Epilogue

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"È perfetto" dissi a Jerald specchiandomi per vedere come mi stesse lo chignon.

Jerald era il mio parrucchiere personale che mi aveva acconciata per quella sera: Andrew aveva ottenuto una nominations ai Grammy.

Michael era uscito con la sua ragazza. A sedici anni per lui adesso era tutto sesso, droga e rock n' roll, e se ne fregava poco delle serate sul tappeto rosso.

Era felice però. Finalmente aveva un padre che si prendeva cura di lui... e di me.

Andrew per lui era così importante...

"Jane!" Mi chiamò Andrew.

"Arrivo! Sono in salotto!" Gli risposi.

"Grazie Jareld... arrivo subito" dissi alzandomi dal divano in pelle.

"Figurati..." disse mettendosi a sistemare.

Percorsi il lungo corridoio con le vetrate.

Avevamo una vista mozzafiato... da lì si vedeva tutta Los Angeles.

Entrai in camera da letto, ma non trovai nessuno.

"Dove sei?" Chiesi.

"Nella cabina armadio. Aiutami" disse.

Era seduto nel divanetto in cabina e stava litigando col papillon.

"Non capisco perché debba indossarlo per forza" brontolò.

"Perché così sei elegantissimo" gli sorrisi e mi avvicinai per sistemargli il nodo.

Fece una smorfia quando gli sollevai il mento.

"Sei meravigliosa con questo vestito..." mi sorrise.

Avevo un vestito lungo rosso Versace, molto semplice, ma elegante. Piaceva un bel po' anche a me, anche se dopo tutti quegl'anni non mi ero ancora abituata ad indossare quel genere di vestiti.

"Allora? Come sto?" Mi chiese alzandosi in piedi non appena finito di sistemargli il nodo.

"Come uno che ha appena vinto il suo secondo Grammy" gli dissi prendendogli la giacca e aiutandolo ad infilarsela.

Brontolò qualcosa di incomprensibile e si sistemò le maniche della giacca.

Era sempre agitato prima di queste serate, il suo agente gli caricava addosso tantissima pressione.

"Sei pronto per la premiazione?" Chiesi.

Domanda scema... era ovvio che fosse nervoso.

"Un po'..." rispose "ma almeno ci sei tu" disse guardandomi negli occhi e facendomi arrossire.

Era bello provare quelle emozioni quando Andrew mi parlava.

Le sensazioni che provavo con lui erano così reali. Sentivo fisicamente le farfalle nello stomaco e le fiamme sulle guance. Era tutto molto più vero quando ero con lui. Ed era tutto così meraviglioso.

Sì avvicinò per darmi un bacio sulle labbra, ma lo respinsi.

Lui alzò un sopracciglio poco convinto.

"No! Mi sbavi il rossetto!" Lo allontani con un dito giocosamente.

"Oh al diavolo!" Sorrise e mi baciò ugualmente attirandomi a lui.

"Andrew!" Risi, mi faceva il solletico con il naso sul collo.

"Va bene, va bene, la smetto" disse lui staccandosi da me e ricomponendosi.

"Siamo in ritardo" dissi io sistemandomi lo chignon.

***

Eravamo appena usciti dal palazzo ed eravamo accompagnati dal nostro autista e dalla guardia del corpo di Andrew.

Quella sera la città sembrava particolarmente movimentata e dal lato opposto del marciapiede mi accorsi di un musicista di strada che stava suonando qualcosa di familiare.

Rimasi ad osservarlo ed ascoltarlo per qualche secondo. Quella melodia la conoscevo bene. Erano anni che non sentivo quella canzone.

Sentivo ogni singola nota, forte e chiara nella mia mente. La conoscevo a memoria.

Era la canzone che Jace aveva scritto per me.

Il musicista si voltò a guardarmi e potrei vederlo negli occhi.

I suoi profondi occhi verdi.

Erano di un verde così intenso che potevo perdermici... e mi ci ero persa, per la bellezza di venticinque anni.

Era lui. Non avrei mai potuto dimenticare il suo volto.

Mai.

Era strano rivederlo dopo tutti quegli anni, anche se era solo frutto della mia immaginazione.

Sapevo che non era reale, ma avvertii quella sensazione che avevo provato molti anni prima e che non ricordavo più.

Era passato così tanto tempo... eppure mi sembrava soltanto ieri, quando la gente mi chiamava ancora Lily.

Lui sorrideva e sapevo perfettamente che quella canzone era per me.

Quando finì di suonare, d'impulso alzai un braccio e lo salutai sorridente.

Se ne accorse.

Ricambiò e mi fece un occhiolino.

"Jane? Dobbiamo andare, avanti... sali in macchina" mi incitò Andrew.

Mi voltai a guardarlo.

Solo ora mi rendevo davvero conto della differenza tra Jace ed Andrew.

"Eccomi" dissi salendo e richiudendo la portiera.

Lui mi abbracciò riscaldandomi. Fuori faceva decisamente freddo.

"Chi salutavi?" Mi chiese.

"Nessuno... solo un vecchio amico" risposi sorridendogli e accucciandomi tra le sue braccia.

Mi scrutò con lo sguardo senza dire niente.

Sapevo che aveva capito cosa avessi visto.

Mi conosceva bene.

Sorrise e mi strinse ancora più forte.

"Ti amo Andrew" gli dissi ricambiando il suo sorriso.

"Ti amo" rispose lui.

LilyМесто, где живут истории. Откройте их для себя