Chapter 42

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Il suo volto si paralizzò.

Stava tentando di elaborare quell'informazione.

Non lo avevo mai detto ad alta voce.

Aveva un suono molto più disgustoso di quanto mi fossi immaginata.

Era talmente assurdo che stentavo io stessa a credere alle mie parole.

"Cosa stai dicendo?" mia mamma quasi sussurrò. Sembrava non riuscire a parlare.

Si sedette di nuovo e mi guardò dritta negli occhi.

Il mio volto era pieno di vergogna.

Avevo paura che non mi potesse credere, e anche se contro la mia volontà, mi vergognavo di essere stata toccata da mio padre.

"Qualcuno ti ha... ?" non riusciva a chiedermelo.

Le lacrime scorrevano sul mio volto, ma non dicevo assolutamente nulla.

La situazione parlava da sé.

"Papà..." la voce mi si strozzò in gola.

Si coprì la bocca con una mano. Non mi chiese se stavo mentendo, forse pensava che non avrei potuto inventarmi una cosa così, o forse, infondo, sapeva anche lei che era stato mio padre.

"Quando?" Il suo sguardo era vuoto, la sua mente stava viaggiando indietro nel tempo per cercare di ricordare mio padre.

Presi un respiro profondo. Io non volevo ricordare, non volevo dover vivere con il costante ricordo di quelle orribili notti.

Mi alzai in piedi e mi avvicinai al lavello guardando fuori dalla finestra.

Faticavo a camminare e a respirare, mi sembrava di essere tornata a quella sera.

"Lily..." mia madre mi incitò.

"La notte in cui è morto" dissi voltandomi a guardarla.

Distolse lo sguardo dal mio, non riusciva a reggerlo.

"Oh mio dio..." sussurrò.

Restò in silenzio qualche istante.

"È suo?" mi chiese con un fil di voce, voltandosi a guardarmi, aveva gli occhi lucidi.

"Non lo so" risposi "forse di Jace, ero con lui... prima che accadesse" ammisi asciugandomi le lacrime singhiozzando "voglio fare un test di paternità" dissi.

"Perché non me l'hai detto?" mia madre sollevò lo sguardo verso il mio.

"Cosa?" la guardai "Che papà mi ha... Mi avresti creduto?" stavo per rimettermi a piangere.

Mi sorprendeva parecchio il fatto che non dubitasse delle mie parole, come se fosse scontato il fatto che fosse stato mio padre a toccarmi.

Non riuscivo a calmarmi.

La mia mente era annebbiata dal dolore.

Continuavano a ripetersi nella mia testa le immagini in macchina, nel letto e del suo cadavere poche ore dopo quell'orribile notte.

La sensazione di inquietudine e paura mi avvolgeva la pelle e raggiungeva il cuore.

"Jace lo sa?" Mi chiese "qualcuno lo sa?" Chiese ancora.

"Forse Josh... la prima volta ha visto il mio pigiama sporco di sangue" dissi, singhiozzavo e la voce era rotta in gola.

"Cielo! Prima volta? Quante volte ci sono state esattamente?" Mi chiese massaggiandosi le tempie.

LilyWhere stories live. Discover now