Chapter 41

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"Avete usato precauzioni?" Mi chiese nuovamente.

Alzai lo sguardo nella sua direzione.

Jace aveva sempre usato il profilattico, ma l'ultima volta ci facemmo trascinare dalla situazione e nessuno dei due pensò alle precauzioni.

"Ehm... No" alzai le spalle.

Ero in un casino pazzesco.

"Merda!" Si lasciò sfuggire lui "scusami" disse.

Ero paralizzata, non sapevo come reagire.

"Cosa... Che devo fare?" Tentennai.

"Io non... non posso permettermi di..." Ero preoccupata. Il mio cervello stava cercando di elaborare milioni informazioni che stavano arrivando contemporaneamente.

"Devi restare calma... non farti prendere dal panico..." disse "allora, per prima cosa facciamo un test di gravidanza. Non posso prescriverti nessun genere di farmaco se sei incinta" spiegò alzandosi e aggirando la scrivania "logicamente devi aspettare almeno due settimane da quando hai il ritardo mestruale, altrimenti il test non funziona. Finché non lo fai, resta a casa, non andare a scuola. Riposati. Lo stress non fa bene, è una delle principali cause di queste crisi depressive... " disse.

"Lei non lo dirà a mia madre, vero?" Sollevai lo sguardo nella sua direzione.

"Assolutamente no, c'é il segreto professionale" disse rassicurandomi.

Annuii ancora sconvolta.

"Lily, tranquilla. Aspettiamo i risultati prima, okay?" Cercò il mio sguardo.

"Posso andare?" Chiesi.

"Ma certo, questo è il mio numero di telefono" disse scrivendo sopra ad un biglietto da visita il numero.

"Di solito non lascio il mio telefono personale ai pazienti, ma se mai avessi bisogno di qualsiasi cosa chiamami" disse porgendomi il biglietto.

"Grazie" dissi e sgattaiolai il più velocemente possibile dallo studio.

"Tesoro! Com'é andata?" Mi chiese mia madre che mi aspettava seduta in sala d'attesa.

"Abbiamo parlato" dissi.

"Di cosa?" Chiese insistente mentre ci avviavamo verso l'uscita.

"Di molte cose... Di papà e tutto il resto" spiegai.

"Oh..." Rispose perplessa "d'accordo" avrebbe voluto che le raccontassi qualcosa di più.

***

Passarono altre due settimane e come disse il dottor Fisher non andai a scuola. Non avevo ancora detto nulla a mia madre e l'ansia mi assaliva.

Dovevo fare il test e rinchiusa al sicuro nella mia camera telefonai a l'unica persona che avrebbe potuto darmi una mano in quella situazione.

"Ehi tesoro! Come va? È una vita che non ti si vede in giro!" Rispose Sarah contenta di sentirmi.

"Ciao Sarah... Ho un problema" tentennai.

"Di che si tratta?" Mi chiese.

"Ho bisogno di un... test di gravidanza" risposi. Era l'unica mia amica che poteva aiutarmi, che non mi avrebbe criticato e non mi avrebbe fatto milioni di domande.

LilyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora