Chapter Fifty-Fifth

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·Tae·

Per iniziare la giornata, il rimprovero di Madame è stato il top.
Dopo quell'episodio, Jungkook si è recato alla lezione di matematica, davvero interessante, a quella di latino, molto meno interessante, letteratura, della quale non mi sono esattamente fatto un'idea e, infine, siamo a lezione di arti marziali, nel bellissimo cortile interno al castello.
Quando siamo passati in biblioteca perché lui doveva prendere un libro, ne ho approfittato per appropriarmi di un pennellino e di qualche foglio. Dopotutto, non sono interessato a seguire tutte le lezioni del principe e lui non ha certo bisogno di aiuto per ascoltare.
Tks, sono sempre più covinto che il mio ruolo qui sia una barzelletta, una roba per niente utile, se non a farmi uscire di testa. Ammetto che, però, stare seduto su un appoggio di pietra decorato in mezzo a fiori affascinanti e bellissime piante, a disegnare, non mi dispiace affatto. È da un po' che riproduco su carta i fiori accanto a me, di tanto in tanto sposto lo sguardo ad un Jungkook sudato e dalle vesti nere che volteggiano, contrastanti coi movimenti decisi e diretti del corvino.
Mordicchio l'unghia del pollice, focalizzandomi su di lui. Alcune mosse sono frequenti, non dovrebbero essere difficili da disegnare.
E così, mi metto a stendere schizzi d'inchiostro che riproducono la sagoma della persona che, fino ad ora, ha reso la mia vita più difficile. Dovrò convincermi del fatto che ci sono anche dei lati positivi.
Il ragazzo si avvicina sorridente alla mia figura
«Ho finito» ammette contento
«Bene Vostra Altezza, ora dovrete rientrare nelle vostre stanze e cambiarvi per gioire il pranzo in compagnia dei vostri genitori»
Il suo sorriso si riduce ad un'espressione interdetta
«Okay, se il programma dice così...»
Recupera la sacca e se la mette in spalla, mentre io ripongo i pochi oggetti presi e ci dirigiamo in silenzio verso i piani superiori.
È un'autentica noia, tra una lezione e l'altra il nostro atteggiamento nei confronti dell'altro è rimasto immutato e tremendamente freddo.
Tengo sotto braccio gli appunti, dondolando gli arti superiori accompagnato dal muoversi dei fianchi.
Jungkook cammina con passo incerto, timido, tutto il contrario di quello che appare in presenza di altri.
Forse l'effetto che gli faccio scaturisce a sua volta un effetto ammaliante per me...ed è fastidioso
«Ti piacciono i cani?»
Vengo richiamato dalla sua domanda posta completamente a caso
«Si, Altezza, li trovo adorabili»
«Tu e Sparkle sembravate in una dimensione tutta vostra» osserva il minore con un piccolo sorriso.
Tenero.
Sorrido spontaneo ripensando alla scena
«Era così carino con il suo musetto e il suo pelo era morbidissimo, lo avrei spupacchiato per ore»
Ed ecco che il lato imbarazzante del mio amore per i cani è venuto fuori...di nuovo. Ho pure involontariamente portato le mani a stringere l'aria, come se avessi effettivamente il cucciolo tra le mani.
Jungkook sorride divertito ed io con lui
«Il suo pelo è morbido perché è un cane reale»
«Potrebbe essere l'unico reale che mi sta simpatico per davvero» ammetto. E lo ammetto senza pensarci, c'ho accanto il futuro re porca miseria.
I nostri volti si girano, i nostri sorrisi si spengono. Il silenzio, quel silenzio imbarazzante che, pur di sovrastarlo, chiederesti di sentire urla per ore
«Io non-»
«Non preoccuparti»
Non mi preoccupo, sono solo stato troppo scortese, ma l'ho detto senza rifletterci su, giuro. In quei pochi secondi di sorrisi e chiacchiere mi ero pure scordato che Kook fosse un reale.
Già, pochi secondi.
Tutto appare così disagiante, mi chiedo se persisterà nei giorni una situazione del genere.

Alla fine il resto della giornata è trascorso tranquillamente, senza più bisogno che io dovessi fare chissà che cosa. Il principe nel pomeriggio è andato in chiesa con la famiglia reale ed io ne ho approfittato per uscire dal palazzo, salutare Ruben, sbraitare contro Jooheon e finire il lavoro alla bottega.
Sono tornato da poco e, sempre da poco, è appena calato il sole, sul freddo paesaggio si sono posate le nuvole della sera ed io sono così stanco che potrei addormentarmi seduta stante.
Porto una mano a massaggiarmi la fronte, ripensando alla scorsa notte passata in bianco; non so quale sia esattamente il problema, so solo che non riesco proprio a stare tranquillo se sono solo. Non riesco ad abbassare la guardia e questo implica che il mio cervello non accenna a fermarsi, neanche nel momento in cui la stanchezza diventa insostenibile.
Mi chiedo come farò stanotte.
Durante i viaggi di Jooheon trovavo sempre qualcuno con cui dormire e, anche se non era lo stesso, riuscivo comunque.
Jooheon è a conoscenza della situazione, me lo ha pure chiesto quando ci sono andato e lui mi ha suggerito di chiedere a Sunmi. Com'è che chiedo a Sunmi!? Insomma, secondo ciò che ho imparato, non si chiedono mai questo genere di cose alle ragazze.
Sbuffo, osservando la finestra dalla quale passa la luce della luna.
Respiro profondamente, tentando di opprimere il mio senso di oppressione. Non so se agendo in questo modo mi aiuto o peggioro la situazione.
Ora che ci penso, dovrei andare da Jungkook per gli impegni serali, nonostante prima di recarmi dal rosso gli abbia pulito tutta la camera
«Dai Taehyung, un'ultimo sforzo»
Mi alzo con fatica, esco dalla camera in condizioni pietose e con un atteggiamento da cadavere, diretto all'ultima seccatura del giorno.
Busso alla porta del corvino non ottenendo risposta.
A discapito della mia incolumità, apro lentamente la porta, per poi scorgere la sagoma di Jungkook distesa sul letto e ancora vestita dei suoi fastidiosi merletti da cerimonia.
Domani si risveglierebbe con le pieghe su tutto il corpo.
Anche lui, come me, dev'essere parecchio stanco. Sentendolo parlare col suo maestro, ho inteso che, in realtà, non ha tempo per se stesso: una volta il branche, un'altra l'equitazione, poi il ritrovo con gli intellettuali, e la messa, e le visite dei reali, poi la prova vestiario, il rinnovo della dieta. Direi che non vive in modo molto divertente, da questo potrei anche comprendere il perché della sua cazzata.
Comprendere, non accettare.
Poggio le mani sui fianchi, interrompendo bruscamente i miei pensieri.
Mi avvicino a lui e inizio a sbottonargli la camicia. Mi siedo sul letto per una maggiore comodità, per poi alzargli la testa e rimuovere il nastro di seta attorno al suo collo; faccio lo stesso con i calzari, i calzoni e il copri camicia, lasciandolo con i pantaloni sopra le ginocchia e la camicia.
Sospiro e lo guardo, notando i capelli arruffati e qualche solco di stanchezza sul suo bellissimo viso.
Passo allo sbottonare del tutto la camicia, scoprendogli il petto, a cui non riesco a sottrarre sguardo. Come può farmi questo effetto?
Mi colpisco lentamente e gli tolgo pian piano anche i pantaloni, ritrovandolo in un intimo particolarmente stretto.
Se in questo momento qualcuno potesse capire quanto il mio cervello stia viaggiando maliziosamente sul suo petto, sulle sue gambe, braccia, guance...labbra...probabilmente, se qualcuno lo capisse mi reputerebbe l'essere più peccaminoso tra i terreni.
È questo che si prova quando si è attratti da qualcuno? È così forte il potere carnale?
Jooheon me ne ha sempre parlato ed io ho sempre creduto che l'istinto non superasse il buon senso.
Ma adesso, di fronte al corpo privo di occultamenti di Jungkook, mi ritrovo tra il mio sdegno verso di lui e la mia completa adorazione nei suoi confronti.
Ringrazio che non sia cosciente, perché vorrei disperatamente prendere possesso delle sue labbra in questo momento.
Ripongo i vestiti su una sedia ed esco dalla camera del principe dopo aver spento la candela.
Meglio che vada a cercare Sunmi.

***
doppio aggiornamento, dato che ne ho saltati fin troppi ☞☜

𝕶𝖎𝖓𝖌  ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏWhere stories live. Discover now