Capitolo 2 - Una piccola macchia di sangue in una distesa di neve

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~ Lydia ~

Odiavo il caldo più di ogni altra cosa e di come sembrasse agosto in una giornata di metà novembre ancora non me ne capacitavo. Per la prima volta riuscii ad aprire gli occhi prima che il suono della sveglia iniziasse a risuonare per tutta casa, ma se ciò era accaduto era solo ed esclusivamente per colpa del caldo che avevo iniziato ad avvertire tra le mie amate coperte.
Era giovedì 18 novembre. La data sul mio calendario era segnata in rosso e, nonostante fossi per la maggior parte delle volte sbadata e smemorata, non potevo di certo dimenticarmi del "grande evento" che si sarebbe svolto in mattinata.

Dopo essermi alzata dal letto, mi presi un minuto per osservare il mio nuovo completo bianco perfettamente stirato e appeso con la gruccia al mio armadio, del quale andavo particolarmente fiera. Appena catturò la mia attenzione in negozio capii immediatamente che sarebbe stato perfetto per l'esame che avrei dovuto sostenere per diventare una psichiatra a tutti gli effetti e lo acquistai senza pensarci due volte.
Oggi sarebbe stato il mio ultimo giorno da stagista presso un manicomio nella periferia della città e tra una settimana si sarebbe tenuta la verifica finale.
Guardai ancora il completo nella sua perfezione e un sorriso spontaneo si formò sulle mie labbra non appena mi resi conto di quanto avevo lottato sodo per arrivare fin dove mi trovavo.

Non era stata solo una lotta contro lo studio intenso e la difficoltà del corso che avevo deciso di seguire... ma era stata soprattutto una lotta conto chi non credeva che sarei potuta arrivare fino a questo punto.

Al solo pensiero di quante me ne ero sentite dire e di tutte le volte che avrei voluto mollare, il mio sorriso rischiava di spegnersi come una fiamma di candela al vento. Ma, dall'altro lato, ero fiera della determinazione che ci avevo messo in ogni più piccolo dettaglio per raggiungere il mio obbiettivo.

Tra tutte le persone che non credevano in me, mio padre era il primo a non supportare il tipo di mestiere che mi accingevo a fare. Sosteneva di conoscermi bene, lui, e che per questo motivo lavori come quello della psichiatra non facevano affatto per me a causa del mio carattere e la mia indole estremamente sensibile.
Aiutare le persone sotto quel punto di vista è da sempre stato un sogno che avrei voluto realizzare e per questo, quando arrivò il momento di abbandonare il liceo, ero già bene a conoscenza di quale indirizzo di studi avrei dovuto portare avanti al College.

Dopo essermi stiracchiata per bene decisi di rinunciare all'osservare una foto dei miei genitori appesa al muro e mi precipitai all'armadio per capire che cosa indossare. Non era ancora arrivato il momento di conciarsi elegante, con degli orecchini lunghi e argentati e i capelli perfettamente lisci sulle mie spalle. Ancora una volta avrei dovuto portare addosso il camice da manicomio, con le penne inserite nel taschino in alto a sinistra e il quarto bottone di colore rosso.

Sì rosso.

Tutti gli altri bottoncini del camice erano di un colore bianco opaco e tendente dal giallognolo, l'ultimo invece era di bel rosso acceso e, ogni volta che lasciavo la divisa gettata malamente su di una sedia, quello stesso bottone risaltava rispetto a tutti gli altri e catturava immediatamente la mia attenzione. Questo soprattutto quando studiavo. Era come la mosca che mi distraeva dalle mie letture.
Oltre questo il bottone rappresentava un particolare in più che dava un pizzico di vitalità alla mia veste, come se le penne colorate nel taschino non fossero abbastanza.

Il manicomio nel quale avevo iniziato il mio percorso di stagista si trovava parecchio distante dal mio appartamento in centro e per questo ogni volta, per arrivarci, dovevo prendere la macchina; Un carrettino che nonostante l'età che aveva faceva ancora il suo lavoro e non mi aveva lasciata a piedi nemmeno una volta.
Tirai un sospiro non appena parcheggiai la mia auto. Guardai il mio riflesso nello specchietto prestando particolare attenzione agli occhiali neri sul mio naso e la crocchia disordinata che teneva insieme i miei lunghi capelli scuri. Nonostante quella mattina mi fossi svegliata prima del solito ero comunque riuscita ad essere in ritardo e a non trovare il tempo per sistemare la mia chioma fluente. Non avevo un aspetto così devastato ma comunque le occhiaie che si trovavano sotto i miei occhi, residui di una notte passata in bianco, facevano di certo la loro figura.

Beauty and the Beast || Loki Laufeyson Where stories live. Discover now