Chapter Forty-Sixth

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·Tae·

Nel momento successivo alla mia affermazione, sentiamo dei rumori provenire dal corridoio e sui nostri visi si dipinge la preoccupazione
«Facciamo che io e Sunmi restiamo di guardia, uno sulle scale e l'altra alla porta. Tu sei sicuro di riuscire a svegliarlo?» si rivolge a me Jooheon.
Annuisco, anche se con meno convinzione di quella necessaria, poi i due si apprestano ad uscire dalla stanza e adempiere al compito deciso.
Rimaniamo soli, io e il corpo di Jungkook, con solo il suono dei suoi sospiri a contornare il silenzio.
I miei occhi vagano per la stanza, dal letto a baldacchino, fino alla finestra, all'armadio lussuoso e ai numerosi scritti posati su una sedia.
Ho bisogno di un'idea.
Poggio i gomiti sulle ginocchia, giungo alle mani, aspettando che il mio cervello elabori.
Se sta sognando è preso dall'episodio che il suo subconscio gli sta suggerendo, ma forse parlandogli potrei riuscire a smuovere qualcosa in lui.
Poggio gli avambracci sul letto, la guancia posta sul sinistro, con il viso vicino al suo
«Jungkookie»

·Kook·

Stavo stringendo quella mano come se ne valesse della mia vita.
La fuga dalle mura era stata una mossa avventata, ma in me cresceva il senso di libertà.
Non i miei genitori, né le nutrici o persino Madame mi passarono per la mente in quel momento. Non una singola immagine vedevo, se non quella del ragazzo che mi stava donando la libertà e con essa, la felicità.
Corsi al punto che le ginocchia iniziarono a dolermi, ma continuai dietro di lui, la cui energia pareva inesauribile.
Attraversammo il cortile, corremmo nei ciuffi d'erba ribelli, oltre il limite, dove ad essere ribelli erano anche i nostri spiriti vogliosi di vivere.
Quando ci fermammo sembrava che fossimo davvero lontani. Ci stendemmo sul prato illuminato al chiaro di una luna piena, con i capi rivolti l'uno all'altro, i corpi sfiniti e stanchi, ma i cuori pieni di vita. Guardai ansante gli occhi del giovane e gli sorrisi
«Taehyung, sei così bello» ammisi spensierato.
Il bruno mi sorrise e prese ad accarezzarmi il viso, io mi rivolsi alle stelle
«Ce l'abbiamo fatta, è incredibile»
Sorridevo colmo di gioia e felicità, mentre recuperavo fiato e riposavo le membra.
Taehyung strinse la mia mano.
Il nostro sembrava un contatto così...profondo, reale.
Si avvicinò a me, ne sentii il respiro sul collo
«Ce l'abbiamo fatta»
Il suo tono, così innaturale, era troppo che non sentivo la sua voce
«Jungkookie, è tempo di svegliarsi»
Lo guardai.
Aveva il volto serio e cupo, non riuscii a dire nulla
«Svegliati»
Svegliarmi?
«Jungkook»
La realtà divenne confusa, iniziò a girarmi la testa
«Jungkook, Jungkook...»
La mia vista si appannò
«Jungkook, svegliati»
Lo sentii sempre più lontano e ovattato
«Jungkook! Jungkook svegliati!»

«Jungkook!»
Spalanco gli occhi, sentendomi subito rigido, e la prima cosa che vedo è l'espressione di Taehyung plasmata dalla preoccupazione.
Lo guardo, sento la sua presa sulla mia mano e noto quanto la distanza fra noi sia limitata.
I suoi lineamenti si lasciano andare ad un sospiro e prende posto sul suo viso una faccia stanca, ma più rilassata
«Menomale che ti sei svegliato» sospira adagiando il viso sui palmi.

