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Esco dal portone e scendo i gradini alzando di poco il vestito, giusto per evitare di inciampare e finire in ospedale con qualche osso fuori posto.

Quando punto lo sguardo di fronte a me, rallento però involontariamente i passi al gesto di Paul che sorride, nel leggero buio della strada e apre la portiera dell'auto rossa, per me. E' stretto in uno dei suoi smoking neri; una camicia bianca e una cravatta nera gli danno un'aria più elegante del solito. Ed un dettaglio sul suo viso, coglie particolarmente la mia attenzione.

«Hai tolto la barba?»

Il suo sguardo che vaga incerto sul mio vestito, non mi passa inosservato, ma lo distoglie subito e scrolla le spalle.

«Sì, sto male?»

«Se il tuo intento era sembrare più giovane, ci sei riuscito.»

Arriccia le labbra e alza gli occhi al cielo, «mi stai dicendo che solitamente sembro vecchio?»

«Questo l'hai detto tu.»

Ridiamo e quando mi muovo per entrare nell'auto, la sua voce mi ferma un'istante.

«Stai...» si blocca incerto, con quella stessa aria imbarazzata che aveva quando è entrato nel mio appartamento, «stai bene, stasera.»

Non rispondo, ma deglutisco osservando ancora il suo nervosismo mentre con una mano mi invita definitivamente a sedermi sul sedile.

La villa di Thomas Delgado è particolarmente imponente e freddamente bianca, che riesce a farmi sentire sulla pelle una folata di vento. Sosto all'ingresso sui miei tacchi a spillo mentre vedo quanta eleganza si propaga all'interno, tra il mobilio e la gente messa in tiro per l'occasione.

Una volta dentro, qualsiasi cosa, è così costosa e delicata che quasi vorrei camminare scalza e in punta di piedi, per paura di poter rovinare quel pavimento marmoreo lucidato alla perfezione. Anche la gente stessa, è così intenta a mantenere un certo atteggiamento, che sembra quasi possa rompersi in qualsiasi momento.

Questa villa è come una vetrina e la gente è esposta come il più prezioso servizio di porcellana costoso.

Tutto ciò, non mi fa sentire per nulla fuori luogo, poiché il vestito lungo oro che indosso, mi rende sicura di me. Più che altro sento la strana agonia della gente che da l'impressione di esser più attenta a guardarsi apparire, piuttosto che a discutere di chi realmente è. Sento sulla mia schiena nuda, a causa dello scollo del vestito, quella strana sensazione di volere la normalità in mezzo a tanta finzione.

E mentre cammino con Paul al mio fianco, verso un lungo tavolo dove servono della sangria; la persona realmente più elegante e che sembra fregarsene di tutto quello che succede intorno a sé, la vedo di spalle appoggiata a una parete mentre sorseggia quello che sembra un amaro.

Indossa un pantalone elegante nero, e una giacca bianca che arriva a sfiorargli il cinto. I capelli ricci, sostano sul collo e combatto con la voglia di volerlo vedere a tutti i costi in viso. Ma l'ansia che provo mentre osservo meglio le sue spalle larghe, mi fa tirare indietro qualsiasi desiderio.

«Eccoli, gli ospiti più belli di questa serata.»

La voce del signor Thomas ci raggiunge e siamo costretti a voltarci e sorridergli.

Prende il palmo della mia mano e lo avvicina alle sue labbra, senza però toccare la mia pelle.

«Felice di averla qui con noi, signorina Scott.»

Ritraggo la mano sorridente, mentre lui inizia a scherzare con Paul.

Nel frattempo, ancora inspiegabilmente curiosa, mi volto a guardare oltre le mie spalle per ripescare tra tutti, la persona che aveva catturato la mia attenzione qualche secondo prima. Lo trovo nella stessa posizione precedente, ma ora non mi da più le spalle; riesco a vedere il suo volto ed i suoi occhi sono intenti ad osservare me e Paul, in un modo che non riesco a decifrare.

𝘿𝙚𝙫𝙞𝙡'𝙨 𝙂𝙡𝙤𝙬 || hsWhere stories live. Discover now