Chapter Sixty-Third

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·Kook·

Sono assuefatto dalla presenza di Taehyung, è come se ogni volta non potessi fare a meno di avvicinarmi o di voler essere al centro delle sue attenzioni.
Ma il moro si sposta per poter spegnere le candele con un lieve soffio, per poi tornare e spingermi con delicatezza sul letto. Comincio a credere che il mio petto gli vada a genio.
Io prima mi siedo e poi mi sdraio, attendo lui che poco dopo si sdraia accanto a me girato su un fianco, a guardarmi con occhi concentrati.
Mi giro anch'io verso di lui, appoggio il capo sull'avambraccio e focalizzo la mia attenzione su Tae
«Ieri notte ho dormito splendidamente, volevo che lo sapessi»
È così surreale il fatto che mi stia dando del tu
«Anch'io ho dormito splendidamente. Non passo sonni tranquilli»
«Perché?»
«Di solito faccio un incubo» confesso.
Non è da me parlare fluidamente dei fatti miei, con Taehyung è diverso.
Non so cosa stia succedendo, ho quasi paura che tutto questo sia un'illusione, ma i suoi occhi non mentono.
Vedo nella penombra che aggrotta le sopracciglia
«Che incubo?» chiede incuriosito
«Oh ehm...da piccolo sono quasi stato rapito. Ero uscito di notte per prendere un bicchiere di latte e mi ero ritrovato tra le grinfie di un rapitore, intento a cercare un pretesto per ricattare il re e la regina»
Non vedo bene il suo volto, ma comprendo dalla contrazione dei tratti che è sorpreso. Alzo lo sguardo sul soffitto
«Ero nel panico, provavo puro e semplice terrore, mi sono salvato solo grazie all'aiuto di un ragazzino o bambino; non so cosa ci facesse lì o perché, non so tutt'ora chi sia e non ho mai potuto nemmeno ringraziarlo per ciò che ha fatto per me. Ce ne vuole di fegato per affrontare un uomo da adulto se sei in un corpicino di bambino. Da come ha gestito la situazione non sembrava nemmeno un bambino, ma tipo un mini adulto che ragionava»
Taehyung ridacchia
«Scommetto che si sente fiero per ciò che ha fatto»
Faccio spallucce
«Se lo sarà pure scordato»
«È sorprendente questa storia, non penso che sia così semplice da scordare» afferma giocherellando un po' con il lenzuolo
«Comunque posso solo immaginare la paura. Deve essere stato un trauma infantile, lo capisco, anche a me è sopraggiunta quella sensazione di smarrimento e terrore puro quando ho perso i miei genitori»
Provo un senso di compiacimento
«La situazione è un po' diversa, alla fine io non ho perso nessuno a me caro. La situazione non mi ha lasciato un vuoto, solo un fastidioso sogno ricorrente che torna quando dice lui» sbuffo
«Ma se lo sogni così spesso, significa che c'è un qualcosa di irrisolto» ragiona
«Ho il dubbio di chi sia stato a darmi una mano, di certo non è il rapitore colui di cui mi interessa sapere l'identità, non nutro rancore, solo un po' di timore. Se tornasse non risuccederebbe la stessa cosa. Vorrei solo poter dire grazie al mio salvatore» faccio virgolette con le dita sotto lo sguardo ancora concentrato di Tae
«Lo capisco, una forma di riconoscenza»
«Forse farebbe sparire il sogno. Tu li sogni mai i tuoi genitori?»
Taehyung sposta lo sguardo, probabilmente racimolando i pensieri
«Poche volte, quando ci penso intensamente o quando resto da solo. È anche per questo che preferisco dormire con qualcuno la notte»
«Hai paura di sentirti solo?»
«Tanto quanto tu hai paura che io ti dimentichi»
Con quest'ultima frase mi causa un totale blocco.
Non me l'aspettavo, cavolo se è stato diretto. Voleva parlarne fin dall'inizio?
Non dico altro, resto immobile di fronte ai suoi occhi impassibili ed esitanti di un riscontro che forse non avverrà
«Jungkook» mi richiama.
Aggrotto le sopracciglia, stringo la stoffa del cuscino col palmo
«Tu non puoi tirare fuori un argomento del genere in questo momento. Stava andando tutto quasi bene - mi sto agitando - ed io mi sentivo a mio agio ed anche tu sem-»
Non sono il protagonista di una storia d'amore eppure Taehyung mi ha appena baciato. Mi sta ancora baciando. Le sue labbra morbide e tanto chiacchierone sono dolcemente premute sulle mie, decise e dolci al tempo stesso, colme di desiderio nascosto, di soddisfazione. Le mie sono colme di confusione e malinconia, come se questo tocco fosse rimasto nel mio cuore come un gentile ricordo.
Immobile e fragile sotto l'influenza del suo tocco, con il corpo fermo e il batticuore, focalizzato solo su di me, tengo gli occhi chiusi, non intenti a confrontarsi con la realtà sconvolgente.
Non respiro.
Fortunatamente il contatto termina dopo qualche secondo dalla mia apnea. Tuttavia, il mio respiro non si regolarizza e neanche il suo, lo percepisco dal movimento del suo petto e dai piccoli sbuffi.
I nostri sguardi sono fissi l'uno nell'altro.
Non so cosa pensare, sono così sorpreso e colto alla sprovvista che non metabolizzo lontamente lo stato in cui si riversano i  nostri sentimenti.
Voglio ribaciarlo. Mi sono reso conto che mi mancava veramente tanto rispetto a quanto io volessi ammettere a me stesso. Mi riavvicino a lui, ma mi blocca poggiandomi una mano sul petto, rivolgendomi un sorrisetto ghignante, mentre io sono in preda alle forti emozioni.
Voglio sparire
«Sono il vostro servitore» dice spostandosi il capelli all'indietro, in un gesto incantevole
«Sei nel mio letto, mi hai baciato tu per primo, sia la prima volta che la seconda»
Lo guardo contrariato
«Suvvia, quanti melodrammi. Dormiamo»
Posso tollerare che la sua presenza influisca sul mio umore, ma non che mi freni.
In in gesto rapido, catturo la sua mandibola ed aggancio le labbra alle sue, premendole per evitare che Tae si sposti con facilità.
Non accenno a recedere, quindi il moro schiude le labbra e bagna le mie col suo muscolo. Ne circoscrive la forma, adesso anche lui mi tiene la mandibola ferma con la sua mano.
Colto alla sprovvista, schiudo anch'io le labbra e faccio incontrare le nostre lingue, cogliendo il maggiore di sorpresa, dato il suo sospiro improvviso.
Ci baciamo, bacio dopo bacio, le nostre prese tramutano in carezze e la supremazia di idee e fisica che tentiamo di far prevalere l'uno sull'altro, viene soppiantata dal desiderio di condividere un tale momento insieme.

𝕶𝖎𝖓𝖌  ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏWhere stories live. Discover now