Capitolo 52 - Figlio della libertà

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~ Lydia ~

L'alba di quella mattina segnò finalmente l'inizio del terzo giorno dal verificarsi di quei tragici eventi e con il sole, sorse anche la mia volontà di uscire dal palazzo e abbandonare la mia stanza per un po'. Non appena un primo, timido raggio di luce squarciò il buio nella mia camera e mi accecò trapassandomi la faccia come una cicatrice, sorrisi e assottigliai lo sguardo. Sembrava che il sole mi stesse dicendo: "Ecco, sei contenta ora che sono arrivato?".
Avevo aperto gli occhi che il cielo era ancora azzurrino e avevo continuato a fissare l'orizzonte fino a quando questi non si fece più chiaro.
Ma sì, ero contenta, e senza nessuna fatica mi alzai per concedermi una boccata d'aria. Asgard era ancora dormiente a quell'ora del mattino.

Erano cambiate molte cose senza che me ne rendessi conto. Il tempo era trascorso inesorabile e aveva deciso di non aspettarmi, lasciandomi indietro e senza aiutarmi a venir fuori dal passato.

Fandral era stato chiuso in carcere. Odino aveva scelto, di nuovo, di non tenere alcun processo, rinchiudendolo la notte stessa in cui Loki lo aveva aggredito, senza battere ciglio. Era stata l'ultima volta in cui lo vidi, ma non in cui lasciai che la sua esistenza mi tormentasse. La consapevolezza che lui era ancora lì, sotto di me, nelle celle, nei sotterranei, ad inveire e a sputare sentenze contro di noi, mi pungeva ogni notte come uno spillo che affondava nella carne. Doloroso e silenzioso.
Addormentarmi inizialmente fu un incubo, continuavo a svegliarmi durante la notte con la paura che mi stesse aspettando fuori dalla mia stanza, ma sapevo che non poteva essere vero e mi riassopivo con il battito del cuore un po' più accelerato e la fronte leggermente sudata.
Ma lo spillo era ancora lì.

Volstagg e Hogun erano venuti a trovarmi più volte nell'arco di quei giorni. Avevano il viso pallido, incredulo e mortificato per non avermi aiutata in nessun modo.
Ma li rassicurai con un sorriso dicendo loro che stavo bene e che era tutto finito. Per sempre. In fin dei conti avevo già il mio angelo custode.
Sif, invece, sembra essere sparita. Mi sovvenne di lei quando adocchiai, in mezzo ad un cespuglio, una rosa con il gambo pieno di spine che mi ricordò il suo sguardo costantemente giudizioso e carico di accusa. Non ne sentivo la mancanza.
Non cercai di capire dove potesse trovarsi né se fosse al corrente di quanto era accaduto. Mi augurai solo che stesse bene e continuai a camminare lasciandomi alle spalle il suo ricordo.

Come avrei dovuto fare con ogni cosa.

Dietro le mie spalle il palazzo brillava alla luce del giorno.

Non andavo più nelle prigioni al mattino presto. Mi ero dimenticata che cosa significasse avere gli occhi degli altri detenuti puntati addosso o sentirsi il corpo attraversare dal freddo gelido di quel luogo ogni volta che, lentamente, scendevo le scale per raggiungerlo. Quasi ne sentivo la mancanza... e quel senso di malinconia aumentava con la consapevolezza che non avrei mai più rivisto quelle quattro mura, impresse nella mia memoria come un graffio scalfito nel marmo. In quelle prigioni ci avevo lasciato una parte di me che inevitabilmente si collegava a tutte le parole e i silenzi che io e Loki ci eravamo scambiati dal mio primo giorno in questo regno.

Ma quel posto non mi apparteneva più.

Troppi cambiamenti mi resero estraneo un luogo così familiare e così vicino. Ora lì dentro era stato rinchiuso il mio incubo peggiore, mentre le sue catene erano state definitivamente spezzate.
Fu in quel momento che abbandonai per sempre le prigioni. Quando riconobbi in Loki un figlio della libertà.

Non era stato nuovamente rinchiuso per la mia gioia, il sollievo di Frigga e l'esasperazione di Odino. Lui che era come un'altra macchia di inchiostro in questo mare calmo. Tutto quello che era accaduto durante questi mesi si era schiantato con violenza contro il volto del Padre degli Dei rendendolo invecchiato e sfiorito. La barba bianca era diventata più lunga e il suo sguardo non mi sembrava più quello vispo e furbo di un tempo.
Nessuno era più come un tempo, nemmeno io, che avevo tagliato ogni legame con casa mia senza sapere che cosa stesse accadendo al di fuori di questo mondo e senza volerlo più abbandonare.

Beauty and the Beast || Loki Laufeyson Where stories live. Discover now