Chapter Eighty-First

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·Kook·

Stamattina, quando mi sono svegliato, mi sono accorto di essere seminudo e abbracciato fortemente a Taehyung, tra le sue braccia. Mi sono anche accorto di provare un forte dolore al sedere, ma non un dolore muscolare, bensì un dolore interno, così forte da percepirlo anche solo muovendomi di poco. Fa male tutt'ora ed è passato un bel po'.
Taehyung si è svegliato dopo di me e abbiamo passato parte del tempo a guardarci negli occhi e a sorriderci ogni due per tre perché non riuscivamo a tenere lo sguardo troppo a lungo. Mi sentivo addirittura in ansia a pensare a ieri sera. Non ne abbiamo parlato, ci siamo vestiti e lui ha chiesto dei fatti di ieri; in linea di massima gli ho spiegato la situazione con mio padre e si è conclusa così, sinceramente ci sto ancora male e non mi va di approfondire l'argomento ulteriormente
«Tae, ma noi...cosa siamo?»
Non gliel'ho mai chiesto, in realtà mi è venuto in mente solamente adesso. Tutto quello che abbiamo vissuto ieri notte è stato intenso e profondo secondo me, ma magari è stato solo un episodio, è avvenuto tutto così naturalmente da risultare leggero, solo all'apparenza.
Taehyung rimane un attimo fermo a pensarci, un'espressione buffamente crucciata gli si dipinge sul volto, mentre le sue mani smettono di allacciare i lacci degli scarponi
«Non lo so, assomigliamo a due fidanzati, solo che non ci sposeremo»
Con semplici parole è riuscito a strapparmi un enorme sorriso
«Lo penso anch'io»
Ci osserviamo a vicenda, con visi sorridenti
«Quindi non ti sei pentito di nulla» afferma il castano serio
«Assolutamente no. Tu?»
«Me lo aspettavo, anche perché nemmeno io me ne sono pentito»
Rifletto un attimo
«Quindi ora siamo tipo fidanzati in incognito e non promessi sposi?» suppongo carezzandomi il labbro con le dita
«Direi che siamo più...uhm, due compagni, di vita»
Gli sorrido ampiamente e gli porgo la mano
«Quindi siamo ufficialmente compagni» affermo
«Lo siamo» riconferma con un dolce sorriso, dopodiché mi bacia il dorso della mano.

Quella definizione fu una sorta di sigillo, che sarebbe durato per sempre.

·Narrator·

Il mese di dicembre volò via. Jungkook dovette mettersi sotto con la pratica e lo studio, a causa di un'insistenza da parte di Madame, mentre Taehyung fu occupato per l'allestimento delle decorazioni natalizie. Le "decorazioni" consistevano nella presenza di più quadri religiosi e nel rinnovo di alcuni di essi, il moro era molto bravo in questo. Inoltre, dovettero tutti darsi da fare per pulire il palazzo da capo a fondo, in vista degli ospiti. La cerimonia fu grande e sfarzosa, quasi una composizione di ghirigori, così apparentemente perfetta che ad una certa, il principe e il suo servitore si concessero un momento solo per loro e, con la scusa di una passeggiata, si cambiarono in fretta e andarono alla locanda di Jooheon. Sia lui che Ruben ce l'avevano un po' con Taehyung perché quest'ultimo non aveva più avuto occasione di andarli a trovare, ma il Natale* aveva risolto tutto e alleggerito la tensione. Durante il medesimo mese, il giovane principe non aveva più parlato col padre e si era tormentato lunghi giorni con lo stesso dubbio che lo attanagliava da anni. In più, anche Madame sembrava strana nell'ultimo periodo. Nel frattempo, con qualche giorno di pace, i due innamorati erano riusciti a coccolarsi e condividere un mucchio di momenti insieme, dai baci ai disegni, alle corse nei campi; il loro rapporto era un benessere per entrambi, che vivevano nell'illusione che andasse tutto bene. Ma ci pensavano. Notti intere a piangere nascostamente, con le unghie infilzate nelle lenzuola e le lacrime sgorganti sul cuscino, una paura crescente e un senso di inadeguatezza da far venire il mal di testa. Ma, dopo tutto, stavano vivendo. Spesso capitava che loro, Jooheon, Ruben, Sunmi e persino Juliet, si ritrovassero a correre spensierati tra gli alberi del cortile e poi, sfiniti e esausti, si lasciavano cadere sulla neve. I loro fisici erano forti, abituati al lavoro, solo Juliet doveva fare una certa attenzione, il suo corpo era più debole. Un'altra occasione di festa ci fu col compleanno di Taehyung, che segnava non solo una nuova fase per il giovane, ma l'inizio di un nuovo anno.
Furono tanti i desideri di Jungkook, per quell'anno, dettati dalla semplice volontà di volere il bene per tutti.
Ingenuo no, speranzoso fin troppo, anche se pure lui iniziava a perdercele, le speranze.
Verso gennaio i dubbi e gli attacchi d'ansia erano pure aumentati, ma Jungkook non si apriva, non sfogava mai i suoi sentimenti, non poteva rivolgersi neanche a Madame per un consiglio. Il suo spirito trovava un soffio di libertà da un lato e veniva colpito dall'oppressione dall'altro.
Non aveva più concretezze nella sua vita.
Poi arrivò una svolta.
Un ricordo, che spinse Jungkook a riprendere le proprie redini: Taehyung si era ricordato di quando lo aveva salvato e strappato alle mani del rapitore. La notizia del suo ricordo aveva sconvolto entrambi e tutti e due avevano concordato che sarebbe stata una storia fantastica da raccontare.
Siamo qui per questo, alla fine.
I mesi passarono e le loro vite procedettero cariche di impegni e stanchezza, spente dai doveri che erano soppiantati al clima di festa natalizio. Furono prese delle decisioni che crearono trambusto, come un discusso ritorno di Taehyung ai campi a fine febbraio.

La primavera era alle porte ed una verità celata da anni sarebbe stata afferrata ed esposta alle anime non corrotte.

*a quanto ho letto, il natale nel medioevo durava tipo 12 giorni

𝕶𝖎𝖓𝖌  ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora