Chapter 22

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Scesi dalla macchina, misi le coperte dove le aveva prese Jace, raccolsi i miei libri e uscii dal capanno.

Aveva smesso di piovere e Jace stava fumando una sigaretta appoggiato alla facciata di legno.

L'aria era fresca e c'era profumo di pioggia.

Stava arrivando il freddo.

Amavo le stagioni invernali: le tazze di the caldo, le coperte per riscaldarsi, i cappotti... con il freddo tutto era più caldo e accogliente.

Osservai Jace che fumava tenendo una mano nella tasca della felpa nera.

Ero imbarazzata per ciò che era successo tra di noi.

Non mi era mai capitato di spingermi così oltre con un ragazzo e Jace invece mi aveva bloccato.

Per un istante pensai addirittura di non piacergli in quel senso.

"A cosa pensi?" chiesi. Cercare di entrare nella mente delle persone era un mio vizio: volevo sempre sapere a cosa pensassero.

"Nulla in particolare" fece spallucce senza voltarsi a guardarmi.

"Non è vero" ribattei io.

"Penso che sia il momento che tu vada... ho bisogno di riflettere" disse aspirando dalla sigaretta.

"Riflettere su cosa?" insistei.

"Lily..." mi riprese.

"Jace..." risposi.

"Tu a cosa pensi?" si voltò a guardarmi.

Per un secondo i nostri sguardi si incrociarono, ma distolsi subito il mio, ero troppo imbarazzata per reggere il peso dei suoi occhi puntati su di me.

"Hai ragione... forse dovrei andare" dissi.

Restammo qualche istante senza dire nulla.

Il suono di un cellulare interruppe il silenzio.

Lo prese dalla tasca e dopo aver letto la schermata del telefono rispose.

"Pronto?" la sua voce sembrava scocciata.

Gli lanciai un'ultima occhiata e mi avviai verso casa mia.

"No! Parlerò con gli avvocati prima del processo, ma non ho intenzione di partire adesso" sbraitò al telefono.

Cosa?

Avvocati? Processo? Ma con chi diamine sta parlando?

"Lily!" mi chiamò interrompendo la sua telefonata per un istante.

Mi voltai a guardarlo.

"Non ho intenzione di arrendermi con te, hai capito?" disse alzando la voce affinché lo sentissi, aveva ancora il cellulare in mano.

Mi voltai di nuovo e ripresi a camminare.

"Lily! Hai capito? Farò di tutto per dimostrati che puoi fidarti di me! Tutto! Hai capito?" la sua voce sembrava disperata.

Lo stavo facendo soffrire e nonostante me aveva anche un sacco di altre cose a cui pensare a quanto pareva.

Chissà di che genere di processo stava parlando al telefono.

***

Quando tornai a casa provai a studiare ancora, cercavo di venire a capo di quegli stupidi problemi di matematica ma non riuscivo a risolverne mezzo.

Non mi era mai successo prima, solitamente riuscivo a concentrarmi bene sullo studio: un paio d'ore e poi potevo staccare, ma stavolta avevo troppi inutili pensieri per la testa.

LilyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora