Capitolo 14 - Sto iniziando a pensare che abbiate molte cose in comune

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~ Lydia ~

La forte luce del mattino mi costrinse a chiudere gli occhi e girare la testa dall'altro lato per non rischiare di diventare cieca da un momento all'altro. Il sole iniziò a levarsi lentamente, creando una bellissima sfumatura tra il chiaro del cielo mattutino e lo scuro del cielo notturno. Nonostante fossi stanca, non avevo chiuso occhio per tutta la notte ed ero rimasta a godermi la bellezza e la tranquillità del panorama asgardiano di sera. Era meraviglioso. La luna era molto più evidente da qui e l'unica cosa che mi diede l'illusione di essere a New York, per qualche istante, fu il vento che soffiava senza sosta tra le case di Asgard.
Era molto più forte e molto più freddo rispetto a quello al quale ero abituata, ma mi piaceva sentire come mi smuoveva i capelli e mi colpiva il viso quando entrava nella stanza dalla mia finestra spalancata.

Ero rimasta tutta la notte stesa sul letto circolare che le ancelle avevano preparato per me, per volere di Thor e della regina Frigga.
Non volevo che si dessero tanto da fare inutilmente. Sapevo che non sarei riuscita a riposarmi nemmeno per un istante e questo, non soltanto perché non riuscivo mai a dormire in un letto che non fosse il mio, ma soprattutto perché nella mia mente vagheggiava solo e soltanto un pensiero.

Thor mi aveva supplicata di restare ad Asgard.
Sosteneva costantemente che io sarei potuta essere l'unica in grado di far parlare Loki e di fargli spiegare le cose come stavano. Lui aveva bisogno di sapere di più sulla sua situazione e sul perché si trovasse in quel manicomio con una falsa identità. Ma la loro mancanza di dialogo e il loro mancato amore fraterno era un problema che non sarebbe stato risolto da me in nessun modo. Soprattutto dopo avergli ripetuto i motivi per i quali io non sarei potuta rimanere nel suo regno.
Asgard era meravigliosa e nessun posto come questo era riuscito a trasmettermi così tanta tranquillità anche solo guardandolo. Ma la bellezza surreale di questo luogo non riuscì a fungere da motivo valido per farmi restare e questo Thor non riusciva a farselo andare giù.

Non era tranquillo in nessun modo e forse, l'unica soluzione possibile al suo stress, era dirgli che lo avrei aiutato con ogni mezzo possibile. Lasciarlo da solo e in balia di se stesso non era corretto, mi dispiaceva per lui e provavo pena. Magari non sarebbe mai riuscito ad arrivare alla verità che pensava si celasse dietro la "maschera" di Loki, ma il solo pensiero dei miei genitori preoccupati e in ansia perché non ricevevano mie notizie da settimane oppure da mesi, fu l'unica cosa che mi convinse fino in fondo dell'idea per cui tornare a casa sarebbe stata la cosa migliore da fare.
Ma Thor non sembrava demordere.

Con un po' di fatica mi alzai dal letto e mi misi dritta, iniziando a lisciare la sua superficie per far scomparire le rughe che avevo formato su di essa perché mi ci ero stesa sopra.
Continuai a ripetere quel gesto fino a quando la porta della mia stanza non si aprì improvvisamente e di scatto, portandomi a voltarmi spaventata. Era Thor.

Mi presi qualche secondo per osservarlo e rendermi conto di come in mano avesse dei vestiti e un piatto con sopra una ciotola. Istintivamente, portai la mano sul cuscino e mi sedetti di nuovo sul materasso. Probabilmente avevo sbagliato o avevo dato troppo nell'occhio. Lo sguardo di Thor, infatti, si fece lievemente truce e sulla sua fronte si formarono delle rughe di espressione.

"B-buongiorno..." sussurrai per spezzare la tensione.

Il biondo avanzò nella stanza lasciando aperta la porta.

"Credevo di trovarti ancora a letto a riposare. Non era necessario mettere in ordine, a quello ci avrebbero pensato le ancelle."

Beauty and the Beast || Loki Laufeyson Where stories live. Discover now