Chapter 31

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*Salve a tutti! Scusate se iniziò il capitolo in questo modo, ma vorrei consigliarvi una cosa un po' stupida.

Provate a leggere questo capitolo ascoltando la canzone How to save a life degli The Fray: è stupenda e in parte ho preso spunto dal testo per scrivere questo capitolo quindi spero vi piaccia.

Grazie per l'ascolto e buona lettura.

***

Scesi dal portico di casa e percorsi di corsa il vialetto.

Avevo bisogno di vedere Jace, volevo parlargli.

Dovevo trovare il coraggio di dirgli ciò che provavo per lui.

Mi avviai verso casa sua e una volta davanti alla porta suonai il campanello in attesa che venisse ad aprirmi qualcuno.

"Lily, tesoro... Entra, accomodati" venne ad aprirmi Olga gentile.

"Grazie" accennai ad un sorriso entrando in casa.

"Jace è in cucina, mi ha detto di Josh... Come sta?" Mi chiese mentre si puliva le mani sul grembiule. Probabilmente stava cucinando qualche dolce o roba simile.

"Sta bene, sì..." Risposi.

"Lily..." Jace ci raggiunse in salotto.

"Ehi" sorrisi leggermente vedendolo; i suoi occhi verdi si incatenarono ai miei.

Volevo parlargli e solo il pensiero di restare sola con lui mi faceva girare la testa.

"Josh?" Mi chiese venendomi incontro.

"Sta bene" dissi non distogliendo lo sguardo dai suoi occhi, cosa che di solito riuscivo a fare a stento.

Restammo qualche istante a guardarci, come se ci fossimo solo noi due all'interno della stanza.

"Bene... torno a cucinare" disse Olga avvicinandosi al bancone della cucina in vista sul salotto.

"Vieni" disse Jace conducendomi in una stanza adiacente al salotto.

Iniziavano a tremarmi le gambe.

Stavo tentando disperatamente e inutilmente di riordinare un discorso decente nella mente.

Entrai nella stanza.

Era una sorta di studio-biblioteca, c'era una scrivania con una serie di scartoffie sopra e vari documenti; c'erano anche due piccoli divanetti sui toni del rosso e un tavolino da the. Le pareti erano ricoperte di mensole e di libri e dietro la scrivania c'era una grande porta-finestra che dava sul retro del giardino e la piscina.

Jace chiuse la porta alle sue spalle e si avvicinò alla scrivania incasinata.

Mi sedetti su uno dei divanetti cercando di calmarmi e placare momentaneamente il tremolio delle gambe, anche se iniziarono a sudarmi le mani che continuavo a strofinarmi nervosamente.

"Qui saremo lontani dall'invadenza di Olga" disse Jace.

Okay Lily, va tutto bene... respira.

LilyWhere stories live. Discover now