Capitolo 28 - Il riflesso di te stesso

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~ Lydia ~

Levarsi dalla testa una scena simile risultava qualcosa di piuttosto complicato, ma in un modo o nell'altro ci sarei dovuta riuscire. Chiusi gli occhi e strinsi le dita attorno alla struttura della colonna ma, sottrarre la mia vista alla visione di quella battaglia non migliorò la mia situazione.
La scena di Sif che quasi inumanamente tagliò la gola a quel prigioniero, imbrattando il pavimento di sangue, mi fece salire la nausea. Era la prima volta che qualcuno uccideva una persona davanti a me ed era la prima volta che riuscivo a trattenere un conato di vomito così bene.

Presi un lungo respiro e mi accasciai sul pavimento, ripensando a tutto ciò che era accaduto pochi attimi fa.

Tra le prime immagini che mi tornarono in mente non appena il mio sedere si scontrò con il freddo pavimento, ci fu l'espressione pietrificata di Thor formatasi sul suo volto quando quel soldato annunciò l'occupazione della stanza delle reliquie. Lo stesso soldato che un attimo dopo venne trafitto dalla spada del Traditore; una scena alla quale non assistetti grazie alla prontezza di Fandral, sistematosi in tempo davanti a me.
Thor era rimasto immobile così come anche Volstagg. Per qualche secondo pensai che avessero smesso di respirare e, dopo questo, ci fu un susseguirsi continuo di urla, rumore di carne trafitta, spade che si intrecciavano, oggetti che venivano rotti e l'arrivare di altri prigionieri.
Erano stati liberati tutti e ogni detenuto rinchiuso nelle prigioni di Asgard fino a quel momento, adesso costituiva un piccolo tassello dell'esercito del Traditore e del Giustiziere che, a palazzo, avrebbe compiuto una vera e propria strage.

Respirai piano con la paura che uno di quei prigionieri mi sentisse e venisse a trovarmi nel mio nascondiglio ma, nonostante tutto, mi sporsi dal colonnato per vedere cosa stessero facendo gli altri.

A ricoprire il pavimento del salone c'erano una decina di cadaveri, delle macchie di sangue e i residui della cena che avremmo dovuto condividere. Thor si voltò a guardarmi mentre faceva resistenza con il suo martello per respingere l'attacco di un nemico, sentii gli occhi riempirsi di lacrime e li strinsi non appena qualcuno lo attaccò alle spalle. Quel gesto venne accompagnato da un mio rapido voltarmi verso il muro, soprattutto perché tutto ciò che stava accadendo mi spaventava da morire e io non avevo la minima idea di come poterli aiutare.

"Va!...VA!"

Sentii dire da Thor in maniera molto forzata. Mi voltai un attimo nella sua direzione, giusto in tempo per vedere come dava una martellata al mento di quel prigioniero facendolo finire all'altra parte della stanza.

"VATTENE!" Mi urlò.

Non esitai oltre. Sussultai a causa del tono forte che aveva usato e mi misi a correre verso l'uscita.
Diversamente da come pensavo, i corridoi erano vuoti. Le mie orecchie continuavano ad udire i rumori delle lame delle spade graffiare una contro l'altra e iniziai a tremare lievemente per il freddo. Sapevo che, rimanendo in quella stanza, avrei potuto essere un vero e proprio peso per loro, ma non volevo lasciarli. Non volevo lasciare né Fandral né Thor.
Sarei rimasta dietro quella colonna con la paura incessante che un prigioniero potesse attaccarmi ma con la consapevolezza che loro erano ancora lì, a lottare per ristabilire l'ordine. Adesso, la paura che un detenuto potesse tendermi un'imboscata non era scemata, anzi, era incrementata dal fatto che ero rimasta sola, che non ci fosse nessuno a proteggermi e che nemmeno io sarei stata in grado di farlo, incapace com'ero. Ma a questo, si aggiungeva il timore di non avere più notizie dei due guerrieri. Mi sarebbe toccato vivere nel dubbio e nell'angoscia fin quando una guardia non mi avesse rivelato che entrambi avevano perso la vita durante la battaglia.

Beauty and the Beast || Loki Laufeyson Where stories live. Discover now