Chapter Thirty-Eighth

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·Tae·

«Che ti succede? Tu e Testa di cocco avete litigato?»
Zappare è una delle cose più faticose qui al campo
«Taehyung?»
Mi fanno sempre male tutte le braccia dannazione, le spalle non sono da meno
«Mi devi fare bestemmiare tutte le divinità che conosco?»
E ogni volta ho i calli sulle mani
«Oh, Gguk!»
Lascio cadere la falce e punto lo sguardo in dove indica il dito di Jooheon.
Non c'è nessun Gguk.
Mi giro a guardarlo male e me lo ritrovo a braccia incrociate, con tanto di sopracciglio alzato
«Davvero Tae? Davvero? Ho ragione allora a dire che avete litigato, anche se pensavo che dopo ieri fosse tutto risolto. Cos'è  successo?»
Abbasso il capo e riprendo la falce, tenendola in mano e osservandola
«Dimmi, gradiresti un altro pugno?»
«Sono due giorni che sei taciturno e spento, pretendo delle spiegazioni, quindi vedi di usare la bocca per dire più cose sensate e meno stronzate, e di non fare l'escremento di bue, perché voglio solo sapere come va»
Lo guardo sorpreso
«Ti stai forse preoccupando?»
Distoglie lo sguardo
«Certo che no, mi dà solo fastidio che ignori chiunque per colpa di un moccioso. E poi, se è vero che avete litigato, ammetterai che avevo ragione fin dall'inizio»
Lo guardo sull'orlo delle risate
«Non sei per niente credibile»
«Smettila di torturarmi con i tuoi stupidi giochetti da intellettuale e raccontami che diamine è successo prima che rimpianga la mia richiesta»
Sospiro
«Ci spostiamo sull'albero delle confessioni?»
Annuisce.
A Jooheon prima non piaceva per niente che andassimo sull'albero delle confessioni, riteneva che averne uno fosse infantile e privo di senso. La volta in cui fu rifiutato da sua madre, mi supplicò di portarlo su quell'albero. Avevamo poco più di tredici anni
«Il panorama è sempre splendido, non trovi?» commento guardando al di là della foresta
«Me ne sto altamente fottendo»
È bravo a distruggere la poesia di certi momenti.
Ridacchio, gli rivolgo lo sguardo, mi siedo con le ginocchia piegate e le mani serrate in una presa su di esse
«Bene, con Gguk è successo un casino per colpa solo ed esclusivamente sua»
Riformulo le parole da dire nella mia mente, per poi sospirare ed iniziare il racconto
«L'altra notte tu ci hai visti baciarci; non so le tue considerazioni a riguardo, ma immagino che non vorrai mandarmi al rogo, quindi sono quasi tranquillo sulla questione»
«Non mi di-»
«Zitto. Hai voluto che parlassi io, ora mi ascolti in silenzio»
Il rosso annuisce, stranamente ubbidendo, così procedo col discorso
«Ci siamo allontanati dopo che sei entrato tu e ci siamo, per così dire, addormentati, anche se io ero sveglio e percepivo Gguk muoversi in continuazione. La mattina mi sono svegliato molto prima di lui e sono subito entrato nel panico, credendo che potesse denunciarmi»
«Non mi sembra gli sia dispiaciuto così tanto»
Alzo le sopracciglia, allineo le labbra, pongo le mani giunte di fronte a lui
«Ad ogni modo, mi è salito il panico, anche perché lui era più perso di me. Ciononostante, non percepivo e non percepisco del tutto il pentimento per averlo baciato. Mentre dormiva, mi sono soffermato sulla sua figura e ho notato uno stemma con quattro lettere, iniziali del re e del principe»
Il mio amico sgrana gli occhi
«Stai forse dicendo che lui...»
«Gguk non è chi ci ha fatto credere di essere - abbasso lo sguardo - ma il principe, Jungkook»
Guardo per bene Jooheon, il quale è talmente incredulo da non riuscire a proferire parola
«I-io, per quanto avessi un brutto presentimento, non avrei mai potuto sospettare una cosa simile. Se non me lo stesse dicendo Kim Taehyung proprio su questo albero, non ci crederei»
«Anch'io ero totalmente incredulo all'inizio, ma quelle lettere, le coincidenze e la sua reazione alla mia scoperta, mi hanno confermato che ho ragione, purtroppo» dico in tono dispiaciuto e spento
«La cosa deve averti fatto davvero male, Tae»
Il mio autocontrollo viene meno ed inizio a piangere, così Jooheon mi abbraccia ed io lo stringo forte a me. L'unico, è stato l'unico che c'è sempre stato per me e non mi ha mai abbandonato, neanche quando aveva la possibilità di viaggiare e restare in quei bei luoghi che descriveva come il paradiso. I miei genitori, il re e la regina, Gguk o Jungkook che sia, mi hanno abbandonato ed io, come uno stupido, continuo ad affezionarmi a chiunque mi desti un minimo di interesse
«Tae...non pensavo potessi rimanerci così...male» commenta a tratti, con leggerezza, per non infierire, accarezzandomi i capelli dolcemente
«È c-che credevo potesse essere speciale»
«Ti passerà, serve solo del tempo»
«T-tempo? Quanto ce n'è vorrà?»
«Il tempo per guarire dalle pene d'amore varia da persona a persona»
Le sue parole mi lasciano interdetto, mi allontano leggermente e lo guardo
«Ma io non lo amo» dico in tono quasi schifato
«Amico mio, sai che non ti giudicherei mai»
«No Jooheon, non capisci in che casino sono?» dico frustrato
«Io non provo amore, io- io non lo so perché l'ho baciato, era un mio desiderio, un istinto...e l'ho fatto»
Il rosso scioglie l'abbraccio
«Capisci che per questo mondo sono sbagliato? In più la persona che ho baciato con tanto desiderio non ha fatto altro che ingannarmi fino a quando ha potuto» affermo quasi disperato.
Tiro su col naso
«Dov'è finito il Taehyung che se ne frega?» chiede dispiaciuto
«È qui e se ne frega di aver provato qualcosa per un ragazzo, ma non riesce a fregarsi del fatto che quel ragazzo lo abbia preso in giro»
«Le cotte fanno male»
«Smettila, non è una cotta, vale di meno»
«Perché devi ostinarti a negarlo?»
Mi allontano dalla sua figura, mettendomi le mani tra i capelli e stringendo il capo
«Perché questa situazione mi sta fottutamente facendo impazzire»
«Tae! Joohoney! Scendete, presto!»

Non avevamo concluso il discorso, ma ci sarebbero state altre occasioni; intanto, bisognava aiutare il personale a portare dentro i carichi invernali.


***
taehyung e le pene d'amore is the way

𝕶𝖎𝖓𝖌  ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏWhere stories live. Discover now