33. Amica d'infanzia

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"Muoviti Tae! Scendi da quella dannata macchina"

Mia madre mi guardava con tono di rimprovero, che diavolo aveva ora? Pensavo fosse andata in menopausa da un po'...

"Va bene, arrivo" senza farmelo ripetere due volte scesi dalla vettura che mio padre si era preoccupato di parcheggiare meticolosamente all'interno del giardino di una delle ville più belle che avessi mai visto. Dovevo incontrare qualche reale d'Inghilterra o cosa? "E papà?" chiesi a mia madre una volta che l'avevo raggiunta davanti al portone di quella casa così sfarzosa, tanto da superare la nostra.

"È già dentro, lui a differenza tua è sceso subito dalla macchina una volta arrivati" mi rimproverò, ma poi tornò a sorridermi "Ora rimarrai stupito da chi incontreremo"

Rimasi a guardarla confuso mentre si sistemava i capelli e venne finalmente aperto il portone, fu una donna sulla cinquantina ad aprirci "Vi stavamo aspettando, vostro marito è già in soggiorno con il signore" si rivolse a mia madre che non smise di sorridere come una scema nemmeno un attimo, che diavolo le prendeva? "Entrate pure"

Senza esitare la donna che avevo affianco mi tirò dentro con sé e una volta arrivati in quel famoso soggiorno rimasi sul serio stupito. Quello seduto affianco a mio padre era proprio il signor Choi!

"Taehyung, sei arrivato!" mio padre si alzò dal divano fino a raggiungermi "Ti ricordi del signor Choi, no?"

"C-certo, come dimenticare" risposi ancora scosso dalla sorpresa. Ero a casa del padre di una delle persone più importanti della mia vita!

"Mi fa piacere sapere che ti ricordi di me, Taehyung" mi sorrise l'uomo genuino "Ma ora che sei qui, penso tu voglia solo incontrare un'altra persona, no?" mi sfidò con lo sguardo.

Le gambe mi tremavano, non ero sicuro di essere pronto per riaverla.

"Non farti troppi problemi Taehyung, sali al piano di sopra. Prima porta a sinistra" il signor Choi mi indicò la scalinata giusto dietro il divano sul quale era seduto.

Deglutii al solo pensiero che lei potesse essere veramente lì, non la vedevo da anni ormai.

"Sì Tae, muoviti ad andare a salutare Michelle" mio padre mi tirò una pacca sulla spalla facendomi leggermente sbilanciare.

"Si..." sussurrai in imbarazzo dirigendomi verso la rampa di scale che iniziava tanto ad incutermi timore.

Una volta saliti tutti e trentadue i gradini, li avevo contati, mi stupii nel trovare la porta, indicatami dal padre di Michelle, aperta.
Ancora titubante infilai un braccio all'interno della stanza battendo due volte le nocche sulla porta senza constatare se c'era effettivamente qualcuno.

Non ottenni risposta e allora, dopo aver preso un profondo respiro, decisi di entrare nella stanza senza ripensamenti ma non c'era davvero nessuno al suo interno.

La camera da letto di Michelle era proprio come me la sarei aspettata, il rosa confetto sulle pareti si abbinava perfettamente al resto dei mobili di tonalità chiare.

Mossi qualche passo fino ad arrivare davanti alla sua scrivania sulla quale si trovava una foto di una bambina vestita da gatto nero all'interno di una cornice di Hello Kitty versione Halloween, era davvero dolce come cosa-

"Chi diavolo sei!?"

Una vocina stridula alle mie spalle mi fece subito voltare e per poco non mi strozzai nel riconoscere il volto di Michelle.

"Michelle" sussurrai ancora incredulo, era rimasta la stessa di sei anni fa.

Lei rimase qualche secondo impalata a fissarmi nel tentativo di capire bene la situazione, poi spalancò la bocca sconvolta "Ma sei tu, Taehyung? O è solo uno dei sogni ormai abitudinari che faccio?" domandò grattandosi la testa confusa.

Io la osservavo e non potei fare a meno di scoppiare a ridere per l'emozione "Sì scema! Non vedi come mi muovo?" la incoraggiai dimenandomi un po' e allargando entrambe le braccia.

"Non ci credo!" un urlo strozzato uscì dalle sue labbra prima di corrermi in contro a tutta velocità facendomi così cadere sul letto alle mie spalle.

I nostri battiti cardiaci si sincronizzarono mentre respiravamo affannosamente l'uno sulla spalla dell'altra, mi era mancata in questi anni di lontananza.

Improvvisamente alzò il capo fino a far scontare i nostri sguardi "Sei qui" sibilò prendendomi la faccia fra le mani e iniziando a piangere.

Mi allarmai nel veder goccioline salate scendere dai suoi occhioni e prontamente le asciugai le guance con entrambi i palmi delle mani "Non piangere" la rassicurai accarezzandole i capelli e tornando a sederci in posizione eretta sul letto.

Lei non smetteva di singhiozzare e a fatica riuscì a parlarmi "Non pensavo saresti mai più venuto a trovarmi" mi confessò abbassando lo sguardo "Mi dispiace tanto per come è andata a finire l'ultima volta..."

Capii subito le sue preoccupazioni.

Io e Michelle eravamo sempre stati amici fin dalle scuole elementari, i nostri genitori erano sempre stati in ottimi rapporti e ciò ci aveva fatti incontrare e diventare inseparabili. Questo fino a sei anni fa quando, alla fine della scuola, venni a conoscenza che la sua famiglia si sarebbe trasferita a Busan e non sarebbe rimasta con noi a Seul.
Quel giorno corsi disperato fino a casa sua e dopo essermi precipitato nella sua stanza le diedi uno schiaffo in faccia senza motivo, al solo pensiero di aver fatto una cosa del genere mi sentivo uno schifo. Michelle mi aveva tenuto nascosto il trasferimento per almeno due mesi, non parlandomene mai e se non avessi sentito mio padre parlarne al telefono con il suo non lo avrei mai saputo.

"Sono stato troppo impulsivo" le accarezzai una guancia con la speranza di farla sentire meno in colpa, in fin dei conti lei non me l'aveva detto perché pensava avrei sofferto tanto, nemmeno lei voleva partire.

"È stata colpa mia, sono stata una bambina stupida per non averti detto una cosa del genere" mi rispose soffiandosi il naso con un fazzoletto.

"Siamo stati due stupidi, non ci siamo sentiti più da quando sono scappato dalla tua camera dopo averti tirato uno schiaffo... non ti avevo nemmeno lasciato parlare, scusa" gli occhi iniziarono a farsi lucidi "Se i miei genitori non mi avessero costretto a venire con loro oggi non ti avrei nemmeno rivista" mi sgridai mentalmente per non aver mai chiesto di lei ai miei genitori dopo il loro trasferimento.

"Non importa, ora tu sei qui con me. Non ti lascerò scappare tanto facilmente Kim Taehyung" mi confessò e dette queste parole si alzò dal letto su cui eravamo seduti "Tu rimani qui ad aspettarmi, vado un attimo a prendere un cosa da farti vedere"

Non lasciandomi il tempo di una risposta uscì dalla camera facendo svolazzare in aria la gonnellina a fiori che indossava.

"Non è cambiata per niente" pensai ad alta voce guardandomi in giro ma i miei occhi si sbarrarono appena notai un particolare posto sul suo comodino: quella era una fotografia che ritraeva Michelle e un'altra ragazza mentre... si baciavano.

 si baciavano

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𝑴𝑰𝑲𝑹𝑶𝑲𝑶𝑺𝑴𝑶𝑺 | kim taehyung • readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora