Epilogo

675 53 57
                                    

Un anno dopo

Washington, USA

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Washington, USA



«Di qua.»

Seguo l'uomo alto, elegante, soffocato da uno smoking nero che intrappola la stazza grande e i muscoli decisamente allenati. Camminando lungo il corridoio del luogo dove si terrà la presentazione, becco uno specchio lungo per metà parete e osservo la mia figura agitata e allo stesso modo serena. Il vestito nero senza spalline, cucito su misura per le mie curve, scende stretto fino a sotto le natiche per poi ammorbidirsi fino a tuffarsi in un morbido e non lungo strascico che solletica il pavimento lucidato alla perfezione. Sistemo i capelli dietro le spalle, le onde ricce galleggiano rigide.

L'uomo apre una porta bianca placcata di un bianco pulito, che mi rifiuto anche solo di sfiorare per non rischiare di lasciare qualche impronta. Il pomello è in oro con un qualche disegno lavorato, e quando finalmente apre il passaggio e mi lascia entrare per prima, augurandomi una buona serata con un sorriso leggero e cordiale, un ambiente lussuoso ma per niente soffocante o che mi fa sentire in imbarazzo, si prende la mia totale attenzione.

Il tetto è alto, rivestito da affreschi dipinti così alla perfezione, che se penso a quanto tempo e quanta dedizione è stata dedicata loro per crearli, mi vien in mento solo a quanto banali siamo noi a volte che per rincorrere un sogno, ci stanchiamo alla prima difficoltà.
Ai lati della sala centrale già gremita di gente che mi sorride emozionata e fa un inchino con la testa educatamente, ci sono due stretti corridoi lungo i quali delle arcate prepotenti, sono sostentate da pilastri pittoreschi.

In esposizione, tra i vari banchi allestiti appositamente, centinaia e centinaia di copie del mio libro.

«Così, oggi è il tuo giorno.»

Mi volto e Robert è qui accanto a me. Un cameriere si avvicina all'istante, porgendoci un vassoio con flûte pieni di bollicine. Rifiuto cordialmente, mentre Robert ne gusta una.

«Sembrava impossibile. Ma ce l'ho fatta.»

«Dopo tutto quello che hai affrontato, pensi ancora ci sia qualcosa di impossibile?»

«Già.»

Il brusio della gente cessa mentre io e Robert continuiamo a scambiare qualche parola. Diamo un'occhiata intorno, c'è un gruppo di musicisti che prende posto in fondo, e inizia a suonare delle musiche gradevoli all'ambiente. Sorrido, quasi non accorgendomene.

«Ti vedo felice», pronuncia Rob osservandomi con fierezza, «te lo meriti.»

«Lo sono anche grazie a voi, che mi siete stati vicini.»

E mentre lo dico, osservo Candice stringere la mano di Zayn che con l'altro braccio, tiene stretto a sè Alex. Il loro meraviglioso bambino. Si fanno spazio tra la gente e la bionda si fionda euforicamente ad abbracciarmi.

𝘿𝙚𝙫𝙞𝙡'𝙨 𝙂𝙡𝙤𝙬 || hsWhere stories live. Discover now