Prologo

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La mia fronte è imperlata di sudore, il mio cuore è impazzito, rischia di esplodermi dentro al petto, insieme all'adrenalina che ora mi scorre nelle vene e la rabbia che mi fa vedere tutto nero.

Le mie mani tremano, così come le mie gambe, ed il pensiero del suo viso sfigurato mi porta a premere con più forza il piede sull'acceleratore.

Sento le ruote scivolare a vuoto, a causa del terreno bagnato e fangoso.

La notte è buia, la montagna è alta e la cascata di tempesta è testimone, insieme alla luna, di ciò che sta accadendo. Chiudo gli occhi e digrigno i denti, mantengo le mani strette al volante, le mie nocche sono bianche, e urlo frustrata sperando che la mia auto si muovi e si schianti contro quella davanti alla mia e che la faccia catapultare in fondo al fiume, portando con sè il mio incubo.

Ma non è così.

Lo sento tossire e lo vedo gettarsi fuori dalla sua auto. Rimango inerme sul sedile, a guardarlo mentre tenta di rimettersi in piedi, ma non ce la fa. Alza allora il capo e riesce a reggersi su un ginocchio. Mi guarda, mi incendia la vista ed io muoio di paura.

Il mio incubo è ancora vivo e quando so che devo far qualcosa, mi decido a racchiudere la paura in fondo al mio tunnel interiore e afferro la pistola sotto al sedile.

Esco deglutendo, tremando, e la mia figura si avvicina lentamente alla sua con la pistola puntata in direzione del suo dannato cuore. Quel cuore, che credevo puro, bello... che ho amato.

«Anche se ora muoio, ogni volta che guarderai lui, ti ricorderai di me. Io vivrò sempre; sul suo viso o sulla tua coscienza.»

Rilascia sulle labbra un sorriso sghembo mentre il sangue gli scorre da un occhio e gli sporca la pelle, solca la sua mascella, bagna il suo collo, si mischia alla pioggia gelida.

Quelle parole, mi tolgono l'ultimo briciolo di calma mentale e mi riesce ben difficile controllare il formicolio di nervi alle mani. Per questo, il mio indice si prepara a premere il grilletto, mentre digrigno i denti.

Ma prima che possa anche solo accorgermi che gli occhi del mio incubo si sono fermati su un punto a me sconosciuto, oltre il mio corpo, due spari mi fanno perdere un battito e mi getto a terra con le mani a coprirmi le orecchie.

Apro gli occhi dopo qualche secondo, lentamente, e il corpo del mio incubo ora giace inerme.

I proiettili però non erano miei. Lentamente allora, con poco fiato e con la testa a scoppiarmi, pianto un gomito sul terreno e mi volto.

Alle mie spalle, una figura travolta dall'oscurità degli alberi, e della notte, ha il braccio teso a mezz'aria e una pistola tra le mani.

E quando penso alla possibilità che possa uccidere anche me, si volta invece e scappa via di lì.

Non riesco a pensare lucidamente, i miei occhi sono ancora posati tra gli alberi, e non mi muovo. Non capisco cosa sia successo, quello che so è che devo fuggire.

Quello che ancora non sapevo, invece, è che questa notte mi avrebbe rovinato la vita, per sempre.

*


  •ᥫ᭡

Allora? Che dite? Prime impressioni? Prime sensazioni? 

Secondo voi chi è il suo incubo? E chi è invece quella figura che ha sparato? Vi prego di lasciare un commento, di votare, così che io possa capire se valga la pena continuare a pubblicare. 

Grazie sempre, V.

𝘿𝙚𝙫𝙞𝙡'𝙨 𝙂𝙡𝙤𝙬 || hsWhere stories live. Discover now