Capitolo 43 - Ti chiedo scusa

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~ Lydia ~

Era stata una concessione.
Un bisogno che dovevo necessariamente soddisfare e quando le mani di Loki iniziarono a sfiorare il mio corpo, si spense anche quell'unico barlume di buonsenso che mi era rimasto da quando mi aveva baciata.

Non c'era più nulla da trattenere. Ogni frammento di alterigia si era frantumato nel nulla, ogni goccia di orgoglio si era dissolta rapidamente lasciando spazio al desiderio. Alla più profonda bramosia che avevo per lui e per le sue attenzioni.

Ero ebbra.

E proprio quel senso di eccitazione fu in grado di sciogliere tutte le mie consapevolezze. Credevo di aver visto la sua presunzione cadere al suolo e distruggersi in tanti piccoli frammenti, convinta che non sarebbero più tornati. Ma quei cocci si erano presto riassemblati per coprire la sua debolezza.

Era stata una concessione.

Avevo avuto modo di vederlo privo di ogni difesa solo in quegli attimi carichi di passione, in quel momento lascivo in cui il suo unico pensiero era quello di sapermi bisognosa di lui e rendermi dipendente da ogni sua azione.

Ci eravamo lasciati in silenzio. Nessuno dei due aveva più spiccicato parola dopo quel suo secco "No. Non c'è assolutamente nulla." che aveva tutta l'aria di un avvertimento e, una volta raggiunta la mia stanza, Loki mi aveva baciato la mano e lasciato una rosa nera nell'altra.

Guardai il fiore nel vaso sottile sulla cassapanca vicino al letto e lo accarezzai. Mi era rimasto impresso tutto di quella sera. I suoi sospiri, i suoi occhi velati di piacere, le sue mani sul mio corpo. Ogni contatto sembrava essere stato scalfito sulla pelle, persino il tocco lieve del suo pollice contro la mia guancia.

Smisi di guardare quel fiore e mi misi in piedi.
Iniziai a cercare il fermaglio dorato con il quale avrei legato i miei capelli ma, invece del fermaglio, trovai il mio quadernetto con la rilegatura in pelle. Quello che Thor mi aveva regalato convinto che mi sarebbe servito a qualcosa.
E, in realtà, ne ero convinta anche io.
Ma tutte le pagine erano bianche.
Lo aprii e dentro non ci trovai assolutamente nulla.
La decisione di sfogliarlo mi aveva solo spinto un po' indietro nel tempo, a quando ero appena arrivata e, ripensare a quante cose erano cambiate mi faceva sentire malinconica.
Quel quaderno avrebbe dovuto parlare di Loki, dei suoi comportamenti e dei suoi segreti e, invece, oltre a qualche mia piccola considerazione e l'orso che vi avevo disegnato, non c'era scritto più niente.

Lo rimisi a posto senza indugiare oltre e abbandonando ogni volontà di voler ritrovare quell'aggeggio.

Uscii dalla mia stanza e assaporai il fresco dell'aria mattutina. Ero curiosa di sapere come si sentisse Thor dopo la festa di ieri sera o che fine avesse fatto Volstagg dal momento che a fine serata non aveva ancora totalmente smaltito l'alcol che scorreva nel suo corpo. Ma soprattutto, volevo vedere se qualcuno aveva rimesso in ordine la sala dei banchetti, anche se ero sicura di trovare tutto perfettamente in ordine.

Camminai per raggiungere la sala quando qualcosa catturò la mia attenzione.

Mi fermai davanti ad una porta semi aperta.

Rimasi a fissarla finché non decisi di affacciarmi e lì dentro, completamente nudo, Loki riposava sul materasso con le lenzuola a coprirgli il pube.

Mi affrettai ad entrare e a chiudere la porta alle mie spalle.
Era impazzito forse? Così chiunque avrebbe potuto accorgersi delle sue condizioni ma a lui sembrava non importare minimamente dal momento che si era addormentato con la porta aperta.

Dentro divenne tutto buio.
L'oscurità mi avvolse  senza nemmeno avere il tempo di abituarmi al nero che mi circondava ma il suo corpo svestito lo vedevo ancora.
Era una chiazza bianca adagiata su un mucchio di coperte morbide.

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