Chapter 47

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Stavo guardando un film in televisione, mi stavo quasi per addormentare... Josh era a dormire da Ryan e mia madre stava già dormendo.

Erano passati tre giorni da quando Andrew non mi rivolgeva la parola: era arrabbiato con me e non riuscivo a capirne il motivo.

Mi aveva fatto una scenata e gli avevo risposto a tono... Non avrebbe dovuto attaccarmi in quel modo senza una ragione.

Mi venivano i nervi solo a pensare a quanto fosse stato stronzo.

Avevo altri problemi... Ben più importanti di lui.
Andrew voleva solo infilare il dito nella piaga.

Jace non mi aveva ancora chiamata e per me lui era tutto tranne che mio fratello.

Non ci credevo.

Non era possibile.

Era quasi mezzanotte quando sentii il telefono squillare.

Mi alzai di scatto andando a rispondere.

Poteva essere solo lui a chiamarmi a quell'ora.

"Pronto?" Dissi velocemente.

"Lily?" Chiamò lui.

"Jace! Sei tu, vero?" Chiesi. Non mi sembrava possibile sentire la sua voce.

"Sì..." disse. Quando rispose restai in silenzio ad ascoltare il suo respiro nella cornetta. Potevo sentirlo su di me... Il suo volto era vivido nella mia mente.

"Lily... mi dispiace... di averti lasciato così" disse "ma io non ci credo... non può essere" disse.

Mi feriva sentire quelle parole. Era distante. La sua voce era lontana da me.

Non volevo credere a quello che mi stava accadendo.

"Ho bisogno di te" dissi.

"Non posso tornare adesso"  rispose lui. Mi veniva quasi da piangere.

Da piangere non per la tristezza, ma per la disperazione. Ero isterica al solo pensiero di non poterlo più toccare. Mi faceva diventare pazza.

"Non è possibile! Tu non hai ucciso nessuno! Non è stata colpa tua" sbottai.

"Non è così semplice" cercò di calmarmi.

"Cosa sta succedendo?" dovevo sapere cosa stava accadendo a quel processo... avevo uno strano presentimento.

"Ci sono alcuni testimoni..." spiegò.

"Cosa dicono?" chiesi insistente.

"Sono parenti di lui... dicono di aver conosciuto mia madre... dicono che era una sua amica intima" spiegò.

"Che cosa vuol dire? Non capisco" dissi.

"Non si sa dove voglia andare a parare l'accusa... il mio avvocato sta portando avanti la legittima difesa, ma i parenti di lui vogliono fare appello... vogliono a tutti i costi i soldi di mio padre e non capisco il perché" rispose.

"Non è possibile..." mi appoggiai al muro. Mi mancava.

"Tornerò..." disse.

"Non sarà la stessa cosa però" dissi.

"Sì invece..." disse lui.

"Non dire cavolate" risposi acida.

"Per te la nostra relazione è stata una cavolata?" chiese a tono.

"No, ma..." Tentennai.

"No, ma sì" concluse la frase al mio posto.

"Possiamo parlare d'altro?" Chiesi.

LilyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora