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Stamattina la pioggia ha sostituito la neve, lasciandomi serena ma in tempesta dei miei pensieri. Osservo le migliaia di gocce d'acqua sbattere contro la finestra, mentre con il corpo dolorante immerso nella vasca da bagno che profuma di vaniglia, ripenso a tutto ciò che è successo negli ultimi giorni; dalla morte di Jake, alla scoperta di Andrès vivo. Fino alla perdita della spilla che il primo mi aveva regalato.

L'ultimo ricordo dell'oggetto, è minuti prima di entrare in casa di Andrès. Mentre Zayn dettava ordini avvertendoci dei ruoli di ognuno di noi, io la stringevo saldamente nella mia tasca, come a farmi dare conforto, forse anche coraggio.

Poi il nulla.

«Sarà sparita in mezzo alla neve, Hailey. Mi dispiace.»

Queste sono state le parole di Harry quando dopo aver accettato l'offerta di un passaggio in macchina, per tornare a casa, mi sono accorta di non averla e l'ho pregato di tornare indietro.

Ho ripercorso ogni passo fatto nella notte, tra gli alberi, fino a rientrare in casa di Andrès. Ho cercato anche nelle tasche dei suoi pantaloni come una disperata, ma niente. Come se non bastasse ho ispezionato invano di nuovo nel mio cappotto. Pur sapendo non fosse lì, speravo che rinfilando la mano per chissà, forse la decima volta, essa sarebbe spuntata come per magia.

E' un po' come quando hai fame, e vai ad aprire il frigo continuamente, sperando che qualcosa appaia.

Non è la fine del mondo, nella mia vita succede di peggio che perdere semplicemente una spilla. Il problema è che quella per me non era una semplice spilla. Mi è stata regalata da Jake, il mio migliore amico, il ragazzo che è morto per me, colui che ora mi manca tremendamente. E l'unica cosa che me lo faceva sentire vicino, ora è dispersa risucchiata dal ghiaccio.

Esco dalla vasca e avvolgo il mio corpo in un asciugamano, e sedendomi sul bordo cerco invano di rilassare i muscoli. Raggiungo la cucina dove addento una mela, e mi preparo un caffè latte.

E mentre la macchinetta, risucchia i chicchi dal container per poi farli scendere in liquido in tazza mescolandosi al latte, io mi perdo con gli occhi chiari alla finestra davanti a me. Ogni finestra è una scusa buona dove perdermi, dove cercare di guardare oltre.

Questa mattina, insieme alla tristezza e alla testa pesante, mi sono svegliata con un pensiero fisso poco chiaro; credo io possa definire questo più chiaramente come una sensazione, che come un pensiero. E difficilmente provo una sensazione sbagliata.

E' come se mi sentissi immobile, mentre tutto intorno a me viaggia a tremila e per questo tutto è poco palese, poco chiaro. E' come se ci fosse qualcosa che continuo a non cogliere, qualcosa che mi sta sfuggendo all'attenzione pur avendolo davanti agli occhi.

Nonostante ogni rivelazione, ogni scoperta, sento sempre come se mancassero tasselli. E be', se penso alla mia memoria persa come un tassello, effettivamente direi che è quello che mi fa avvertire questa sensazione. Ma per tutta la notte, mi sono giurata e ho compreso che non è affatto questo. C'è dell'altro, dell'altro che mi scappa via dalle dita, che non riesco ad afferrare e si sperde in mezzo alla confusione dei miei giorni.

E non ho nemmeno un'idea di cos'è che potrebbe essere.

Fermo il pulsante della macchina, appena in tempo per vedere l'ultimo goccio della mia bevanda fuoriuscire dal bordo della tazza.

«Diamine», esaspero tra me e me.

Ripulisco, butto il torsolo della mela terminata, e mi siedo sulla penisola soffiando sulla bevanda.

E di nuovo un'altra finestra di fronte a me. Solo che questa volta, il leggero bussare alla mia porta, non mi permette di tuffarmi in altri pensieri. E forse, per oggi, è meglio così.

𝘿𝙚𝙫𝙞𝙡'𝙨 𝙂𝙡𝙤𝙬 || hsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora