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«Finalmente, fiorellino. Mi sei mancata!»

Charles mi abbraccia e mi bacia la nuca quando raggiungo la mia postazione. Mi sforzo di sorridere mentre alle sue spalle vedo Jake mandarmi occhiate provocanti che mi fanno alzare gli occhi al cielo. Tornare a lavoro, è come tornare alla normalità, evadere per qualche ora da ciò che è successo in questi ultimi giorni.

Ho quasi ucciso una persona, e per questo non ci dormirò su per i prossimi anni. Di nuovo.

«Tocca a me Charlie, scollati.» Jake spinge giocosamente il più piccolo via da me, e mi abbraccia.

«Stai bene?»

Rimango di pietra, «sì.», cerco di essere convincente. «Ragazzi, mi sono assentata solo per una sera, non un anno.»

A lavoro non c'è molta confusione, gli ordini non sono tanti, la gente è tranquilla, l'aria è serena.

«Hai sentito la novità, fiorellino?»

«Che novità?»

Charles ride beffardo, ma Jake lo fulmina con lo sguardo. «Charlie, ti faccio cadere tutti i denti.»

Li guardo divertita e invito il più piccolo a continuare.

Lui non smette di ridere e compie dei passi indietro facendo finta di aver paura di una reazione di Jake. Ma alla fine, rivela la novità.

«Jake ha inzuppato il biscottino nella tazza di Jocelyn!»

Quando Jake scatta nella sua direzione, il più piccolo sparisce correndo a nascondersi in magazzino ed io resto a bocca aperta.

«Giuro che volevo dirtelo» mi guarda il più grande allarmato.

«Non dovevi farlo per forza.»

«Non lo so, pensavo ti avrebbe dato fastidio saperlo.»

«Perché dovrebbe?»

«Siamo stati insieme-»

«Ma non ha significato niente, ne abbiamo già parlato.»

Mi regala un sorriso annuendo. Nel frattempo Charles ci raggiunge con il carico fra le mani e lo sistemiamo insieme.

«Quindi com'è?»

«Jocelyn? Meno di quello che pensavo.»

Alzo un sopracciglio e lui nota la mia aria scettica.

«Che c'è? Pensavo meglio, tutto qua.»

Scuoto il capo e una terza voce si intromette.

«Bene bene, guarda chi è tornata, quella senza telefono.»

Paul si siede al banco sorridendo.

«Vorrai rinfacciarmelo per tutta la vita?»

«Be' ha ragione», insinua Jake, «si può sapere perché non hai un cellulare come le persone normali?»

Mi porto due dita tra gli occhi, sospirando, nel frattempo anche Charles mi affianca e porta un braccio a circondarmi le spalle.

«Sono sicuro che l'abbia, ma che non voglia darvi il suo numero perché con le vostre manie di controllo, la chiamereste pure se tarda in bagno per cagare.»

«Charles, tu sì che mi capisci.»

«Sono il suo capo», Paul mi sorride con lo sguardo, «se non si presenta a lavoro senza preavviso, ho bisogno di spiegazioni.»

Jake annuisce. «Ed io sono il suo collega, devo sapere se dovrò spaccarmi il culo il doppio, per quella sera.»

Ancora una volta, Charles prende le mie parti.

𝘿𝙚𝙫𝙞𝙡'𝙨 𝙂𝙡𝙤𝙬 || hsOnde histórias criam vida. Descubra agora