Capitolo 53 - Scacco matto

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~ Zero ~

Quando Lydia vide il villaggio per la prima volta ebbe la sensazione di trovarsi dinanzi ad una cittadina medievale, quel periodo storico che le era entrato nel cuore e che sembrava essersi materializzato davanti ai suoi occhi.
Lo guardava con occhi brillanti mentre si lasciava scivolare addosso la preoccupazione di poco prima.
Aveva abbandonato il Bifrost con Loki senza guardarsi indietro e ridacchiando al pensiero che Heimdall avesse fatto il diavolo a quattro per lasciare libera la sua postazione. Guardava le bancarelle piene di frutta, guardava i fiorai che urlavano e componevano mazzi di fiori bellissimi e guardava i libri sistemati su un piccolo tavolino.
Si lasciò riempire da quella semplicità e iniziò a sfogliare quei codici scorgendo le lettere di un alfabeto che non le apparteneva.

In quel momento, una donna dietro il bancone si piegò verso di lei e le parlò.
Era asgardiano e il suo tono alto la faceva sembrare agitata sebbene i tratti del suo viso non avessero, all'apparenza, nulla di grottesco.

"Cosa sta cercando di dirmi?"

Lydia si voltò.
Alle sue spalle, Loki emerse dal suo stato di trance e si avvicinò a lei con aria solenne, lasciando che il mantello appeso alla sua tuta sollevasse un leggero palmo di polvere dalla strada. Si sentiva il cuore pieno, l'aveva guardata e ammirata come se fosse un dipinto e aveva messo da parte la sua angoscia. Lydia non era più triste, bloccata nel passato come un blocco di marmo, era viva, con le guance piene e rosse e il libro tra le mani. Ingenua come una bambina gli stava accanto. Nemmeno il mio peccato riesce a spegnerla. Pensò.

Il Dio passò gli occhi sulla donna al di là della bancarella. Agitava una mano e si teneva lo scialle sudicio con l'altra.
Non era sicuro si fosse accorta di lui e non appena si avvicinò maggiormente al corpo di lei, come se fosse il suo protettore, la donna si ritrasse tenendosi la mano sul petto come se stesse per avere un infarto.

"Signore!"

Esclamò con le guance lievemente pallide.
Nel corso degli anni aveva perso quasi tutti i capelli.
Lydia guardò quello che le sembrò essere uno spettacolo teatrale. La povertà della donna contro la raffinatezza del suo Dio. Ancora, Principe illegittimo di quel regno. Rise. Lo trovava divertente e Loki si riempì le orecchie di quella melodia.

"Chiedo venia per la mia sfacciataggine."

Si inchinò. C'era una leggera punta di terrore nei suoi modi di fare e Loki lo sapeva. Lo aveva riconosciuto. Mentre in lui montava il desiderio di schiacciare quell'essere sotto i suoi piedi.

"Se questa deliziosa fanciulla è in vostra compagnia io non intendevo mancarle di rispetto!"

Il Dio ripensò alle sue parole.
Oh no che noia, un altro topo da biblioteca... Hey tu! Perché non ti ritiri in qualche locanda? Dato il tuo aspetto ti divertiresti molto di più!

Le aveva dato della prostituita e questo gli fece salire il sangue al cervello.

"Non si divertirebbe più di quanto non farei io nel vederti rinchiusa in qualche gabbia dopo averti tagliato la lingua per ciò che hai detto." 

Rispose il Dio. Parlò in asgardiano, il suo tono era freddo e duro e Lydia avvertì una forte scossa al basso ventre, stemperata dalla curiosità di sapere il significato di quelle parole. Non lo aveva mai sentito parlare nella sua lingua e le piaceva, gli si addiceva in maniera impeccabile.

Beauty and the Beast || Loki Laufeyson Where stories live. Discover now