Chapter 38

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"Mamma che succede?" la mia voce era rotta in gola e la sensazione di sporco mi avvolgeva ancora la pelle.

"Lily..." mia madre tentennò, sembrava stesse piangendo "chiama tuo fratello e digli di tornare a casa, io sto arrivando" disse e chiuse la telefonata prima che potessi sentirla piangere.

Telefonai immediatamente a Josh, ma aveva il telefono staccato.

Mia madre arrivò a casa dopo cinque minuti e quando la sentii parcheggiare scesi di corsa le scale andandole ad aprire.

"Mamma!" scesi i gradini del portico andandole incontro mentre piangeva.

"Dov'è Josh?" mi chiese disperata.

"Ha il telefono spento, spiegami..." dissi e mi abbracciò.

"Tuo padre, Richard è..." tentennò.

Sentire il suo nome mi fece venire da vomitare.

Non credevo che sarei mai arrivata al punto di dire che lo odiavo, ma era così.

Non c'era persona che mi rendeva meno felice.

Dopo quello che mi aveva fatto... per due volte.

"Sali in macchina" mi ordinò staccandosi da me e asciugandosi le lacrime.

"Mamma?" chiesi. Non capivo nulla. Perché non mi spiegava che stava succedendo?

Si voltò camminando verso la macchina.

"Spiegami che cosa sta succedendo!" alzai il tono di voce agitata, mi stava per venire un'attacco di panico. Non riguardava nulla di buono se si trattava di mio padre e la mia mente non era in grado di poter sopportare tutto quanto.

Odiavo quell'uomo, odiavo ogni singolo minuto passato a pensare a tutto il dolore che mi aveva provocato.

"Mi ha appena chiamato la polizia Lily!" si voltò a guardarmi esasperata.

La polizia?

Qualcuno aveva sentito le mie urla?

Feci un passo indietro. "Mamma?" la invitai a parlare.

Distolse lo sguardo dal mio, non aveva il coraggio di parlare.

Come al solito.

Era una persona debole, che non aveva mai avuto il coraggio di opporsi, a mio padre, a me, a miei sguardi accusatori e provocatori.

"Mamma! Cazzo parlami!" Gridai in preda ad un'attacco d'isteria.

"Ha avuto un'incidente" disse mia madre.

Sentii quella frase e mi paralizzai.

Non mi veniva da piangere, non avevo voglia di urlare, non avevo voglia di parlare... non ne sentivo il bisogno. Non c'era niente da dire.

Il mio sguardo era fisso nel vuoto.

"Dobbiamo andare Lily" mi venne incontro, invitandomi per l'ennesima volta ad entrare in macchina.

La guardai, annuii impercettibilmente e camminai lentamente verso l'auto.

Salii al posto del passeggero, mia madre mi raggiunse e mise in moto.

Restai in silenzio per tutto il tragitto mentre mia madre continuava a piangere.

Sapevo che se fosse successo qualcosa di grave a mio padre non se lo sarebbe mai perdonato.
Avrebbe sostenuto che fosse stata colpa sua, il medico l'aveva avvertita di non mandarlo via, l'aveva avvertita dell'instabilità di quell'uomo, ma per me... aveva fatto solo che bene a mandarlo via.

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