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«Senti», alzo immediatamente una mano nella sua direzione, iniziando a salire le scale per raggiungere il portone. Sento il suo profumo sempre più vicino. «Ho avuto una giornata di lavoro abbastanza pesante, ho bevuto più di quanto avrei dovuto e ora, che ti vedo doppio, l'ultima cosa che mi serve è sentire la tua voce fastidiosa che mi rifila delle scuse false. Quindi, tienile pure per te e buonanotte.»

Cerco di inserire le chiavi nella toppa, ma al terzo o forse quarto tentativo, il mazzo cade nuovamente per terra.

Prima che io possa anche solo compiere un minimo movimento, lui si abbassa sulle gambe per prenderlo. Poi lentamente, torna in posizione eretta e si appoggia con le spalle al portone, piazzandomi davanti agli occhi l'unico mezzo che potrebbe aiutarmi a fuggire via da lui. E che in realtà, sto segretamente ringraziando. Due figure di Harry Styles, sempre meglio che una.

La mia mano si avvicina per riprenderlo, ma lui ritrae il braccio e lo alza facendomi perdere così l'equilibrio. Mi aggrappo ai lembi del suo cappotto e deglutisco accorgendomi del suo viso vicino al mio, illuminato dalla penombra che crea il tetto sopra le nostre teste e non permette alla luce della via di colpirlo.

«Ogni scusa è buona per saltarmi addosso, vedo.»

Sbuffo in una risata e mi allontano dal suo petto.

«Ti piacerebbe.»

«Non lo nascondo.»

«Dammi le chiavi, Styles.»

Invece di fare come ho detto, abbassa il braccio e le chiude nella sua mano. Sul suo viso, come sul mio, non c'è ombra di divertimento. Anzi, il suo è piuttosto serio e inaccessibile a qualsiasi tipo di emozione.

«Okay», tento arrendendomi, «dì quello che devi, fai finta che accetterò le tue scuse e poi vai.»

«Pensi sia venuto per scusarmi?»

«A meno che tu non abbia qualche tresca amorosa con una delle vecchiette del palazzo, allora sì.»

«E per cosa dovrei scusarmi?»

Alzo un sopracciglio, «per il tuo comportamento da stronzo alla festa, forse?»

«Voglio che mi ascolti.»

Sbuffo e mi appoggio anch'io contro il portone, sentendo la testa viaggiare per i fatti suoi.

«Io non voglio ascoltarti.»

Serra la mascella mentre la me interiore ride vittoriosa di star giocando con la sua pazienza. Ma questo, non dura molto.

«Bene», si stacca dal portone e inizia a scendere le scale, nel frattempo lancia il mazzo di chiavi in aria e lo riafferra.

«Che stai facendo?» Lo guardo mentre a grandi falcate va' via. «Dove vai?!» Allargo le braccia e le lascio ricadere lungo i fianchi.

«Se vuoi le chiavi, devi venire a prenderle.»

Impreco digrignando i denti. «Lo sai che posso suonare Candice e farmi ospitare, vero?!»

«Non lo farai.»

«Styles!» Lo richiamo quando lo vedo svoltare l'angolo.

Mi precipito giù per le scale, sputandogli insulti a distanza.

Corro fino a svoltare anch'io l'angolo, ma di lui, neanche l'ombra. Rallento quindi la corsa, guardandomi intorno allarmata. Il vicolo è buio, non c'è anima viva.

«Harry», chiamo guardando dietro le auto parcheggiate.

Mi stringo nel giubbotto sempre più infreddolita.

𝘿𝙚𝙫𝙞𝙡'𝙨 𝙂𝙡𝙤𝙬 || hsHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin