Capitolo 23 - Due amanti

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~ Lydia ~

New York City, America
Flashback

Presi un lungo respiro stringendo il bambino a me.
Le sue urla continuarono a perforarmi i timpani, così come le grida di un altro centinaio di persone che correvano da una parte all'altra per cercare rifugio. Non ne potevo più di quello strazio.

"Non piangere... hey non piangere. Guarda lì!"

Dissi accarezzandogli i capelli.
Improvvisamente, vidi l'armatura di Iron Man fare la ronda di un palazzo ancora in piedi; la sua figura fluttuava a mezz'aria. Tony Stark mi diede un ottimo pretesto per cercare di distrarre il piccolo, stretto ancora attorno al mio collo e lo indicai con il dito mentre disintegrava una di quelle creature terrificanti.

"È Iron Man... guarda quanto è potente." La sua bocca si aprì in una piccola O "Ci aiuterà. Devi essere forte come lui, se riusciamo a trovare un posto dove stare e se smetterai di piangere, il signor Stark sarà fiero di te!"

Gli occhi del bambino smisero di lacrimare nonostante fossero pieni fino all'orlo. Le sue labbra si piegarono teneramente verso il basso. "Il... signor Stark fiero di me?" Disse singhiozzando facendomi sciogliere il cuore. Gli accarezzai la guancia annuendo e guardai Iron Man un'ultima volta. Sapevo che non ci avrebbe mai visto quaggiù. Non sarebbe mai venuto ad aiutarci, ma qualcosa di buono ero riuscita a farla anche io: fortunatamente il piccolo non piangeva più. Me lo strinsi maggiormente al petto, sentendo come le sue mani si stessero aggrappando alla mia maglietta sudicia, e mi misi a correre verso un vicolo.
Era una stradina chiusa, con uno scacco di muro incastrato tra le estremità dei due palazzi.

Non era un posto sicuro, ma lì avremmo potuto prendere fiato per un secondo; almeno questo era quello che speravo di tutto cuore.

Senza indugiare ancora, raggiunsi quell'angusto spazio mettendo a terra il bambino. Respirai lentamente. Ancora non riuscivo a credere a tutto quello che stava succedendo. Ero in procinto di piangere anch'io. Volevo solo lasciarmi andare al turbine di emozioni che mi stavano assalendo in quel momento, senza dovermi domandare incessantemente se fossimo mai usciti vivi da questa situazione.
Mi sedetti per terra stendendo le gambe. Mi portai vicino il bambino per farlo sentire più al sicuro possibile e lui non oppose resistenza quando gli presi la mano e gli tirai lievemente il braccio verso di me.
Le orecchie iniziarono a fischiarmi, un fischio che mi faceva male alla testa. Chiusi gli occhi sentendo la tempia pulsare e portandomi istintivamente una mano sul punto dolorante, dimenticandomi completamente della ferita che avevo a causa della caduta di poco prima. Mi guardai la mano sporca di sangue e nulla, in quel momento, riuscì a frenare le lacrime che iniziarono a scendere copiose sulle mie guance. Tirai su con il naso e chiusi gli occhi.

Ero stanca, volevo dormire tranquilla, svegliarmi e trovarmi tra le mie coperte, circondata da una decina di cuscini. Ma quando aprii gli occhi, una visione terribile mi fece salire un conato di vomito incontrollato a causa della paura. Mi sentii lo stomaco sottosopra non appena una di quelle creature cadde in piedi davanti a me. Lo guardai dritto negli occhi.

Era un mostro.

Sapevo già che non mi sarei mai dimenticata i suoi occhi neri come il buio e il viso martoriato. Non sapevo dire se fosse una maschera, ma niente di ciò che stavo guardando mi sembrava essere una finzione. Il viso di quell'essere orrendo era squartato, libero da ogni strato di pelle. E il suo teschio era messo completamente in evidenza.
Tenni il braccio sul corpo del bambino per proteggerlo e indietreggiai non appena mi misi dritta. Quella bestia continuava ad avanzare, in mano stringeva una spada più grande di lui e la stava brandendo in aria. Era la fine.

Beauty and the Beast || Loki Laufeyson Место, где живут истории. Откройте их для себя