Prologue

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Non ricordo molto bene la mia infanzia, ma quel giorno lo ricordo bene. Era un un giorno qualunque, senza un significato particolare.

Ricordo che in quella mattina di settembre, la mia tata Sally mi portó al parco.

Avevo 5 anni e il giorno dopo sarebbe iniziato il mio primo anno di scuola.

Era una giornata calda, indossavo un vestitino giallo limone, il mio preferito e avevo i capelli mori legati in una coda alta.

Sally mi comprò un gelato al pistacchio, quello che preferivo.

Mi lasciò scorrazzare nel parco con in mano il mio grande gelato sgocciolante.

Ricordo ancora il cigolio dell'altalena dove mi ero comodamente seduta guardando gli altri bambini giocare.

Poco dopo che ero lì a gustarmi il gelato gusto pistacchio arrivò un bambino dai lunghi riccioli color del sole.

Si fermò a fissarmi. Aveva gli occhi verdi. Mi guardava tenendo le mani sui fianchi, come se fosse un supereroe dei cartoni che guardava sempre mio fratello Josh.

Era buffo, mi faceva ridere.

Lo sfidai con lo sguardo: se quello che voleva era l'altalena, per nessuna ragione al mondo gli avrei ceduto il mio posto. Non avrei mai lasciato il mio posto ad un maschio! Loro erano disgustosi! La mia amica Sarah mi diceva sempre che i maschi si mettevano le dita nel naso.

"Quello là dice che sei una strega e mi ha mandato qui a dirtelo in missione speciale" il bambino indicò un altro bambino alle sue spalle dai capelli rossi e le lentiggini. Era Brian, il più antipatico del pianeta.

Allora capii: Riccioli d'oro era un segugio di Brian!

Arrabbiata mi alzai dall'altalena e in maniera altezzosa spiaccicai ciò che restava del mio gelato al pistacchio sulla testa del bambino davanti a me e scappai via verso la panchina dov'era seduta Sally.

A metà strada mi voltai di scatto con una facendo svolazzare il vestito giallo e incrociando un'ultima volta gli occhi verdi di Riccioli d'oro e vidi il mio gelato spiaccicato sulla sua testa.

Ricominciai a correre verso Sally seduta su una panchina a leggere una rivista.

Sally era un donna giovane e bella, e giocava sempre con me.

Mi avvicinai a lei e la tirai per un lembo della gonna rossa.

"Andiamo via?!" Le chiesi insistente. Avevo imparato che se iniziavo a piagnucolare potevo ottenere tutto quello che volevo.

Si voltò a guardarmi e sorridendomi chiuse la rivista, raccolse le sue cose dalla panchina e mi portò via dal parco.

"Dov'è il tuo gelato?" Mi chiese dubbiosa Sally mentre mi teneva stretta per mano.

"Finito" risposi mentendo senza farmi troppi problemi.

***

Il giorno dopo la mamma mi accompagnò a scuola, ma purtroppo arrivammo in ritardo e dovetti sedermi al banco da sola perché gli altri bambini avevano già stretto amicizia.

I banchi erano già tutti occupati e la mia amica Sarah era finita in un'altra classe.

Qualche minuto dopo in aula entrò un bambino. Lo riconobbi subito, era Riccioli d'oro.

Ma io non lo voglio in classe con me! pensai.

Quello scemo si stava avvicinando al banco affianco al mio e si stava per sedere proprio accanto a me!

"Non puoi sederti qui!" Gli dissi con aria quasi disperata.

"A sì? E perché?" Chiese lui altezzoso.

"Perché qui c'è seduto il mio amico immaginario!" Risposi a tono.

"E come si chiama, si può sapere?" Chiese insolente.

"Steve" risposi secca facendo spallucce.

"Tu non hai un amico immaginario di nome Steve!" Disse stravaccandosi sulla sedia e smascherandomi.

Uffa! Io non voglio stare affianco ad un maschio!

"Comunque, tu sei la strega?" Chiese con aria arrogante e soffiandosi via dalla faccia un ricciolo ricaduto sul volto.

"E tu sei Riccioli d'oro!" Esclamai ribattendo.

"Io non mi chiamo Riccioli d'oro" piagnucolò lui "mi chiamo Jace" si presentò.

"Bene Riccioli d'oro, io sono Lily e noi saremo nemici per la pelle, okay?" Gli dissi sorridendo.

"Okay" approvò lui ricambiando il sorriso.

***

L'unico colore che vedevo tra i miei pensieri, l'unico colore che percepivo... era il verde... presa ancora dal ricordo di quel giorno al parco, iniziai a creare linee, gialle come i ricci di Jace e il mio vestitino color limone. Gli spruzzi di blu del cielo di quella giornata piena di sole davano vita ad un'esplosione di mille tonalità di verde: dagli alberi, al prato, al gelato al pistacchio, fino agli occhi del bambino dai capelli color del sole.

LilyWhere stories live. Discover now