Chapter Thirty-Seventh

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·Tae·

Per poco non sono caduto alla vista di...Jungkook.
Mi sta guardando
«Voglio sapere cos'è successo ieri sera» dice saldo. Non devo lasciare che i nervi prendano il sopravvento.
Ha letto il biglietto? Deve per forza, non sarebbe così cauto nel parlarmi
«Taehyung»
«Non hai forse altro da fare?»
Chissà come deve essere la sua doppia vita
«Tae, scendi e parliamo, per favore»
«Come diavolo faccio a parlarti? E poi come ti dovrei chiamare? "Vostra altezza"?» uso un tono appositamente irritante e crudo.
«Abbassa il tono della voce» fa irritato.
Ah, lui è irritato, perché giustamente, sono io nel torto
«Non dirmi ciò che devo fare. Anzi, puoi farlo, ma non puoi pretendere che io resti qui ad ascoltarti e che mi sforzi di parlarti, perché questo puoi obbligarmi a farlo solo sotto invito ufficiale»
Mantenere le buone maniere sta risultando tremendamente difficile, vorrei solo mandarlo a quel paese ed insultarlo fino a farmi andar via la voce
«Per favore, Tae, non dire queste cose, sai anche tu che sono stronzate. Voglio solo capire» fa cercando di mantenere un tono saldo
«Ed io ho detto che voglio che tu te ne vada»
«Che bisogno c'era di pagarmi la locanda? O di lasciarmi il biglietto? Tu volevi che io venissi a parlarti, altrimenti non avresti fatto niente di tutto ciò e avresti detto a Jooheon di non parlarmi»
Lo guardo, il mio petto è un fremito continuo a causa del respiro pesante
«Chi ti credi di essere? Mi hai mentito spudoratamente per tutto questo tempo, mentre io cercavo di fidarmi di te. Mi hai tenuto nascosta la tua vera identità, è stata tutta una fottuta menzogna!»
Il tono della mia voce si fa più cupo e quasi graffiato dal pianto, perché si, mi sento ferito e tanto. E lui non si ricorda assolutamente nulla.
Il corvino si morde fortemente il labbro, abbassa il capo e batte un piede per terra
«Per l'amor del cielo, ascoltami!» urla in tono disperato, strizzando le palpebre
«Scordatelo, vai via immediatamente» rispondo freddamente.
Non è vero che voglio che stia qui a parlarmi, non ho intenzione di chiedergli nulla; anche se il mio cuore vorrebbe disperatamente delle risposte, la mia mente mi obbliga a restare sulla mia posizione.
Non permetto che qualcuno mi ferisca, sono stato anche fin troppo gentile con lui
«T-tae» fa debolmente
«Vattene»
«Taehyung, ti pre-»
«Non tollero che uno nella tua posizione mi preghi, sei ridicolo» dico queste parole scostando gli occhi altrove, il mio obiettivo è farlo andare via, non di ferirlo come lui ha fatto con me.
Sull'orlo delle lacrime, il corvino indietreggia, per poi voltarsi e sparire negli gli alberi dai quali è spuntato.
Impreco colpendo il tetto che stavo riparando, facendomi pure male alla mano, ed emetto un lamento di dolore mischiato alla frustrazione.

·Kook·

Cammino lentamente in mezzo agli alberi della zona est, circondato da un verde immenso e qualche fiore qua e là. Ad avvolgermi, non solo il verde, ma il silenzio, unito al lieve suono del canto degli uccelli e dei singhiozzi amari come le mie lacrime.
Mi detesto. Perché mi sono ubriacato? Ho mandato tutto all'aria e non mi ricordo neanche come. L'unica cosa che mi resta è la sensazione di piacevolezza di ieri notte, anche se non so a cosa è dovuta; dovrebbe essere qualcosa di bello, ma non lo trovo possibile, dato che, a quanto pare, gli ho confessato tutto.
I pensieri vengono interrotti dalla mia stessa tosse. Sono stato così preso dalla faccenda da non rendermi conto del forte bruciore alla gola, la sento tutta grattare. Devo tornare a palazzo e devo pensare ad una scusa per mascherare le mie solite bravate. Altre lacrime.
D'ora in poi, non avrò più la possibilità di compierle con nessuno e per nessuno.

Con passo lento, giungo a palazzo e, con passo ancora più lento, mi dirigo alle stanze, passando per i corridoi; oggi si terrà un pranzo "di famiglia", dunque sono tutti occupati con i preparativi.
Cammino a passo improvvisamente spedito, ma sfortuna vuole che incontri mio zio all'incrocio tra i corridoi...mentre parla con mio padre.
Re Athelstan, sovrano e padre severo - soprattutto quest'ultimo.
Ora è il momento giusto per entrare nel panico
«Mio caro nipote! Futuro re! I miei cordiali saluti! Cos'è che vi spinge ad andare così di fretta?» mi saluta e mi domanda poggiandomi una mano sulla spalla.
Mio zio, fratello di mia madre, è un nobile dai costumi criticati o apprezzati da tutti, è un uomo stravagante e con la risposta sempre pronta, capelli rossicci, altissimo, dalle spalle possenti e la peluria corta e aguzza sul viso. Indossa spesso le pellicce degli animali che lui stesso caccia; nonostante sembri chissà quanto possente, uno dei suoi hobby preferiti è quello di sparlottare e intrattenersi con le dame in qualsiasi occasione
«Ciò che rende i passi del principe svelti è sicuramente il mancato adempimento dei compiti che gli spettano» mi rimprovera indirettamente il re.
Vorrei sprofondare
«Uh, ma davvero?» domanda lo zio.
Mio padre annuisce
«Lascialo questo povero giovane! Sicuramente stanotte sarà stato in compagnia di qualche donzella, non è così?»
Mi stritola sotto la sua presa sulle mie spalle ed io mi sento scaldare a causa delle sue parole
«V-veramente, i-io-»
«Non c'è da preoccuparsi, tutti abbiamo commesso quel peccato giovanile»
Sento la testa martellarmi dopo le parole appena pronunciate
«Colui che bene non agisce, dev'essere abile a mantenere le acque calme e muoversi sotto di esse - mi guarda dall'alto in basso mio padre, mantenendo il suo solito portamento - ed ora va' a lavarti, odori come i vestiti dei cavalieri dopo una notte di guerra»
Faccio un'espressione di disappunto, per poi congedarmi e ritirarmi nelle mie stanze.

Errore giovanile...io e Taehyung abbiamo...

***
oggi doppio aggiornamento perché io e le sveglie non andiamo d'accordo e  perché ho dei lettori che non merito 👉👈

spero che la storia vi stia piacendo, grazie a chi la sta seguendo, nonostante gli aggiornamenti scrausi (つ≧▽≦)つ

𝕶𝖎𝖓𝖌  ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏWhere stories live. Discover now