Chapter 28

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Era tutto così assurdo!

Io non ce la facevo.

Le lacrime cominciarono a rigarmi il volto.

Entrai nella mia stanza e mi lasciai ricadere sul letto, avevo così tanta paura di Jace, era più forte di me. Avevo paura di ferire i suoi sentimenti... cosa che in realtà già stavo facendo alla grande.

Mi sentivo così stupida, ma le mie paure erano fin troppo profonde e dopo quella notte... stare vicino ad un uomo, stare vicino a Jace... era diventato più difficile del previsto.

Non si trattava solo di aver paura di ferire i suoi sentimenti.

Avevo letteralmente paura di lui: avevo paura delle sue esigenze, avevo paura di lui come uomo, avevo paura di essere posseduta come un oggetto.

La cosa veramente spaventosa però, era che Jace era quel genere di persona che proteggeva da queste cose e nonostante ciò, non riuscivo ad accettare il fatto che Jace potesse essere diverso dagli uomini della mia vita.

Diverso da Sean per esempio... ma più di tutto, diverso da mio padre.

Jace era l'unico a non avermi mai ancora delusa, o meglio, era l'unico di cui realmente mi importasse qualcosa che non mi avesse ancora mai delusa; e avevo paura che se mai mi fossi lasciata andare con lui, se mai avessi ammesso di provare qualcosa per lui, mi sarei affezionata, finché il cuore non mi si sarebbe spezzato e sarei rimasta delusa dalla persona più importante della mia vita.

Jace era l'unica persona di cui realmente mi importasse qualcosa.

Il problema era che nella continua speranza di non essere delusa da lui, io continuavo ad illuderlo, a deluderlo e a giocarci inconsapevolmente, ma tutti sanno che a giocare col fuco ci si brucia.

Oggi con Jace nella sua camera ho giocato fin troppo col fuoco e ho scatenato un incendio scappando via da lui in quel modo, ma non sapevo che altro fare. Mi sentivo nuda e vulnerabile davanti a lui, avevo paura che con un solo sguardo, un solo tocco, un solo bacio lui avrebbe compreso tutto e al solo pensiero la vergogna mi assaliva.

Perché sì, io inconsciamente mi vergognavo di me stessa, dopo quella notte... il mio corpo mi disgustava, il mio volto, i miei pensieri... mi sentivo perennemente sporca.

Solo il pensiero di quella notte mi fece prendere l'iniziativa di andare a farmi una doccia: la sensazione di disgusto tornò ad assalirmi insieme al pianto di disperazione.

Mi spogliai velocemente ed entrai in doccia.

***

Arrivò il giorno della serata del talent-show ed ero terribilmente agitata, in quanto sarebbe stato presente anche mio padre.

Non lo vedevo da quella domenica, erano passate ben due settimane e lo stavo evitando il più possibile, cosa che non mi era particolarmente difficile visto che non era mai a casa.

Passai il resto della settimana senza vedere Jace, incrociandolo giusto nei corridoi qualche volta.

Ci limitammo a qualche cenno col capo per salutarci e oggi a lezione di chimica mi salutò soltanto e passò tutta l'ora a prendere appunti ignorandomi.

Si era stancato di me e aveva tutta la ragione del mondo.

Non mia aveva neanche chiesto spiegazioni riguardo la mia fuga improvvisa, probabilmente si era anche stancato di chiedermi spiegazioni per tutti i miei comportamenti da psicopatica.

Era meglio così, doveva dimenticarsi di me.

"Mamma! Io esco, ci vediamo a scuola" dissi mentre sollevai lo zaino con il cambio per la sera.

LilyDonde viven las historias. Descúbrelo ahora