Chapter Thirty-Ninth

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·Kook·

Le sue mani percorrevano il mio corpo centimetro dopo centimetro, il suo respiro era caldo, soffici le labbra che mi stavano donando attenzioni. Un misto di sensazioni, un senso di eccitamento, brividi lungo la schiena, stomaco in subbuglio, gesti fragili e tremolanti, menti lontane.
Anch'io incominciai ad accarezzare le lunghe ciocche boccolate, tutto divenne più naturale e meno strano, era bello poter fare una cosa senza riflettere, ciò era così nuovo e libero. Più ci avvicinavamo, più sentivamo il bisogno di andare oltre.
Ci accarezzammo e dedicammo affetto con piccole carezze e soffici e passionali baci, non c'era nulla che non andasse, era il sentimento più bello che avessi mai provato.
Mi allontanai e lo vidi, in tutta la sua bellezza, il ragazzo dai capelli bruni, la pelle leggermente abbronzata ed un viso etereo.

«Taehyung»
Questo sussurro interrompe il mio sonno, svegliandomi velocemente. Ultimamente mi sveglio sempre di scatto, è bruttissimo, non posso più neanche dormire sereno.
Ciò che ho sognato...sono sicuro di averlo vissuto, quella notte alla locanda, giusto qualche giorno fa; ci rifletto da un po' e sono abbastanza sicuro di ciò che produce il mio subconscio...tra l'altro, è stato uno dei sogni migliori della mia vita, almeno non mi ha fatto svegliare con un attacco d'ansia.
Bussano
«Avanti»
Entra la nuova serva dedita alle mie stanze e poggia un vassoio con la colazione sul mio banco, lasciandovi anche un fazzoletto
«Buongiorno vostra Altezza, mi permetta di servirvi la colazione e di ricordarvi di prendere la vostra pillola»
Già, credo siano dei tranquillanti.
Annuisco semplicemente, facendo il segno di andarsene.
Sono segregato nella mia stanza da tre giorni - da quando son tornato - e sono uscito solo ed esclusivamente per svolgere le mie lezioni. Sto impazzendo a starmene qui dentro, ho bisogno di uscire, devo vedere Taehyung e parlargli.
Non riesco ad ignorare il fatto, ripenso costantemente a dove ho sbagliato e a tutto quello che ho provato...e continuo a sognarlo; sogno lui e la solita scena della mia infanzia, nella quale ormai vengo rapito sempre ed all'improvviso si fa tutto offuscato.
Non riesco a mangiare o a dormire bene, ho perso la voglia di fare tutto e mi sento veramente schiacciato, sono controllato a bacchetta, io...sto ammattendo. E sono passati solo tre giorni.

Dopo essermi preparato ed aver nascosto la pillola, sono sceso col maestro di arte nel giardino, per poter affrontare uno studio adeguato sui colori e sulla distribuzione di essi nei fiori
«Come potete vedere...»
È una giornata nuvolosa, è come se da un momento all'altro dovesse piovere.
Se piovesse, le tele verrebbero distrutte.
Non so se sperarlo o meno. Il maestro continua a parlare senza che io lo ascolti, troppo focalizzato sul cielo, che è tale e quale a me: sul punto di piangere.
Vi è un leggero venticello freddo che porta con sé una gocciolina sulla mia guancia, accompagnata da altre che lasciano le nuvole per posarsi sul paesaggio.
Piove
«Vostra altezza, temo che la nostra lezione debba terminare qui, continueremo scrutando i colori sui vari libri della biblioteca»
Annuisco tenendo gli occhi sul cielo. Lasciamo la zona per dirigerci ai portoni del mio incubo e nel breve tragitto incontriamo delle serve che portano intere ceste di bucato coperto all'interno. Sono molte, così riesco facilmente a "perdere di vista" il mio insegnante e ad allontanarmi silenziosamente.
Corro.
Mi allontano veloce, infilandomi la machera strada facendo; mi sento stanco, non sono più abituato a sforzarmi dopo la sbornia, le notti quasi insonni e i pasti saltati. Non faccio mai così quando sono triste, ma questa volta provo disprezzo per me stesso, non vedo perché dovrei provvedere a curarmi.
Svio prendendo dagli alberi.
Sunmi mi ha detto che oggi Taehyung è stato spostato in un'altra zona - a proposito, non ho capito cosa sta combinando mio padre con la disposizione dei nuovi ordini e perché stia facendo spostare tutto dai servitori reali.
Sono costretto a fermarmi per il fiatone e mi piego in due, poggiandomi con le mani sulle ginocchia.
Sento delle voci in lontananza e le dita di fronte a me sembrano duplicarsi.

·Tae·

«Ruben! Ne arriva un'altra!»
Il ragazzino ai piedi del melo si sposta verso la mia posizione.
Mi hanno incaricato di raccogliere tutte le mele della zona insieme al biondino*
«Sono stanco» affermo affannato, scostandomi del sudore dalla fronte.
Si sta avvicinando l'inverno, perché diamine sto sudando così tanto? Ho pure caldo
«Vuoi fare una pausa?» mi chiede guardandomi dal basso
«Ce la faccio»
Mi accingo a cogliere altre mele
«Ehi, guarda là»
Giro lo sguardo e vedo un ragazzo quasi accasciato per terra
«Andiamo a vedere cos'ha»
Annuisco e scendo dall'albero, avvicinandomi con Ruben alla figura.
Distinguo praticamente subito i tratti fisici di Jungkook
«Ma è il principe?» chiede il biondo più allarmato di prima
«Si, è lui» dico fermamente, avvicinandomi.
Mi accovaccio all'altezza del suo viso
«Ehi J-»
Mi blocco immediatamente, distogliendo lo sguardo
«Vostra altezza, state bene?»
Lo guardo e vedo che sta sudando ed è particolarmente affannato.
Tendo le braccia verso di lui per dargli un appoggio e il moro direttamente si lascia cadere su di me. Faccio in tempo a poggiare la mano dietro per evitare che entrambi cadiamo per terra
«Ed ora che facciamo?» chiede disperatamente Ruben.
Rifletto un attimo su come poter affrontare la situazione
«Lo portiamo da noi»
Senza dare il tempo al ragazzino di farmi domande, carico Gguk...Jungkook, sulla schiena.

*vi prego, immaginatevi Thomas Brodie da adolescente


***
rileggendo questa storia per poterla pubblicare, mi rendo conto che è profondamente diversa da qualsiasi altra storia io abbia mai scritto.
comunque, anch'io vorrei che piovesse qui ogni tanto, dove abito io non piove quasi mai :"(

𝕶𝖎𝖓𝖌  ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏWhere stories live. Discover now