Chapter Fourth

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·Tae·

«Quindi dici che dovrei uscirci?»
«Assolutamente si amico mio!» esclama il rosso gesticolando, fiero del fatto che sia finalmente riuscito a trovare qualcuno.
Anche se in realtà è lei che ha trovato me.
Mi soffermo ad osservare il cortile di fronte a noi, lo sguardo, come al solito, corre fino al limite che nessuno può superare durante le ore lavorative.
Che noiosa la vita da palazzo; chissà se nelle altre parti del mondo è così, chissà com'è negli altri palazzi, quelli cosiddetti "tradizionali" del mio paese di provenienza, la Corea.
Non li ho mai visti, dicono siano strani, che assomiglino a dei templi...ma, ahimè, il regno in cui vivo è piccolo rispetto a molti altri.
Mi sono sempre chiesto come sia possibile che il re abbia sposato una donna di un altro mondo. Sua maestà la regina, suo figlio e qualche domestico sono coreani.
Mi chiedo perché, me lo sono sempre chiesto in realtà; sembriamo così diversi dagli altri regni...
Probabilmente hanno fallito nella conquista.
Personalmente, amo il posto in cui vivo; il re ha firmato accordi di pace con tutti gli altri regni confinanti, forse perché i nostri soldati non sono poi così forti. Io trovo questa circostanza migliore, perché conquistare quando si può vivere in pace e serenità? Io sto bene così e spero vivamente che il prossimo regnante non diventi un pazzo conquistatore.
L'origine sul nostro regno è antica e sconosciuta, ma mi ha sempre incuriosito, chissà se sui libri c'è scritto
«Oi Tae, ci sei?»
Strabuzzo gli occhi, rendendomi conto di essere di nuovo inciampato all'interno del vortice dei miei pensieri. Quando parto con certe cose, potrei restare ore a rifletterci su, è un qualcosa che mi esonera dall'intero mondo; non è male.
Volgo gli occhi al mio amico, sorridendogli
«Si si»
Mi guarda stranito, mentre si mordicchia l'indice
«Ma tu stai ancora dietro al re e alla regina per tutto? Non ti sei stufato? Insomma, potresti anche viaggiare con me ogni tanto, fare un po' di esperienza nel campo del commercio» fa
«Mh...vedi, è che io sono profondamente in debito con entrambi»
Jooheon alza gli occhi al cielo e sbuffa
«Come sei noioso»
«Già, noioso e pure in debito»
Lui ride leggermente e si alza, porgendomi poi la sua mano
«Su, dobbiamo terminare i preparativi per la festa del principino»
Questa volta sono io a sbuffare.
Più se ne parla più mi dà sui nervi.
Afferro la mano di Jooheon e mi tiro su, mi sistemo i vestiti ed insieme ci dirigiamo all'interno del palazzo. Il nostro amico chef Kim Seokjin ci ha gentilmente obbligati ad aiutarlo per la cena.
Anche lui è coreano e, a differenza di me e Jooheon, è stato appositamente scelto come chef per le sue incredibili doti culinarie sia nella cucina occidentale che in quella orientale. Seokjin è un bel ragazzo: alto, bruno, dalle spalle davvero larghe, bocca carnosa, occhi grandi. È una bravissima persona, un ottimo consigliere e amico.
Chissà che onore essere stati scelti dal re e dalla regina in persona...
Perché idolatro tanto quelle due persone?
Grazie a loro il regno è nel periodo della sua massima fioritura: nessuna guerra, nessuna crisi o malessere; sembra una fiaba, ma l'equilibrio di questo regno esiste davvero ed è sconvolgente.
Ma soprattutto io devo la mia vita ad entrambi i regnanti.
Quand'ero piccolo, molto, molto piccolo, mentre i due, all'epoca, nuovi re e regina stavano raggiungendo il regno vicino per stipulare un trattato di pace, lungo il tragitto che stavano percorrendo con la carrozza attraverso un bosco poco fitto, sentirono il pianto di un bambino.
Preoccupati, scesero dalla carrozza e seguirono il pianto del piccolo, trovandolo in lacrime rannicchiato dentro un albero.
Quel piccolo ero proprio io.
Non so nulla sui miei genitori, non so se ho o avevo fratelli o sorelle, non saprò mai se sono originario inglese o coreano.
Non ho mai avuto l'occasione di chiamare qualcuno "mamma" o "papà". Certo, raccontata così è una cosa davvero triste e commuovente, ma riflettendoci su...non avendo mai avuti i cosiddetti genitori, non so cosa io mi sia perso.
Ed è meglio così.
Sono sempre stato orfano e non ho mai avuto la classica famiglia, ma una famiglia ben più vasta, colma di persone che mi hanno aiutato a crescere e che mi hanno sempre sostenuto.
Non riconosco nella stirpe di Atelstano i miei genitori, ma non smetterò mai di ringraziarli attraverso il mio duro lavoro
«Taehyung! Strofinate quei piatti con più energia» mi rimprovera Seokjin dandomi una frustata sul sedere.
Gli rivolgo un sorrisetto
«Tsk...il formale»

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·Kook·

Geometria, storia, portamento, nuoto, olandese...chi ce la fa più? Ed ora dovrei pure fare il kento?
E menomale che si doveva festeggiare il mio compleanno...invece io sto solo lavorando e studiando, in queste ultime due settimane i ritmi si sono improvvisamente appesantiti.
Che bel regalo di compleanno.
Forse mi lamento un po' troppo, dal momento che per le due settimane successive potrò stare a riposo. Ovviamente dovrò praticare le arti marziali e l'equitazione, ma niente storia! E niente olandese o arte
«Vostra Altezza, oggi ripasserete tutto il programma legato ai modi a tavola. Vorrei ricordarvi che domani sera si svolgerà una festa in vostro onore e per questo trovo corretto che impariate come comportarvi»
Certo, perché un principe deve sempre sapere cosa dire e cosa fare...soffocando il vero sé stesso.

𝕶𝖎𝖓𝖌  ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏWhere stories live. Discover now