Chapter Twenty-First

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·Tae·

Come ho fatto a cacciarmi in una situazione simile?
Sono venuto fin qui per vedere Gguk e l'ho incontrato nel peggior contesto possibile; che gran disagio. Non è stata una brillante idea quella di intrufolarmi, dato che ora sono rinchiuso in uno stupido stanzino.
Volevo solo ricambiare il favore di Gguk, di solito viene sempre lui a trovare me, non vedevo perché una volta tanto non dovessi andarci io. Ora ho capito perché.
Non dico che mi aspettavo un palazzo deserto, ma cavoli, c'è davvero un sacco di gente.
E poi non riesco a smettere di pensare alla pessima figura che ho fatto...
Non riesco proprio a levarmi l'immagine dalla testa; è impressa nella mia mente la figura di lui e del suo corpo.
Per essere uno che lava i piatti, è messo davvero benissimo.
A che diavolo penso. Non è da me avere pensieri ossessivi o persistenti, ma la mia mente mi riporta alla sua persona.
Il suo viso, con le labbra rosee, i capelli bagnati ricadenti sulla fronte, le guance imperlate di gocce e contornate dal rossore dell'imbarazzo, il corpo slanciato e muscoloso, definito in ogni punto, quasi candido, circondato dal vapore acqueo dell'acqua calda. Le gambe toniche, il busto possente, le spalle larghe...
Attraente.
Attraente?
Strabuzzo gli occhi, un po' stranito dai miei stessi pensieri.
È solo la verità, dopotutto.
Scuoto il capo.
La mia corrente di pensiero viene infranta nel momento in cui si apre la porta; dopo uno spavento iniziale, vedo la testolina ancora bagnata di Gguk che spunta dalla porta, la quale viene richiusa subito dopo.
Ammetto che fa un po' strano vederlo dopo ciò su cui ho rimurginato.
Il ragazzo, ora di fronte a me, mi guarda quasi male
«Che...succede?» chiedo incerto
«Mi prendi in giro?» chiede con tono rimproveratorio
«In questo momento, direi di no»
«Perché diamine sei entrato?»
«Volevo venirti a trovare» dico sincero
«Non puoi fare in questo modo» dice alterandosi ulteriormente
«Non capisco perché ti stai arrabbiando, volevo solamente vederti»
Il corvino si mette le mani tra i capelli, tirandoseli
«Non puoi capire» sentenzia
«Allora spiegami»
Mi chiedo perché le persone debbano parlare con mezzi termini, è impossibile riuscire sempre a comprendere tutto solo immedesimandosi.
Sospira
«Non puoi entrare a palazzo quando ti pare e piace, è una regola»
«Gguk, io stamattina mi sono alzato all'alba di proposito, per poter finire il lavoro e venirti a trovare» mi faccio avanti, guardandolo duramente.
Lui si blocca di fronte alla mia serietà, rimanendo immobile a fissarmi
«Perciò, ho sbagliato, ma ormai sono qui»
Abbassa gli occhi
«Già...forse ho esagerato - mi rivolge lo sguardo - ma non farlo più»
Annuisco e piomba improvvisamente il silenzio.
Mi appoggio alla parete, guardando il ragazzo ancora fermo, rilassandomi
«Okay Gguk, ora che abbiamo discusso, mi fai un sorriso?»
Il corvino spalanca gli occhi
«Ti ho chiesto un sorriso, non una faccia sconvolta» rido.
Lui ride presso a me
«Ecco, così lo preferisco»
«Sei una persona davvero strana» commenta il minore grattandosi il capo
«E tu una persona davvero troppo paranoica»
«Ti piaccio anche per questo» mi stuzzica pizzicandomi il braccio
«Ovvio che mi piaci anche per quello»
Con questa frase, sul viso del ragazzino di dipinge un dolce sorriso, che evidenzia i suoi zigomi.
Mi avvicino e gli prendo le guance tra le mani, stringendole.
Per la sorpresa, Gguk tira indietro, perdendo l'equilibrio e portandosi me con sé; gli finisco addosso e ci salvo dalla caduta appoggiandomi col braccio al muro e tenendo lui per la vita.
Rimaniamo fermi per un instante, in cui Gguk mi osserva, facendosi rosso; lo guardo a mia volta, rimanendo incantato dai suoi tratti, in bilico a causa della posizione.
Dati i numerosi oggetti stanti sul ripiano accanto a noi, non mi azzardo a muovermi neanche di un millimetro
«Dovremmo trovare un modo per toglierci da questa situazione» dico osservando anche la mensola sopra le nostre teste.
Quella cosa è appiccicata al mobile, rischierebbe di cadere sulla testa di Gguk.
Allungo un braccio per sorreggere la mensola, facendomi un po' più avanti, percependo subito dopo qualcosa premere sul ginocchio.
Guardo Gguk.
Neanche il tempo di incrociare i suoi occhi, che il corvino mi spinge, correndo subito via.
Mi ritrovo a terra col sedere dolorante e faccio appena in tempo a spostarmi prima che la mensola cada, provocando un rumore assordante.

·Kook·

Io e Taehyung perdiamo entrambi l'equilibrio ed io finisco contro il muro, mentre lui per poco non mi cade addosso.
Poggia una mano al muro, e con l'altra mi afferra per il busto, impedendomi di cadere.
Ci ritroviamo quasi attaccati, con le mie mani a contatto col suo petto e una delle sue gambe tra le mie.
Incrocia il mio sguardo, per poi alzare il capo verso la mensola, donandomi la visione della sua mandibola e del pomo d'Adamo evidente.
Per poter fare non ho capito cosa - essendomi focalizzato solo sul suo aspetto e non sulle sue parole - si avvicina ulteriormente, unendo i nostri corpi.
Oltre all'imbarazzo nello stare a stretto contatto con una persona, sento il suo ginocchio premere tra le mie gambe.
Non capisco perché il mio cuore stia acquistando un battito irregolare, è una strana sensazione che mi pervade, lasciandomi spiazzato.
Cosa mi sta succedendo?
Percepisco del calore a livello del basso ventre, il mio corpo si agita e l'adrenalina prende possesso delle mie sensazioni.
Sento anche che qualcosa sta reagendo lì sotto.
Guardo impanicato Taehyung, capendo il mio stato corporeo e, preso dal panico, scappo letteralmente via, spingendolo e lasciandolo nello stanzino da solo.
Inizio a correre verso non so dove, probabilmente con la unica idea di allontanarmi il più possibile dall'improponibile situazione.
Perché diamine è successa una cosa del genere!?
Che cosa mi è preso?
È stato il mio corpo.
Funziona male.
Se non erro, l'unica spiegazione a ciò che ho provato - e provo, tutt'ora - è l'eccitazione; mi pare si chiami così...
Sarà anche assurdo, ma correndo, giungo alla biblioteca del palazzo; voglia o non voglia, finisco sempre qui e per qualsiasi ragione.
In tal caso, posso pure controllare se la mia tesi è corretta e, soprattutto, capire come devo agire in una situazione così, perché è a dir poco scomodo e voglio risolvere.
Trovando la stanza vuota, non mi preoccupo di correre e trovare il libro del Kāma Sūtra.
La prima volta che ho letto questo libro avevo sette anni, ma non ne avevo mai compreso appieno il significato, per ovvi motivi.
Lo estraggo dagli impilati e mi siedo, sentendo ancora quella portuberanza. Apro il libro e cerco la definizione di ciò che credo che sia.
Intanto, non so se Tae se ne sia andato o meno, ma dopo una cosa del genere, non ho più intenzione di rivederlo.

°°°
io e la costanza negli aggiornamenti una cosa sola ;-;

𝕶𝖎𝖓𝖌  ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏWhere stories live. Discover now