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Harry

«Lasciatelo dire, i tuoi capelli sono i più belli che abbia mai visto.»

Mi vien in mente di dirle solo quello, non appena la vedo uscire dal Black's.

Dannazione, è un'ora che l'aspetto qua fuori; che aspetto finisca il turno. Avevano detto, non più tardi delle due, ma erano le tre ed io ero rimasto lì ad aspettare come un coglione.

Non so comunque neanche perché io l'abbia fatto. Ma dopo alcuni bicchieri di amaro, bevuti per riuscire a togliermela dalla testa, ero finito solo per guidare stupidamente in strada e tornare nel luogo dove sapevo che l'avrei vista.

E ora sono appoggiato con le spalle al muro, che mi sistemo la giacca elegante e la guardo stretta nel jeans nero, aderente, che le fascia ogni forma che mi devasta. I capelli le ricadono lunghi e bellissimi sul giubbotto rosso bombato e non appena si volta, noto i suoi occhi sorpresi, blu come la notte che ci avvolge, che incombe nelle nostre teste. E che mi tolgono l'ultimo briciolo di sobrietà mentale.

Il silenzio pervade l'aria intorno a noi, nel frattempo che mi guarda con le mani nascoste nelle tasche e la mascella contratta. Sembra infastidita dalla mia presenza, ma non mi importa.

«Cosa ci fai ancora qua?»

«Mi piace la notte.»

«Sì. Ho notato.»

Mi viene da ridere, perché so che si riferisce alla scorsa notte quando ci siamo incontrati in strada, perché la sua auto aveva smesso di funzionare.

«Vuoi passarla con me?»

«Va' a casa, Styles.»

La sua voce esce incerta e mi do una piccola spinta staccandomi dal muro. Ma non appena cerco di avvicinarmi, lei scatta e si volta attraversando la strada poco illuminata e raggiungendo la sua auto.

Prima che possa aprire lo sportello, le circondo il braccio con una mano e la invito a voltarsi.

«Smettila», dice come prima dentro al Black's.

«E' la seconda volta che lo ripeti.»

«Allora sai che è ora di prendere in considerazione le mie parole, sul serio.»

«Se mi dicessi almeno a cosa ti riferisci...»

«Guardarmi.»

Lo dice con una leggera esasperazione. Inclino leggermente il capo e la osservo divagare nei miei occhi, come a cercare delle risposte, e non so quali.

«Guardarti?»

«Sì.»

E in effetti, io più la guardo, più sento che è lei.

«Perché ti infastidisce che io ti guardi?»

Deglutisce e si volta a tentare di perdersi nel vuoto della strada. Io resto davanti a lei, tendo il braccio e poso una mano contro la carrozzeria della sua auto.

«Perché ogni volta sembra che tu l'abbia fatto già un migliaia di volte. Ma non ho la più pallida idea di chi tu sia. Non riesco a scovarti, nella mia mente.»

Parla quasi in un sussurro e ammette i suoi dubbi e i suoi pensieri, di fronte alle mie consapevolezze.

Ora so che anche lei, come me, pensa d'avermi già incontrato. E questo, è un altro segno che mi conduce sempre più a lei. Ma mi ripeto che è impossibile e spero in ogni modo che sia così. Inoltre, mi sento fortunato di assorbirmi quelle parole e di bearmi dell'inaspettata confessione che mi riempie e aggrada.

𝘿𝙚𝙫𝙞𝙡'𝙨 𝙂𝙡𝙤𝙬 || hsWhere stories live. Discover now