Capitolo 45 - Una goccia di liquore

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~ Lydia ~

Erano passati quattro giorni dall'accaduto. Quattro giorni senza di lui e nella mia stanza avevo iniziato a contare anche i secondi.
Non ero più andata a trovare Loki dopo le rivelazioni di Frigga e lui non si era fatto vivo. Non avrebbe potuto farlo. Odino lo aveva relegato di nuovo nella sua cella sorvolando il processo annesso a questa pratica e lui non sarebbe potuto uscire fino a nuovo ordine. Sempre se ci sarebbe mai stato un nuovo ordine. Ero riuscita ad evitare anche la volontà di Odino di parlare con me.
Non volevo saperne nulla di ogni cosa che gli saltasse in mente e, ogni volta che ci pensavo, mi costringevo a non dare retta al magone che mi si formava proprio nel mezzo della gola. Guardavo fuori dalla finestra e speravo che Thor avesse sciolto la lingua prima di me. Se lo avessi saputo sarebbe stato tutto più facile e avrei evitato di camminare in punta di piedi quando uscivo dalla mia camera per racimolare qualcosa da mangiare.

Più volte mi era venuta voglia di dolce.

Papà me lo diceva sempre: "Quando sei triste mangia il cioccolato. La sua dolcezza consola e la sostanza che il nostro cervello produce quando lo si mangia, e che genera piacere, è la stessa che si prova quando si è innamorati." Ma fui costretta ad abbandonare quel mio desiderio, ricordandomi che ad Asgard non c'erano dolci, tantomeno del cioccolato.

Ma forse avrei dovuto solo scavare un po' più a fondo nelle dispense e sarei riuscita a scovare qualcosa di buono.

Mi diedi una veloce lavata al viso e uscii dalla mia stanza.

Il rumore dei miei sandali spaccava il silenzio ormai annidatosi in quel luogo da tempo.

Imboccai un corridoio pensando di poter raggiungere le cucine più in fretta ma mi bloccai immediatamente senza compiere un passo in più.
Più avanti si trovava la sua camera. Lo spazio più intimo che avrebbe mai potuto avere in questo palazzo.

Chissà se la porta era stata lasciata aperta.

Mi chiesi. Ma quella curiosità non venne mai soddisfatta. Mi voltai dando le spalle a quel corridoio e imboccando una strada totalmente opposta. Forse ci avrei impiegato più tempo, ma avrei preferito vagare in eterno per il palazzo come un'anima in pena piuttosto che anche solo avvicinarmi alla minima cosa che mi facesse pensare a lui.

Quando arrivai nelle cucine le trovai deserte. Ma più che cucine quel posto aveva tutta l'aria di essere un'osteria con tavoli, sedie e bicchieri sparsi ovunque in malo modo.
Forse ieri sera c'è stata un'altra festicciola.
Mi feci spazio in quella stanza piuttosto ristretta e mi avvicinai alle dispense. In quel momento mi accorsi di non essere completamente sola; Avrei potuto riconoscere la chioma rossa di Volstagg a chilometri di distanza. La sua schiena ricurva gli dava un'aria ancora più goffa e la sua testa era immersa negli ultimi scaffali della parete alla ricerca di chissà cosa.

Canticchiava allegro e, non appena si voltò con una piccola damigiana in mano, sobbalzò alla mia visuale cercando di nasconderla alla mia vista.

"Ah sei solo tu..."

Mi disse con un tono che non sembrava affatto deluso, piuttosto rasserenato e, dal modo in cui nascondeva il suo prezioso tesoro, ebbi la conferma del fatto che non stesse aspettando qualcuno.

"Ti dichiaro in arresto per crimini contro lo Stato. Guardie! Accorrete! Abbiamo finalmente catturato il famigerato ladro di vino!"

Ridacchiai accompagnata dalla sua risata, piena e sincera, che lo portò a tenersi la pancia con la mano.

"È la prima volta che ti vedo da queste parti. Cosa ci fai qui? Anzi, è la prima volta che ti vedo in giro dopo quattro lunghi giorni."

"Potrei farti la stessa domanda! Ma tranquillo... non sono qui per derubarti. Cercavo qualcosa di dolce da mettere sotto i denti."

Beauty and the Beast || Loki Laufeyson Where stories live. Discover now