Chapter Twentieth

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·Tae·

«Tu e quel ragazzo avete un'intesa pazzesca» commenta Jooheon lasciando che del fumo lasci le sue labbra
«Che c'è, sei geloso?» chiedo divertito all'idea.
Il rosso mi guarda storto
«Ma ti pare? Geloso di un ragazzino a caso piombato nella tua vita da qualche giorno? E poi, è impossibile sostituirmi»
«Certo che ne hai di fiducia»
«Staresti dicendo che non è così?»
«No, per carità, non potrei mai sostituirti»
«Ecco» conclude, per poi prendere un altro tiro
«Solo...mi insospettisce» riprende
«Ti insospettisce?»
«Già. Non mi ispira per niente fiducia ed ha dei modi strani di porsi e di agire»
Alzo gli occhi al cielo stellato
«Considera che è servitore degli interni e sta lì dalla tenera infanzia»
Il mio amico storce il naso
«Si, ma ciò non cambia il fatto che non mi ispiri fiducia»
«Come vuoi, tanto è mio amico, non tuo» faccio in tono monotono
«Preservati»
Sbuffo
«Si, si. Io mi preservo, ma fallo anche tu e butta quella roba, che domani dobbiamo alzarci presto» gli raccomando
«Come dice lei, mammina» fa divertito per  poi buttare l'ammasso di tabacco.
Ci alziamo dal prato e raggiungiamo la stalla
«Comunque sono serio. Fai attenzione a quel ragazzino, non mi ispira»
Lo guardo indifferente
«Questo lo hai già detto»
Sbuffa, per poi alzare le sopracciglia.
Senza più fiatare, ci mettiamo a letto.

·Kook·

Lui me lo disse ed io urlai.
Nero.
Corsi sempre più velocemente.
Dovevo raggiungerla.
Perché non ci riuscivo?
Quella luce sembrava così rassicurante, il mio posto sicuro.
Non mi sarei mai salvato se non fossi riuscito a raggiungerla.
La luce...l-la luce...

«L-la l-lu...ce...»
«Vostra Altezza?»
Di chi è questa voce?
«Altezza?»
Mi sento scuotere
«Pricipe, svegliatevi»
Delle mani continuano a scuotermi, costringendomi ad aprire gli occhi. Una volta focalizzato la figura della serve, la osservo stanco, sentendo la schiena far male e i polpacci formicolare
«Vostra Altezza, tutto bene? Non avete per nulla una bella cera. Come vi sentite, avrete la febbre? Posso controllare»
Rilascio un lamento, scuotendo le mani davanti alla serva, che mi sta facendo troppe domande ed io mi sono svegliato ora
«Vostra-»
«Per carità!» esclamo alzandomi con uno scatto.
Per l'impatto, una volta in piedi, quasi non cado per terra.
Mi sorreggo al mobile della specchiera, stringo gli occhi e li riapro, constatando di riuscire a camminare, nonostante la testa pesante, la schiena e i polpacci.
La signora si avvicina, guardandomi preoccupata
«Ho capito cosa intendete, ma fidatevi, sto benissimo. Era solo un incubo» la rassicuro.
Lei annuisce un po' incerta
«Il vostro bagno è pronto e la colazione è già stata servita da molto»
La guardo stranito
«Posso domandarvi che ore sono?»
«Il sole ha da poco superato il punto massimo d'arrivo nel cielo»
Spalanco gli occhi.
Non ricordo di essermi mai svegliato tanto tardi in tutto il corso della mia vita
«Santo cielo» esclamo sorpreso
«Ieri notte siete rientrato parecchio tardi, in piena cecità»
Mi strofino gli occhi
«Mi avete visto?»
«Solo io, ero rimasta sveglia per il turno in cucina»
«Vi prego di non dirlo a nessuno» le dico serio
«Non lo farò, principe. Ma fate attenzione, preservatevi»
Annuisco convinto anch'io delle sue parole.
Esco dalla camera e raggiungo la zona delle abluzioni e purificazioni, con l'intento di farmi un bagno.
Chiudo la porta e mi svesto, per poi raggiungere la vasca e cimentarmi nell'acqua calda, inebriando il profumo delle candele.
Mi rilasso del tutto, fino a svuotare la mente da tutti i pensieri.
Chiudo gli occhi.

