Italia» concluse sorridente.

«Ho preso un colpo prima» ammisi massaggiandomi la testa ancora scossa.

«Ma ora che sai come stanno le cose, saluta» mi sgridò subito mio padre.

«Oh si! Piacere y/n» rivolsi un sorriso al ragazzo che era rimasto tutto il tempo in silenzio ad ascoltarci.

«Vernon non parla italiano, con lui parleremo coreano o inglese, ma penso che la prima opzione sia la migliore» mi informò mia madre.

«Ma voi dirle prima le cosa, no?» dissi seccata.

Finalmente mi incamminai verso il biondo che era rimasto impalato vicino alla porta della cucina e sfoderai il mio miglior sorriso "Ciao, io sono y/n" ripetei, questa volta in coreano.

Il giovane diede segni di vita e mi sorrise avvicinandosi "Io sono Vernon, è un piacere conoscerti"

"Scusa se prima ti ho urlato in faccia, ma non sapevo del tuo arrivo" dissi imbarazzata.

"Tranquilla, lo avevo intuito"

Gli sorrisi nuovamente e mi voltai verso i miei genitori sussurrando «Non capisce niente di italiano?»

«No»

«Bene... dove dorme?» domandai curiosa.

«Nell'altra stanza, quella dove abbiamo ospitato Hyunjin l'ultima volta» disse ovvia mia madre.

«E da quanto è qui?»

«È arrivato il giorno dopo la tua partenza per la gita. Ora hai finito con le domande?» si innervosì e io riuscii a pensare soltanto al fatto che non mi avevano avvistato del suo arrivo, avevano fatto tutto di nascosto!

«Sì, vado a sistemare le cose in camera mia» mi arresi passando vicino al nuovo arrivato e senza fermarmi gli parlai diretta verso camera mia "Se non hai di meglio da fare seguimi così potremmo conoscerci meglio" gli sorrisi. Mi sorprese il fatto che mi avesse davvero seguita e mentre aprivo la valigia gli feci segno di sedersi sul mio letto "Quindi sei qui per uno stage?" chiesi piegando una maglietta.

"Esatto. I tuoi genitori mi hanno detto che sei appena stata in Corea, io è da tanto che non torno a visitarla, ho sempre vissuto in America" mi spiegò lui e la sua voce faceva venire i brividi, era davvero ammaliante.

"Però parli molto bene coreano" mi complimentai con lui.

"Mio padre mi ha costretto ad impararlo" si mise a ridere.

"Che classe frequenti?" domandai curiosa.

"Primo anno di collage, rimarrò qui fino alla fine della scuola" mi informò annuendo e con lo sguardo seguiva ogni mio movimento.

Ha la stessa età di Seokjin allora...

"E ti piace il collage?"

"Abbastanza, ma è davvero pesante" mi sorrise ancora e solo allora mi accorsi di quanto era bello, sembrava un altro di quegli angeli scesi dal cielo.

"Come ti capisco, io odio studiare" commentai aprendo un'anta del mio armadio e mentre eravamo impegnati a ridere, il mio cellulare si mise a suonare interrompendoci. Appena riconobbi il nome di Taehyung sul display mi si illuminarono gli occhi e senza esitare risposi alla videochiamata che mi stava facendo <Tae! Non è notte da voi?> chiesi scettica ma felice di vedere la sua faccia allo stesso tempo.

Lui mi sorrise sincero <Volevo sapere se eri arrivata> mi spiegò inviandomi un bacio volante dall'altra parte dello schermo.

Risi tra me e me intenerita da quel gesto e sedendomi sul letto tornai a parlare <Sì, il volo è andato bene e ora sono finalmente a casa pronta a disfare le valigie>

Ma Taehyung cambiò immediatamente faccia appena terminai quella frase, sembrava sorpreso e come potevo immaginare si affrettò a pormi una domanda alla quale nemmeno io potevo rispondere con certezza ancora <Chi è quel ragazzo vicino a te?>

Ma Taehyung cambiò immediatamente faccia appena terminai quella frase, sembrava sorpreso e come potevo immaginare si affrettò a pormi una domanda alla quale nemmeno io potevo rispondere con certezza ancora <Chi è quel ragazzo vicino a te?>

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𝑴𝑰𝑲𝑹𝑶𝑲𝑶𝑺𝑴𝑶𝑺 | kim taehyung • readerWhere stories live. Discover now