Siamo sicuri che il sogno si sia concluso? No perché la situazione appare inverosimile: Taehyung è qui con me, nella mia stanza, la sua presa stretta alla mia mano, mi sta dando del "tu", non mi sta ringhiando contro ed è a un palmo dal mio naso.
Mi strofino gli occhi incredulo, ma quando li riapro lo ritrovo ancora lì, con la sua espressione fattasi serena e gli occhi taglienti a scrutarmi. Ricambio lo sguardo, senza dire una parola, senza chiedere spiegazioni. Non ne necessito, in questo momento il vuoto che si era creato negli ultimi tempi a causa della sua mancanza sta venendo colmato, anche se il mio respiro, al contempo, sembra essersi arrestato bruscamente
«Vostra Altezza!» esclama una serva spalancando la porta della mia camera.
Dopo avere sussultato, vedo dietro di lei mia madre e una guardia, mentre, fuori dalla porta, Jooheon e Sunmi.
Se prima ero confuso, ora non ci sto capendo più nulla
«Amore mio!» accorre immediatamente la regina.
Me la ritrovo vicinissima al viso, con le sue mani su di esso a tastarmi come se volesse provare che sono reale
«Mam- mamma!» esclamo bloccandole le braccia. Sento la leggera risatina di Jooheon e vedo la serva e Sunmi coprirsi il volto, mentre la guardia avanza.
Mia madre mi controlla il viso e le braccia, facendomi un'enorme quantità di domande, a cui rispondo con un sonoro sospiro
«M-maestà, vi avevo detto che il principe non era solo» afferma insicura la serva a me praticamente sconosciuta.
Mia madre si volta verso di lei
«Mio figlio sta bene, l'unico evento di cui sto tenendo conto in questo momento. Inoltre, desidererei sapere cosa ci fanno qui più persone di quante ce ne debbano essere. Avete la bocca per potervi esprimere, esigo delle spiegazioni che mi convincano a non sbattervi in galera, volgarmente parlando»
Si alza, mettendosi dritta, con le mani vicine al ventre, spostandosi una piccola ciocca sfuggita all'acconciatura dietro l'orecchio.
Lancio uno sguardo a Taehyung, che è rimasto come attonito, ha le labbra schiuse, con lo sguardo su mia madre.
Probabilmente gli fa un certo effetto avere davanti la donna che, insieme a mio padre, lo ha "salvato"
«Dunque? Attendo le mie spiegazioni» continua mia madre, impaziente.
Si fa avanti Jooheon, per metà vestito da...donna, e si inchina
«Vostra Altezza, prego perché la mia breve storia non vi annoi. Sunmi ha notato stamattina che Sua Altezza il principe non dava cenni di potersi svegliare e, preoccupata, è venuta da noi, me e il mio amico Taehyung, servi del cortile esterno. Noi ci siamo preoccupati e abbiamo deciso di venire qui per tentare di fare qualcosa, ma per poter entrare abbiamo in qualche modo dovuto aggirare alcune persone, proprio come la serva che, in buona fede, vi ha avvisata» termina il racconto col cappello al petto.
Probabilmente Jooheon la starà insultando come non mai dentro di sé quella povera disgraziata
«Spiegatemi perché la ragazza avrebbe dovuto chiamare proprio voi due»
Jooheon e Taehyung si scambiano uno sguardo che sfugge agli occhi iracondi di mia madre
«Madre, Taehyung aveva già avuto esperienza. Anch'io mi sono stranito ed ho minacciato di sbatterlo in prigione per averlo ritrovato qui, ma prima di quel momento ero perso da un sogno da cui probabilmente non sarei riuscito ad uscire presto» spiego tentando di mostrare gesti che lascino credere che io stia dicendo la verità.

«Vostra Maestà, scusate l'interruzione, ma credo che a questo punto sia di dovere rendere Taehyung un servo degli interni»

***
ヽ(。◕o◕。)ノ.

(nulla, la faccina mi faceva ridere)

𝕶𝖎𝖓𝖌  ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏWhere stories live. Discover now