Chapter Thirty-Third

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·Tae·

Parlare mentre si sorseggia vino rosso e caldo è una delle cose più piacevoli, specialmente quando si è in buona compagnia. Benché gli amici di Jooheon e Jooheon stesso siano belle persone con cui intraprendere una conversazione, io e Gguk stiamo parlando tra di noi da quando ci siamo seduti. I nostri visi si sono scaldati, i nostri sorrisi allargati e i nostri discorsi si sono spinti oltre il senso logico delle cose. Sarà il vino, sarà la felicità...alcuni dicono che l'uno sia il sinonimo dell'altro, ma, personalmente, non ci ho mai creduto; penso piuttosto che l'ebbrezza che provo in questo momento non sia solo dovuta al vino, ma a Gguk stesso.
Eppure ci sono così tante persone, saremo una quindicina...ma i miei occhi, la mia attenzione, la mia mente, forse pure il mio cuore, sono rivolti a lui, che ora sta ridendo, mostrando quei suoi denti coniglieschi, accentuando col sorriso le guance paffute e arrossate dal vino e dalla calura.
È stupendo.
Ho sempre pensato che Gguk fosse un bellissimo ragazzo, ma per una cosa o per un'altra stasera appare più bello che mai
«Gguk» lo chiamo interrompendo la qualsiasi cosa di cui stava parlando.
Lui mi guarda
«Sei davvero bello»
Lo vedo sorprendersi per un momento, ma subito la sua sorpresa viene rimpiazzata da un sorriso imbarazzato
«G-grazie, lo sei anche tu» risponde
«Lo dici per cortesia?»
«Lo dico perché lo penso» fa più seriamente.
Distolgo lo sguardo e sorrido quasi nascostamente.
Chissà perché, oggi ho un'irrefrenabile voglia di stargli accanto e...toccarlo.
Soddisfo i miei desideri, scompigliandogli i capelli
«E dimmi, tu, Gguk, com'è stare negli interni?» gli chiede un'amica di Jooheon
«Oh, tutta un'altra cosa, ve lo assicuro. È tutto così...chic, di classe, ma noioso, davvero. Conosco ogni abitudine dei reali ed ogni loro obbligo, non si divertono per niente»
«Sarà sicuramente compensato da tutto ciò che hanno la possibilità di fare» risponde lei ammiccando.
Perché ammicca? A Gguk poi, con tutte le persone che ci sono
«Oh si, ma personalmente mi annoierei se fossi nei loro panni» le sorride lui.
Ditemi che non sto assistendo al rimorchio...disgustoso.
I due sfociano in altri discorsi e nel mio stomaco si inizia a formare una specie di fastidio.
Ora le opzioni sono due: richiamare l'attenzione di Gguk o iniziare una conversazione con una delle tante persone presenti.
Opto per la seconda e mi rivolgo ad un ragazzino accanto a me, il quale sembra più addormentato che altro
«Tu come ti chiami?»
«Sebastian, ma sinceramente non ho voglia di farti da ruota di scorta...non stasera, sono stanco»
Spalanco gli occhi e lo guardo sbattendo velocemente le palpebre.
Annuisco incerto e mi rivolgo alla persona davanti a me, lasciandolo stare.
Inizio a conversare, sfruttando il mio essere estroverso, ma quasi subito la discussione si disperde, mentre Gguk sta ancora parlando con la tipa, che si è addirittura permessa di mettersi vicino a lui.
Che cavolo.
Ma perché devo mettermi da parte io?
«Quindi di che parlate?» mi introduco nella conversazione ed attiro l'attenzione di entrambi.
Gguk mi guarda
«Betty mi stava...»
Sento la musica venir suonata e mi appresto ad alzarmi
«Su, andiamo! Si balla!» esclamo e al mio quasi appello, tutti mostrano un grido di consenso.
Mi permetto, così, di prendere Gguk per la mano e trascinarlo poco aggraziatamente in pista, insieme a tutti i giovani che ora stanno ravvivando la serata
«Ma Tae!» esclama facendo il finto offeso
«Come se non ti avessi appena fatto un favore» ammicco rivolgendogli un sorriso sghembo.
Lui, rosso in viso, non smette di sorridere
«Va beneeee» fa prendendomi entrambe le mani e buttando la testa all'indietro.
Sì, è andato.
Mi inizia a far girare insieme a lui ed io lo seguo, non proprio nel pieno delle mie facoltà.
Dopo qualche brano allegro in cui io e Gguk balliamo come due idioti, andando pure a sbattere contro le persone; arriva un lento ed istintivamente tutti rallentiamo e minimizziamo i nostri gesti.
Come mossi da un incantesimo, i corpi mio e di Gguk si avvicinano, quasi creando...imbarazzo?
Gguk non riesce a guardarmi negli occhi, ma guida i miei passi, come se sapesse già cosa fare, come muoversi
«Quando hai imparato?»
«Da piccolo, a corte» fa con naturalezza.
Non do molto peso alle sue parole, troppo occupato e perso nei suoi lineamenti delicati e pieni di gioia.
I nostri bacini arrivano a sfiorarsi e il mio corpo viene scosso da brividi particolari, nuovi per me.
I nostri movimenti si omologano alla musica e Gguk mi circonda il collo con le braccia, appoggiando il capo sulla mia spalla.
Lo stringo a me e lui ricambia subito, poi il suo capo si sposta dalla spalla ed il suo viso si fa vicino al mio.
Rimaniamo entrambi un po' scossi dalla poca aria a causa dell'avvicinamento.
Quasi ci fermiamo totalmente, non solo materialmente, ma anche col pensiero, rimanendo l'uno negli occhi dell'altro, come se il resto non stesse intorno a noi.
Data la situazione, do corda ai miei desideri e mi avvicino ulteriormente al suo viso, dopodiché Gguk mi poggia entrambe le mani sulle guance e mi sorride, per poi abbracciarmi.
Forse un abbraccio non era ciò di cui avevo bisogno.

·Kook·

Io e Taehyung stiamo tutta la serata a ballare insieme e a ridere come due bambini.
Jooheon ci ha proposto di rimanere qui la notte, dato che si è fatto veramente tardi e il palazzo reale è abbastanza lontano.
Infondo non succede nulla se rimango una notte fuori, no?
E poi mi sento confuso, non riesco a riflettere sulle mie azioni o sul perché io le stia compiendo.
Dopo le danze ci siamo tutti riseduti a parlare.
Il corpo di Taehyung è sorprendentemente comodo.
Ha un corpo magro, ma morbidoso, mi piace molto...
Arrossisco ai miei stessi pensieri indiscreti; come faccio a pensare una cosa del genere su Taehyung?
Scoppio a ridere, dando la colpa al vino.
La mia risata fa sobbalzare il ragazzo sotto di me, il quale si sporca per sbaglio con la schiuma della birra che stava bevendo
«Gguki, ma che ti prende?» fa iniziando a ridere insieme a me.
Dal momento che si è sporcato sulla guacia, raccolgo la schiuma con l'indice, per poi metterlo tra le mie labbra e pulirlo.
Il moro smette di ridere e lo vedo con gli zigomi quasi arrossati.
Istintivamente si avvicina al mio volto disteso sul suo petto ed io faccio lo stesso, ma poi la nostra attenzione viene richiamata dalla propretaria della locanda, la quale dice che ormai si è fatto tardi e che tutti dobbiamo "sloggiare".


***
buon halloween 🧡🖤

𝕶𝖎𝖓𝖌  ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏWhere stories live. Discover now