Chapter 49

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Salii in macchina e accesi il motore prendendo un respiro profondo prima di prima di partire.

Non ero pronta.

Non ero assolutamente pronta per una cosa del genere.

Era davvero troppo e come se non fosse abbastanza provavo una strana sensazione nel petto.

Una sorta di euforia.

Sentivo che stava per succedere qualcosa, avevo un presentimento.

Uscita dal viale schiacciai il piede sull'acceleratore lungo la statale.

La clinica era fuori Dayton, distante circa una mezz'ora.

Mi piaceva guidare.

In quel momento non pensavo ad altro: l'unica cosa a cui prestavo attenzione era la strada e quel giorno avrei voluto guidare all'infinito... fino ad arrivare in California magari.

Avrei voluto farmi una giornata sulle spiagge di Malibù e non avere altri problemi se non le scottature dopo una giornata di mare.

Mi mancava il mare, il lago, mi mancavano le estati che passavo spensierata con i miei amici.

Volevo poter tornare indietro a quando frequentavo le feste e andavo a fare shopping dopo lo studio e invece... Mi ero innamorata del ragazzo sbagliato al momento sbagliato e adesso dovevo risolvere quel problema.

Mio figlio era il problema.

Dio! Quanto mi manca Jace!

Un mese.... Era quasi un mese che sapevo che era mio fratello, un mese che non lo vedevo ed un mese che mi mancava ininterrottamente.

Dovevano essere gli ormoni, perché in quel periodo piangevo per qualsiasi cosa, sentendomi terribilmente stupida.

Accostai la macchina e mi asciugai le lacrime sistemandomi il trucco nello specchietto retrovisore.

Sentii il telefono squillare e frugai nella borsa sul sedile del passeggero per trovarlo.

"Pronto? Chi parla?" Risposi con la voce strozzata.

"Lily! Finalmente! Dove cazzo sei?" Mio fratello mi stava praticamente urlando contro dall'altro capo del telefono.

"Josh! Che vuoi? Datti una calmata deficiente!" Lo rimproverai per il tono.

Ero già sotto pressione di mio.

"Non mi rispondi! E da ore che continuo a chiamarti! Invece di darmi del deficiente controlla il telefono cretina!" Rispose a tono.

Controllai sul telefono e notai oltre dieci chiamate perse da lui e da Jace.

Jace?

"Josh che sta succedendo?" Dissi.

Non sapevo a cosa pensare.

Avevo il cuore in gola.

Il tempo si era come fermato.

"Jace è qui" disse.

Mi venne da svenire.

"Che vuol dire?" non capivo, non riuscivo a connettere il cervello.

Me lo avrebbe detto se fosse tornato.

"È in auto, sta tornando dall'aeroporto. Non fare sciocchezze... mi ha detto che devi aspettarlo alla casa sul lago" disse.

"Devo andare in clinica..." Provai a dire.

Non ci credevo.

Non poteva essere a Dayton.

LilyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora