Chapter 15

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Domenica Jace continuò a mandarmi messaggi e chiedermi se stessi bene, era davvero preoccupato per tutta la situazione con mio padre e il resto.

"Jace, davvero, non c'è bisogno che tu ti preoccupi per me, so gestire la situazione, è solo mio padre" provai a spiegargli al telefono.

"Ha colpito in testa tuo fratello con una bottiglia!" alzò il tono di voce senza darmi ascolto.

"Senti, se ci tieni, stanne fuori, riguarda solo la mia famiglia" risposi fredda e riattaccai il telefono.

Quando mi svegliai lunedì, l'auto di mio padre non c'era più, mia mamma si era rintanata nel suo studio e mio fratello era uscito prima a correre con Ryan; era tutto normale come al solito, quindi mi preparai tranquillamente per andare a scuola.

Quando uscii di casa mi accorsi che anche Jace stava uscendo.

"Ciao!" lo salutai.

"Ciao, ti accompagno a scuola, devo parlarti" mi disse serio tirando fuori dalla giacca le chiavi della macchina.

Preoccupata mi incamminai lungo il suo vialetto e salii nella sua auto.

"Che succede?" chiesi mettendomi la cintura.

"Tuo padre..." iniziò Jace.

"Ti prego non farmi la predica" sbuffai poggiando lo zaino tra le gambe.

"Lily! Non è normale!" continuò.

"Non è importante..." cercai di chiudere il discorso senza troppe parole.

"Sì, invece!" ribatté lui fissando la strada.

"No, invece" insistetti.

"Allora cos'è importante per te?" chiese mettendo in moto l'auto.

"Tu sei importante, okay?" dissi "mio padre... ha fatto delle cose per cui non merita di essere chiamato tale, ma io non sono nessuno per giudicare e sai com'è... la famiglia non posso sceglierla, ma posso scegliere le cose importanti per me e io ho scelto te" dissi.

"Lily..." mi richiamò lui.

"Jace, tu non sai come stanno le cose" lo interruppi ancora.

"Allora spiegamele" insistette.

"Non è così semplice" risposi.

"Okay... ascoltami... ti ha fatto del male?" mi chiese serio.

"Cosa?" la sua domanda mi colse di sorpresa "no! E' mio padre!" dissi.

"Se lo fa, io giuro che..." iniziò.

"Giuri che cosa? Ti ho già detto che non sai nulla della situazione, non mi serve il tuo aiuto" dissi brusca.

"Sai che ti dico? Hai ragione dovrei fregarmene... ma non ci riesco, anche io ho deciso che tu sei importante per me..." disse lui.

"Spiegami perché dovrebbe interessarti mio padre? Non sei neanche il mio ragazzo" dissi.

Rimase qualche istante in silenzio.

Sembrava stesse riflettendo sulle mie parole.

"Allora, è questo il problema? Non sai come considerarmi, se il tuo ragazzo o meno" disse lui.

Rimasi in silenzio.

Ecco qual era il vero problema: non mio padre, ma noi due, io e Jace.

Da giorni non sapevo come comportarmi, non con lui, ma con gli altri e con me stessa. Non sapevo come definire questa situazione. Mi sentivo come in una sorta di limbo. Quanto potevo fidarmi di lui? Quando mi trovavo con lui perdevo sempre il controllo, fin da quando eravamo bambini e non sapevo se fosse un bene o un male.

LilyWhere stories live. Discover now