Chapter Seventy-Seventh

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·Tae·

«Tae...a-ancora»

Dovrei smettere di pensare ai gemiti di quel ragazzino e concentrarmi sul piegare tutte queste camice e giacche. Ho le dita tutte intorpidite, fa un freddo cane, mi chiedo come stiano Ruben e Jooheon là fuori, dovevano anche aggiustare il tetto della capanna. Più tardi scenderò a dar loro una mano, gli porterò qualcosa di buono dalla cucina di Jin e riscalderemo del vino rosso da bere ad uno dei tavoli della locanda. Inviterei anche Jungkook, ma so che è impegnato con le cose culturose e gli impegni da re; è davvero troppo stressato e pressato dagli altri, mi chiedo come faccia a mantenere questi ritmi. Per me sarebbe facile sostenerli se tutto ciò che studio o imparo mi interessasse e affascinasse, ma dovrei essere io a scegliere, mentre lui non può. Oggi, dopo la lunga serata di ieri e tutte le lezioni intensive, dovrà restare a parlare con suo padre, vorrei coccolarlo un po' prima che cada tra le braccia di Morfeo. Ieri sono rimasto ad accarezzarlo e abbracciarlo finché non si è addormento, è stato davvero bello e dolce. Dai suoi comportamenti indecisi e riflettuti, ho capito che non è abituato a questo genere di approccio, bisogna andare per gradi. Quindi, esaminando il tutto: prima ci siamo limonati, poi ci siamo dati piacere con le nostre labbra e infine abbiamo iniziato con piccole carezze, poi sfociate negli abbracci; è un po' al contrario questo percorso, ma è stato bello e completo. A riguardo, Jooheon ha insistito per darmi consigli ed ora che li ho sperimentati, sono contento che mi abbia obbligato ad ascoltarli, mi sono stati molto utili. Non tanto quelli sulla dolcezza, lì me la cavo meglio da solo, quanto sull'aspetto sessuale, io e Jungkook siamo alle prime armi, qualcuno deve consigliarci per forza e tra i viaggi di Jooheon non rientrano solo la Cina o il resto dell'Inghilterra, ma anche quelli dediti all'esplorazione del corpo. È un vero e proprio donnaiolo e si trova bene con se stesso. Mi chiedo come faccia, io da quando ho Jungkook non sento il bisogno di conoscere per bene nessun altro, però sono curioso di ogni sua sfaccettatura. Sono così con i colori e l'unica persona che mi colora le giornate è proprio lui. Vorrei passarci più tempo insieme, eppure mi mancano troppo i miei amici ed i campi.
Sbuffo, questa camicia ha addirittura due pieghe in più.

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·Kook·

Il tramonto è avvenuto da un pezzo, le giornate sono sempre più corte e la luce sempre più rara. Attendere la parola di una persona non è né un'abitudine né una cosa apprezzabile da me. Ma lui è mio padre e vuole parlarmi. Non mi convoca mai per parlare, che io sappia, non ho fatto nulla, quindi non dovrei sentirmi in ansia. Eppure, anche solo il suo nome fa venire i brividi, ti fa nurire una forte soggezione e non solo se sei un suo suddito. L'unica persona che non ne ha paura è mia madre.
Il portone si apre ed entra nella stanza la sua figura imponente. Mi inchino
«Salve padre»
«Salve»
Mio padre non mi chiama mai per nome, ha sempre ritenuto che fosse stupido chiamare un futuro sovrano con il nome straniero, ad insistere è stata mia madre, ma credo che tutt'ora Atelstano il mio nome lo odi
«Spero la vostra giornata sia stata produttiva» comincia recandosi più vicino a me
«Senz'altro, come ogni altra giornata»
«Così dev'essere la quotidianità di un futuro re»
Annuisco, un po' in ansia, non immaginando dove vuole andare a parare. Avanza con passo deciso e le mani giunte dietro la schiena, sistemandosi di fronte a me, a meno di un metro
«Per questo gli eventi di ieri mi hanno lasciato spiacevolmente sorpreso e sconcertato oltre ogni aspettativa» sentenzia con sguardo sottile e palpebre calate
«Lungi da me contraddirvi o fare insinuazioni, cosa sarebbe successo di tanto eclatante?»
Ho il panico addosso. L'idea che il cocchiere possa aver detto qualcosa è molto lontana dalla realtà, ma è l'unica cosa che mi viene in mente. Se fosse quello il fatto, però, probabilmente avrebbe già ordinato di farmi legare o imprigionare. Forse sta solo prendendo tempo e vuole che io lo ammetti
«Il vostro parlare pecca sempre di quell'arroganza e ironia tipiche del vostro carattere, non vi smentite mai»
È anche inutile sentirmi offeso, me lo dicono sempre lui e Madame, vorrei che la smettesse di divagare e girarci intorno, l'ansia mi sta divorando
«Tralasciando il vostro modo di esprimervi, sono venuto a conoscenza di fatti inaccettabili. Mi chiedo se Madame non abbia confuso il vostro servitore con un altra persona prima di renderlo tale. È disgustosa la mancanza di rispetto che ha mostrato nei confronti della musica legata alle feste del regno»
Resto scioccato dal suo discorso, ma riesco finalmente a respirare
«O-oh, beh, T- Kim, è uno spirito libero, lo avrei messo in riga, ma mi stavo intrattenendo con vari ospiti ed una fanciulla» dico in tono più sicuro e risoluto possibile, beccandomi lo sguardo scrutatore del re
«È stato un vostro errore, dovevate prevederlo» esprime freddo
«Sono profondamente dispiaciuto, io-»
«Niente scuse» scandisce
«Padre»
«Quando il vostro regno avrà bisogno di voi, sarete troppo impegnato a parlare per prevenire una guerra?»
Ha alzato il tono di voce, battuto fortemente una mano sulla pietra, provocando uno schiaffo sonoro, la sua gola sicuramente sarà stata raschiata dal nervoso.
Ed io mi ritrovo con gli occhi lucidi.
Indietreggio, tremante
«C-caro»
La voce flebile di mia madre che assiste dispiaciuta alla scena.
Senza dir nulla, mi volto e cammino a passo spedito verso l'uscita
«Con permesso, mi ritiro nelle mie stanze» affermo flebilmente
«Tesoro, è solo in pensiero per te»
Riesco a sentire il sussurro di mia madre, prima di uscire piangente dalla stanza e rifugiarmi altrove.
Certo, è in ansia per il futuro re. Un futuro re che non ha mai chiesto di esserlo e che non vuole diventarlo.
La biblioteca non è grigia eppure ai miei occhi grondanti di lacrime appare tutto sfumato.

***
si accettano scommesso su cosa farà jk

𝕶𝖎𝖓𝖌  ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏWhere stories live. Discover now