Chapter 48

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Quando lessi i risultati del test di paternità rimasi sconvolta.

Lo sarei rimasta in entrambi i casi ovviamente... ma vedere scritto nero su bianco che il padre di mio figlio era la persona che amavo e non qualcuno che odiavo era un'emozione sconcertante.

Era di Jace.

La notizia mi rendeva tanto felice quanto terribilmente disperata.

Non potevo tenerlo e non potevo stare con Jace.

Lui era mio fratello ed entrambi dovevamo accettare la cosa e ricominciare da capo.

Era passata una settimana da quando conobbi i risultati e Jace non poteva venire per accompagnarmi in clinica per l'operazione.

Era ancora in Inghilterra per quel dannato processo.

Era innocente. Lo sapevo.

Provai a chiamarlo la sera prima, ma non rispondeva... Probabilmente per via del fuso orario.

Avrei voluto che mi fosse stato vicino.

Me l'aveva promesso.

Non sapevo nulla di come fosse andato il processo.

Mia mamma continuava a stressarmi per l'operazione e io cercavo di non pensare al fatto che si intravedeva già un gonfiore che di lì a poco non si sarebbe più visto.

L'operazione sarebbe stata quel pomeriggio.

Mi era bastato restare incinta per due mesi per capire quanto fosse importante la decisione che avevo preso.

Lo sentivo vivo dentro di me.

Era solo una sensazione chiaramente.

Nulla di reale, Lily, è solo nella tua testa. Dopo che ti avranno operata te ne dimenticherai. Mia madre continuava a ripetermi la stessa cosa da giorni.

Non la sopportavo più.

Era mio figlio.

C'era. Esisteva... E se adesso dovevo abortire era anche colpa sua.

Scesi in cucina per la colazione.

Mia mamma stava preparando il caffè.

"Buongiorno" dissi stropicciandomi gli occhi.

"Buongiorno, sei pronta per oggi?" Mi chiese.

Continuava a far finta di niente, anche se io non avevo smesso di odiarla per quello che mi aveva fatto.

Jace era mio fratello e lei me l'aveva tenuto nascosto.

Non l'avrei mai potuta perdonare per una cosa simile.

Era troppo tardi per il perdono, ma a lei non importava, continuava a fare finta di niente, come se non ci fosse nulla da perdonare, come se la colpa fosse soltanto mia.

"No" risposi acida guardando fuori dalla finestra.

"Lily, avanti non cominciare a fare la scontrosa" disse versandosi il caffè in una tazza.

LilyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora