Capitolo 12 - Lady Lydia

479 30 11
                                    

~ Lydia ~

"Sta aprendo gli occhi, grazie al cielo..."

Non pensavo che sarebbe mai stato possibile provare tanto dolore e tanta confusione allo stesso tempo, ma come mi era già capitato con molte altre cose, fui costretta a ricredermi nell'esatto momento in cui cercai di aprire gli occhi e una luce molto intesa me lo impedì. Una forte fitta mi colpì la fronte costringendomi a voltare la testa di lato e a rilassare i muscoli del viso, troppo contorti per far sì che il dolore che stavo provando in quel momento potesse in qualche modo scomparire. Prima di tentare di nuovo di aprire gli occhi, cercai di sforzarmi il più possibile per capire che cosa fosse successo e perché mi stessi svegliando così stonata e confusa. Che ore erano?
Per quanto mi impegnassi a cercare di riportare dei ricordi alla mia memoria, non ci riuscivo o, forse, semplicemente non volevo farlo. In cuor mio speravo di trovarmi a casa, tra le lenzuola del mio letto. E quella stessa parte di me che cercava di convincermi del fatto che fosse stato tutto un brutto sogno, cercava di ignorare anche la voce di una donna che ringraziava il cielo per aver fatto si che potessi aprire gli occhi... e che faceva crollare lo scenario per cui io mi svegliavo nella mia camera da letto.

"Tesoro? Riesci a sentirmi?"

Una mano si posò delicatamente sulla mia guancia e una sensazione di calore si espanse lungo il mio viso, ricordandomi di come mia madre veniva a svegliarmi proprio in questo modo per mandarmi a scuola al mattino.

Strizzai gli occhi e mi portai le mani alla faccia per strofinarli, urtando il dorso dell'altra donna e, dopo averli massaggiati lievemente, riuscii finalmente a dischiuderli.
Le mie gambe erano stese sul materassino di un letto ed erano coperte da una coperta bianca. Non avevo idea di chi ce l'avesse messa e tantomeno dove mi trovassi.

Alzai di poco lo sguardo e sobbalzai nell'esatto momento in cui incontrai quello altrettanto confuso di una donna a me sconosciuta. Corrugai le sopracciglia e cercai di prendere le distanze da lei fino a quando ogni mio tentativo di muovermi da dove mi trovavo venne abbandonato, notando quanto fosse gonfia la mia caviglia lasciata fuori dal calore della coperta. Il lato sinistro del letto era abbassato sotto il peso di colei che mi guardava come se avesse rivisto sua figlia dopo tanto tempo, mentre io riuscivo solo a pensare alla mia caviglia probabilmente rotta.
Dietro la figura di lei, i miei occhi si persero nell'osservare le pareti del luogo all'interno del quale mi avevano portata. Nonostante un'ampia finestra riuscisse ad illuminare l'ambiente, sui muri erano state sistemate delle fiaccole e il colore scuro delle pareti contrastava con quello delle tende di seta quasi trasparenti che costeggiavano l'entrata di quella stanza parecchio alta.

Solo allora mi accorsi della presenza di due ragazze che ci stavano guardando. Una di loro aveva in mano una conca piena di acqua e l'altra invece un panno molto simile ad un asciugamano. Avevano entrambi i capelli raccolti e una lunga veste di colore verde pallido a fasciare i loro corpi.

"Dove mi trovo?" Domandai riportando la mia attenzione sulla donna che si era seduta al lato del letto, al mio fianco.

"Non ci pensare ora, puoi stare tranquilla."

La sua mano si posò di nuovo sulla mia faccia accarezzandola dolcemente. Ma, senza lasciarmi abbindolare troppo da quelle attenzioni, spostai leggermente il viso sentendo le sue dita sempre più distanti dalla mia pelle.
I capelli dorati di quella donna erano portati sciolti e sistemati in avanti, mentre alcune sue ciocche erano raccolte in due trecce unite dietro la sua testa. Aveva il viso segnato dall'età. Nonostante ciò erano poche le rughe che rendevano la sua pelle non perfettamente liscia, ma il tutto non contribuiva a spegnere la sua aria piuttosto giovanile.
Il suo modo di vestire, così come quello delle ragazze che ancora sostavano all'ingresso di questa stanza, mi ricordò particolarmente quello di qualcun altro...
Al solo ricordarmi della sua espressione un brivido mi percorse la schiena al punto da farmi venire la pelle d'oca e la donna che sostava affianco a me se ne accorse in un batter d'occhio. Afferrò la coperta e mi coprì la caviglia cercando di portarla più in alto e infine sospirò.

Beauty and the Beast || Loki Laufeyson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora