Chapter Forty-Third

457 29 0
                                    

·Tae·

«Ultimamente fa freddo, tra un po' inizieremo pure a portare i guanti»
«Già, è proprio vero»
«Dovremmo anche passare dal bottegaio e chiedergli per quelle pellicce»
«Mhmh»
Il mio amico si ferma nel bel mezzo della strada, mi guarda con aria di rimprovero, mentre le luci del tramonto si infrangono e mischiano al colore dei suoi capelli
«Parlare con te è davvero entusiasmante, te l'hanno mai detto?»
Mi gratto il capo e sospiro
«Scusami»
«Quando avrai intenzione di parlarmi di te e del principe?»
Alzo le spalle, non mutando la mia espressione
«Oh andiamo, da quando in qua fai tanto il riservato? Mi dà sui nervi questo tuo modo»
«Ma se provassi semplicemente a chiedermelo?»
Assottiglio lo sguardo, mentre Jooheon distoglie il suo
«Non è da te giudicare i toni altrui. Si vede che stai male. Su, raccontami»
Ricominciamo a camminare
«Voleva parlarmi e darmi delle spiegazioni, ma io non avevo e non ho tutt'ora intenzione di ascoltarlo. Ha provato a scusarsi e tutto, ma, ovviamente, non ho accettato né creduto ad una singola parola»
Guardo dritto davanti a me il sassolino che sto calciando col destro, amareggiato dagli eventi recenti
«E quindi avete litigato?»
«Gli ho detto che non abbiamo mai avuto un vero legame e che per me lui è e resta solo il mio principe»
«Cosa assolutamente non vera» aggiunge Jooheon.
Alzo finalmente lo sguardo solo per guardarlo male
«E invece sarà così»
«Solo che per ora non lo è ed è difficile. Tenendo in conto che non lo abbiamo mai realmente conosciuto, data la sua bravura nel mentire, chi ti dice che non te la farà pagare in qualche modo?»
Storcio il naso
«Non mi sembra proprio il genere di persona»
«Non sembrava neanche tipo...il principe»
Jooheon rigira il coltello nella piaga senza neanche accorgersene
«Non credo abbia voglia di farmela pagare, direi che ha già fatto abbastanza»
«Tae, è una questione seria. Quei nobili sono tutti intrippati con la religione, la chiesa e altro, mentre noi conosciamo una realtà diversa e abbiamo un modo di pensare che non appartiene al nostro tempo. E questo lo rende pericoloso»
Jooheon mi sta guardando, ci siamo di nuovo fermati
«Come potrebbe denunciarmi quando la cosa andrebbe a suo discapito? Ci rimetterebbe la faccia e la fama»
Oltre al semplice fatto che non mi sembra così perfido
«Le persone sono capaci di tutto e ciò che esce dalla bocca di un re o di un principe, per quanto assurdo possa suonare, sarà sempre l'incontestabile»
Eppure...
Abbasso lo sguardo e le mie dita si insinuano tra le ciocche disordinate
«Mi è così difficile immaginarlo»
«Taehyung, sei stato concepito dal fato per vedere il bello nelle persone, sei sempre stato così, ed io sono qui per proteggere un raggio di luce come te. Permettimelo»
Con le sue mani poggiatemi sulle spalle, gli occhi ricolmi di preoccupazione e affetto e il tono pacato e gentile, viene fuori la parte più amorevole di quello che considero il mio migliore amico e mio fratello.
Gli sorrido
«Grazie Joohoney, ma mi fido del mio istinto e non credo che Jungkook ci tenga a ferirmi ancora o a compromettere la mia incolumità»
Non so se lo fa per una sua correttezza morale o perché gli importa realmente di me, sono solo sicuro che non lo farebbe
«Vedi tutto sotto una luce talmente sentimentale da sembrarmi quasi Sunmi»
Aggrotto le sopracciglia
«Promettimi di rifletterci e di mettere da parte i sentimenti per capire come stanno le cose»
Annuisco
«Te lo prometto, anche se non so di quali sentimenti tu stia parlando»
Il rosso alza un sopracciglio, lascia ricadere le proprie mani lungo i fianchi e esprime uno "Tks" divertito, per poi riprendere a camminare
«Certamente non ero io a slinguazzarmelo quella notte alla bottega»
«Davvero, Honey?»
Marco il soprannome, sapendo di dargli fastidio
«Ti giuro che credevo di essere tanto ubriaco dall'essermelo immaginato...speravo in te e Sunmi fin troppo»
«Ci credevi più tu che noi» osservo inumidendomi le labbra
«Probabilmente se facessi questa conversazione con qualcuno penserebbe che sei figlio di Satana»
«Dammi pure dell'eretico, ma non credo che Satana verrebbe proprio da me»
«E rieccoci con le affermazioni scomode»
«Mi fido ciecamente di te»
«Per tua fortuna non sono un traditore e tu non sei ingenuo, perché davvero, parli più schietto di me»
Ridacchio
«Cos'è, un elogio o un'offesa?» lo guardo con la sfida negli occhi
«È questa tua domanda?» ricambia
«Touche»
«Termini inglesi, Tae»
Roteo gli occhi e sorrido.
Chiacchierare con Jooheon fa sembrare tutto molto più leggero, con lui mi sento libero di essere me stesso, anche se molte delle cose che mi appassionano non catturano il suo interesse
«Certe volte penso che quei ricchi schifosi che detengono i privilegi della vita non conoscano la gioia e soddisfazione dello sdraiarsi su un prato, al termine del giorno, dopo ore di duro lavoro»
«Eh già» affermo sovrappensiero, mentre l'erba mi solletica il padiglione
«Domani hai la zona ad est?» chiedo
«Si, sarò insieme a Ruben» sbadiglio
«Come ti sembra quel ragazzo?»
Mi scocca un'occhiata
«La verità? Strano. Credo faremo amicizia, è un gran lavoratore ed ha grinta»
«Mh anche tu sei così»
Ridacchio
«Insomma, ultimamente preferisco di gran lunga dormire. Quando diamine arrivano le vacanze?» chiedo lagnandomi
«Probabilmente a Natale»
«Il nostro è un regno ingiusto» affermo con uno sbuffo
«Se non altro, hai scoccato un bacio al principe, è come se avessi sovrastato il potere per un po'»
Lo guardo storto, notando che il suo viso è volto al cielo
«Sei contorto e strano»
«Ha parlato il finto letterato»
«Almeno io mi diverto»
«Ed io no?»
Lo guardo
«Voglio un coniglio» affermo ottenendo uno sbuffo divertito
«Mi batti nella stranezza»

Quando sorride, Jungkook sembra un coniglio.

𝕶𝖎𝖓𝖌  ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora