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«Non posso crederci che per farti entrare in casa mia ti ci voleva un limone con Harry Styles. Che poi tu sia qui alle tre di notte, non è normale, ma è un dettaglio sul quale ora possiamo decisamente sorvolare.»

Seduta sul divano di Candice, a sorseggiare della cioccolata calda la quale caffeina sicuramente non mi lascerà dormire in pace, cerco di allentare i nervi. Spero che il sapore dolce del cioccolato, mi aiuti a contrastare e toglier via, quello delle labbra di Harry che mi rimane sulla carne come una tinta irremovibile.

«Metti che io voglia aiutarti, Candice...»

Mi guarda confusa dall'improvviso discorso che porto a galla. So d'esser stata una stronza orgogliosa quando l'ho mandata via stamani, in quel modo. E fossi stata al suo posto, ora mi sarei mandata a quel paese con una delle sue torte al cioccolato spalmate in faccia. Aveva toccato l'unico e più grande punto debole con la questione di mio padre. Ed io, quando mi sento troppo esposta, fuggo via.

Dopotutto, penso abbia ragione. Sono pronta seriamente a rischiare tutto?

«Da dove, o con cosa dovremmo iniziare esattamente?»

«Be', questa è una domanda per la quale non ho alcuna risposta.» Porta le gambe al petto, leccando i residui di panna dal cucchiaino. Lascia la tazza ancora fumante, sul tavolino da caffè. «e sia chiaro, io ho sempre una risposta a tutto. Il punto è questo. Pensare che Delgado non fa mai nulla di scontato.»

«Oh, facile.» Mormoro sarcastica.

«Sì be'... dobbiamo pensare come lui. Entrare nella sua testa.»

Ho la testa a soqquadro. Candce continua a ragionare ad alta voce. Gli ingranaggi del mio cervello vanno ora a tremila. Se solo fosse possibile, li bloccherei per evitare il dolore ed il fastidio che sento, nel percepirne tutta la pesantezza e la difficoltà che usano per aiutarmi con certi pensieri, per certi discorsi e problemi, che sono più grandi di me e della ragazza che mi sta accanto.

«Forse è proprio questo il problema.»

Mi becco la sua totale attenzione. «Spara.»

«Noi crediamo non faccia mai nulla di scontato. E se lui facesse il non scontato in mezzo a quello che per noi, invece, lo è?»

Alza entrambe le sopracciglia facendomi credere di aver compreso tutto. Ma poi assottiglia gli occhi.

«Non capisco.»

Abbandono la mia tazza accanto alla sua. Sento come se improvvisamente gli ingranaggi si siano bloccati e una lampadina, invece, si sia accesa rendendomi più chiari alcuni punti.

Di nuovo come stamattina, infatti, i miei occhi si illuminano e forse tutti quei bicchieri che ho bevuto di troppo, mi son serviti a farmi ragionare più lucidamente di quanto credessi di poter fare.

«Hai detto che lui ha tutte queste proprietà, con il solo scopo di preservare il suo segreto. Più l'estensione della ricerca aumenta, più ci si disperde. Ora, se io volessi ragionare come tutti, e volessi scovare questo segreto, inizierei a cercare ogni sua proprietà. Indagherei e poi varcherei quelle soglie per concretizzare le mie ricerche, no?»

«Ma cercare in ogni proprietà di Delgado, sarebbe come cercare un ago nel pagliaio. Sono troppe!»

«Esattamente. E' proprio ciò che voglio dirti. Se lo facessi, ci impiegherei probabilmente anni e anni, prima di trovare qualcosa perché – come sappiamo – Delgado possiede beni ovunque. Italia, Spagna, Svizzera, Germania, Giappone. Quindi la gente a un certo punto, perde ogni speranza e molla le ricerche, poiché apparentemente infinite.»

𝘿𝙚𝙫𝙞𝙡'𝙨 𝙂𝙡𝙤𝙬 || hsWhere stories live. Discover now