Chapter 50

370 30 3
                                    

SECONDA PARTE: Detroit.

***

Sono passati molti anni da quando non sono più al liceo, sono successe molte cose e la mia vita è cambiata completamente da allora.

Io e Jace siamo cresciuti... Siamo stati costretti a farlo.

Mi sono diplomata, ho avuto un figlio a 19 anni ed io e suo padre ce l'abbiamo messa tutta per crescerlo.

Non è stato facile.

Ho dovuto mettere da parte gran parte dei miei sogni.

Ho sofferto, sono stata molto male... Soprattutto dopo il parto: ho avuto gravi crisi depressive e vedevo il mio psicologo un giorno sì... e l'altro anche.

Per fortuna Jace mi è sempre stato vicino... e anche le nostre famiglie.

Il padre di Jace, Steven, ci ha dato una mano economicamente e i soldi non sono mai stati un grande problema.

Dovevo tutto a Steven e gli ero eternamente riconoscente, ma sognavo anche io la mia indipendenza e con un po' di tempo, voglia ed organizzazione sono riuscita a laurearmi.

Seguivo dei corsi online di storia dell'arte alla Vanderbilt e quando potevo davo gli esami.

Ogni tanto riuscivo anche a fare qualche lavoretto part-time per arrotondare le spese.

Jace invece volle poter iniziare a lavorare fin da subito, diceva che per l'università poteva anche aspettare e che la cosa più importante era suo figlio.

Lavorava da casa per un'agenzia immobiliare di Nashville e nel suo tempo libero suonava con la band di Andrew, il che era fantastico perché il gruppo cominciava a farsi conoscere.

Capitavano sempre più ingaggi e andavano in trasferta fuori città molto spesso.

Col passare degli anni tra i miei ed i suoi risparmi, riuscimmo a mettere da parte abbastanza soldi per poterci trasferire.

Lanciammo una freccetta sulla cartina degli Stati Uniti per decidere dove andare a vivere e ci ritrovammo a Detroit.

Il Michigan era lo stato ideale per me: lontano dal Tennessee e vicino a Chicago, dove la band si esibiva più spesso.

Detroit era fantastica, avevamo un piccolo appartamento non troppo lontano dal centro, il massimo che potevamo permetterci.

Io avevo trovato lavoro in una piccola galleria d'arte privata; organizzavo eventi e nel frattempo tenevo d'occhio i grandi centri dell'arte. Detroit era piena di sbocchi in questo senso.

Il mio sogno era quello di poter andare un giorno a lavorare al Detroit Institute of Arts: il più importante museo del Michigan e tra i più importanti nel nord degli Stati Uniti.

Al suo interno erano esposte opere di Matisse, Van Gogh e Picasso e io adoravo l'arte europea, per me sarebbe stato un onore poter lavorare a contatto con quei quadri.

Trovai anche un piccolo negozio dell'antiquariato per poter fare una sorta di apprendistato per restaurare.

Si restauravano soprattutto mobili, ma ogni tanto capita a anche qualche vecchia tela di poco valore su cui potevo esercitarmi.

Pian piano riuscii a crearmi la mia vita e anche il mio gruppo di amici a Detroit.

A Jace invece, la città piaceva poco.

Gli altri componenti della band si erano trasferiti a Chicago e a Jace mancava poter stare con loro.

Avremmo potuto trasferirci anche noi, ma era molto costosa come città e non potevamo permettercelo.

LilyWhere stories live. Discover now