Chapter Seventy-Third

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«Scappa Jungkook!»
Seguii le urla del ragazzino e corsi. Dopo poco mi venne dietro e tutto all'infuori di noi scomparve, persino il rapitore. Ero confuso, inondato dalle emozioni, regina di esse, la paura. Poi, il riconoscimento.
La testa del giovane era abbassata ed il suo corpo ansimante dopo la corsa. Anche lui aveva avuto paura, eppure mi aveva soccorso.
Non so come, ma lo ringraziai.
E lui mi mostrò il suo volto.
Quegli occhi vispi, incastonati in un viso squadrato, accarezzato e contornato dalle morbide ciocche scure attorcigliate. Le fattezze di un bel giovane dalla pelle abbronzata e quel neo carino sotto il naso
«T-tae»

Come se una carica elettrica mi avesse pervaso, scatto in cerca del mio obiettivo. Corro velocemente, come un pazzo, fuori il cielo non è ancora chiaro, le piastrelle sono così fredde che, a contatto coi piedi, provocano dolore alle caviglie. Sono un misto di brividi, non solo per l'aria congelata di una notte di fine novembre, ma per la risposta al mio sogno ricorrente.
Che sia frutto della mia fantasia o no, io ora so quello di cui ho bisogno per affrontare tutto.
Ed è il suo sostegno.
Picchio fortemente alla porta del giovane, producendo un rumore assordante, macabro ed eccessivamente rimbombante.
Passano pochi secondi prima che Taehyung mi apra.
Gli salto letteralmente addosso appena lo vedo, quasi piangendo per la realizzazione di ogni mio dubbio. Un peso, un dubbio, un debito, che mi porto dietro da tutta la vita. È come se tutto d'un tratto il mio corpo si fosse alleggerito attraverso la mente, i battiti minacciano di sfondarmi il petto e l'euforia è tale da togliermi il linguaggio.
Il giovane mi accoglie tra le sue braccia nonostante il sonno addosso, ed io lo stringo fortissimo a me
«Sei tu»

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Stringo gli occhi, non volendo scomparire dalla morsa di affetto nella quale mi sono addormentato, ma i brividi non mi danno tregua. Non è solo il freddo, della labbra umide mi stanno accarezzando dolcemente il collo. Porto la mano a toccare la guancia di Taehyung prima di aprire gli occhi. Sbadiglio
«Dimmi che non è tardi, ti prego»
«Non è tardi, tranquillo. Hai dormito davvero poco, non hai sonno?»
La sua voce. Brividi, di nuovo.
Taehyung mi accarezza un fianco e ci copre meglio, ricomincia a lasciarmi piccoli bacini
«Il tuo coccolarmi scalfisce la mia immagine da principe forte e intraprendente» lo accuso quasi sonnecchiando, scaturendo una minuscola risatina
«Lo sei lo stesso, ciò che si perde con le coccole è l'inutile aria da cazzone»
«Tu hai l'aria da cazzone, brutto contadino tarocco» ribatto.
Si trattiene dal ridere, lo percepisco dal tremolio del petto, appoggiato alla mia schiena
«Guarda che sono un ottimo contadino»
«Non sei di qualità perché hai l'aspetto di un nobile»
Mi giro verso di lui, cogliendolo un po' di sopresa, non cadiamo per poco. Stringo e strofino gli occhi. Mentre ho un pugnetto raggrinzito sulla palpebra, Taehyung mi bacia sulle labbra e mi accarezza il viso, gesto che ricambio.
Lo guardo intensamente, perdendomi nel suo sguardo
«Perché prima sei venuto qui?» chiede in modo serio.
Emetto un suono gutturale continuo al posto di rispondergli, sposto anche lo sguardo. Gli dovrei rispondere con la verità, anche perché non avrei una scusa vera e propria
«Posso prima farti una domanda?»
Taehyung acconsente alla mia richiesta
«Quand'eri piccolo, ti è capitato di entrare nel castello?»
«Altroché, mi nascondevo nei cortili interni in continuazione» risponde senza esitare
«Che ribelle sconsiderato» commento ironico
«Era un nascondiglio perfetto per quando giocavo a nascondino. Non mi hanno mai beccato»
«O forse hanno lasciato correre, letteralmente. Comunque, hai mai incontrato un bambino qui dentro?» chiedo sempre più preso dall'ansia di scoprire la verità.
Ci riflette un attimo
«Sì, scommetto che eri tu. Non ricordo bene i tratti, ma era un bambino che disegnava nel piccolo giardinetto»
«Ero io» parlo convinto, ripensando alle innumerevoli volte in cui ho disegnato fuori
«Immaginavo. Mi affascinavi quelle poche volte che ti vedevo, sembravi così immerso nell'arte» divaga con sguardo perso sul soffitto
«Allora il primo a prendersi una cotta sei stato tu» affermo con riso sghembo
«Ma smettila, mica ho una cotta per te»
Non so se prendere questa affermazione per vera o meno, ma adesso il mio dubbio è un altro
«Per caso...ti è successo di entrare di notte?»
«Mi hai parlato di quel ragazzino per il quale eri riconoscente, pensi che sia io?»
Ammetto che mi ha colto di sorpresa e probabilmente in questo momento avrò una faccia da "caduto dalle nuvole". Annuisco
«Io non ricordo di averti salvato, Jungkook, mentirei se me ne prendessi il merito e non eravamo così piccoli da dimenticarlo, infatti tu lo ricordi...io no, non sono stato io»
«Ma Tae!» esclamo rialzandomi di poco
«Io ti sogno sempre. Sogno i tuoi capelli, le tue mani e-...i miei incubi o ricordi sono aumentati e ritornati costanti da quando ti conosco, significherà qualcosa»
Possibile che non mi creda? Io sono così sicuro che sia lui, chi altri se non lui avrebbe questo coraggio? Nessuno infrange le regole in un posto così controllato e rigido come il palazzo
«Io non mi ricordo nulla, Jungkook»
Mi guarda dispiaciuto, come se avesse voluto realmente essere stato lui
«Pensi che sia impossibile?»
«Penso solo che tu abbia proiettato un'immagine su di me solo perché ti piaccio»
Arrossisce ed io con lui.
Mi gratto la testa e la abbasso, il mento mi sfiora l'orlo della camicia
«Lascia perdere. Sono una persona con i piedi per terra, mi sembra assurdo aver immaginato e basta»
«Jungkook, non hai mai avuto nessuno all'infuori di me e Madame e-»
Rialzo il capo
«E questo fa di me un sognatore confuso?»
Lo guardo con occhi pregni di lacrime trattenute, sento che in questo momento sta provando pena nei miei confronti. Sono così "problematico" da fargli pena, forse è per questo che mi sta accanto.
Ma sì, io non ho mai avuto nessuno, che ne so di come funzionano i rapporti umani, probabilmente è tutto frutto della mia immaginazione
«Jungkook, non piangere» dice dolcemente. Tenta di accarezzarmi, ma allontano la sua mano
«Lascia stare, non so nemmeno perché tu stia perdendo tempo con un visionario»
Ed io che credevo di avere finalmente trovato la risposta.
Devo andarmene al più presto, non voglio che mi veda ancora così.
Mi copro il viso con l'avambraccio e lascio la camera.

***
so well

𝕶𝖎𝖓𝖌  ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏWhere stories live. Discover now