Sento un botto e sobbalzo, mettendomi immediatamente seduto.
Neanche il tempo di metabolizzare, che vedo Taehyung, con una faccia sconvolta, uscire di fretta dalla stanza.
Mi sento il viso scaldare e il battito accelerare.
Era davvero lui?
Imbarazzante.
Non capisco perché queste figure capitino proprio a me, in presenza pure di persone alle quali voglio dare una buona impressione.
Cristo.
Col fiato in gola per lo spavento e la figura, decido di alzarmi, reputando il momento di relax ufficialmente finito.
Ma dico io...neanche un momento di pausa? E poi...lui non dovrebbe star lavorando?
Un secondo.
Che cazzo ci fa lui qui?
Sento il panico pervadermi al pensiero che possa aver capito qualcosa o che qualcuno scopra che si è intrufolato  a palazzo.
Bello vivere con lo stato dell'ansia.
Sono un vero idiota e dovrei troncarla questa situazione.
Ma lui non mi parlerebbe più, perché i reali non sono fatti per stare con i servi ed i servi non sono fatti per stare con i reali; sono due mondi distinti e separati.
E poi lui li trova ridicoli...ci trova ridicoli.
Mi metto le mani nei capelli per l'ansia, tirandomeli leggermente.
Troppi pensieri in una volta sola, devo capire cosa fare.
Doveva per forza entrare qui?!
Sospiro
«Sarà meglio che lo raggiunga» dico tra me e me, iniziando ad asciugarmi.
In fretta e furia, mi vesto con solo l'intimo, non avendo a disposizione i soliti vestiti che uso in "incognito".
Esco velocemente dalla stanza e corro per il corridoio, optando per il controllo del piano
«Buongiorno Vostra Altezza» mi saluta una serva
«Scusatemi, sono di fretta» dico col cuore in gola
«Cercate qualcuno?»
«Sì e sto riscontrando parecchie difficoltà nel trovarlo»
«Se è per caso un ragazzo dai capelli castani e di magra statura, allora è appena corso al piano di sotto. Presumo vogliate rimproverarlo per l'infrazione. Non dovremmo chiamare le guardie?»
Riacquisto un po' di compostezza, assumendo un atteggiamento autorevole per apparire credibile
«Vedete, un giorno sarò re e, come tale, devo essere operativo in tutto ciò che mi compete. Questa è una cosa che posso tranquillamente risolvere senza l'intervento di esterni. Ora, scusatemi, ma il dovere mi chiama»
Dalla sua espressione, sembro essere stato convincente.
Sto diventando piuttosto bravo a mentire.
Ricomincio a correre, andando al piano di sotto e intravedo la testa di Taehyung varcare la soglia dello stesso stanzino in cui mi ero infilato io, per sfuggire ai due consiglieri di palazzo che stanno passando proprio da lì.
Prima che mi vedano, mi rifugio nella parte opposta alla loro traiettoria, posizionandomi dietro un'armatura, non trovando altra via d'uscita.
Non credo che questa cosa funzionerà.
Stringo gli occhi nel momento in cui passano
«Vostra Altezza, buongiorno» mi saluta uno dei due.
Meraviglioso, complimenti alla testa di cazzo che sono.
Riapro gli occhi  e di scatto mi metto sull'attenti, davanti a loro
«Buongiorno anche a voi» sussurro per non far rimbombare la mia voce nel corridoio
«Altezza, vi è qualche problema?» mi chiede l'altro, guardandomi stranito
«Ho semplicemente del mal di gola e stavo giusto andando a prendere un infuso per alleviare il dolore. Vogliate scusarmi» dico sorpassandoli, facendo una figura a dir poco scortese
«Rimettetevi presto» mi augurano entrambi.
Le bugie stanno diventando necessarie pure per muovermi all'interno del mio stesso castello. Assurdo.

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