Capitolo 15 - Quella sua dannata corazza di sfacciataggine e testardaggine

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~ Lydia ~

Era passato un giorno da quando avevo avuto quello spiacevole incontro con Thor e Odino e da quando il re di Asgard aveva pronunciato la mia sentenza.
Da tutto questo erano passate soltanto ventiquattro ore, ore infinite in cui non ne avevo voluto sapere di uscire dalla mia stanza o di farvi entrare qualcuno. Nemmeno le ancelle per portarmi da mangiare. Ma, differentemente da quello che pensavo, nessuno mi aveva costretta ad uscire o a sbrigarmi a compiere il mio lavoro. Nessuna fretta, nessuna pressione.
Mi avevano lasciata sola e tranquilla così come volevo e, dopo aver rifiutato anche il pranzo oltre la colazione, non si era presentato nessuno per lasciarmi la cena.

Avevo passato tutta la giornata stesa sul letto e con la faccia contro il cuscino.
Piangevo in continuazione perché sentivo la mancanza di casa e volevo ancora che tutto questo fosse solo e soltanto un incubo.

Durante tutto questo tempo, l'unica che aveva tentato di avere un dialogo con me era stata Frigga. La sera prima si era presentata alla porta della mia stanza bussando due volte e chiamandomi altrettante volte per accertarsi del fatto che non stessi dormendo. Nonostante il mio silenzio, però, la donna decise di parlarmi comunque e io rimasi ad ascoltarla.

"Come ti senti tesoro?"

Era la prima cosa che mi aveva detto. Aveva il vizio di chiamarmi in quel modo. Non che non mi facesse piacere, anzi. Iniziai a pensare che Frigga fosse l'unica all'interno di quel palazzo che prestasse attenzione a comportarsi con un minimo di riguardo nei miei confronti. Ma il modo in cui mi parlava non mi faceva stare bene e non contribuiva nemmeno ad alleggerire la malinconia che gravava sulle mie spalle. Il tutto perché lei, con quei suoi modi dolci di fare, mi ricordava mia madre.
Proprio quella donna che, per volere di suo marito, avrei potuto rivedere anche tra moltissimo tempo e il tutto mi faceva salire di nuovo le lacrime agli occhi.
Non ne potevo più, le iridi mi bruciavano per il pianto continuo e io per prima mi ero data della stupida per come mi stessi comportando.

Dopo avermi chiesto come stessi, Frigga si scusò a nome di Odino per come mi aveva fatta sentire.

Era venuta a sapere tutto piuttosto velocemente. Certo, non potevo aspettarmi altro. In fondo lei era pur sempre la Regina di Asgard e, probabilmente, era stato proprio Thor a raccontarle tutto per filo e per segno.
Ma non volevo che Frigga facesse tutto questo per me e non doveva scusarsi al posto di chi aveva la colpa. Quando sentii quelle parole venire fuori dalla sua bocca... quello fu l'unico momento in cui mi venne in mente l'idea di alzarmi e aprirle la porta per farla entrare. Ma mi fermai.
Da Thor mi era stato consigliato di prendermi il tempo necessario per abituarmi a ciò che avrei dovuto affrontare e così stavo facendo. Se fosse stato necessario sarei rimasta chiusa in quella stanza anche per una settimana intera, ma sapevo che non sarebbe stato necessario tutto questo tempo. In fondo avrei solo dovuto comportarmi come una vera psichiatra. Nulla di più e nulla di meno.

Proprio per questo motivo decisi di rimanere ancora chiusa nella mia stanza e godermi il resto della serata da sola, promettendo a me stessa che dal giorno dopo sarei stata collaborativa e avrei iniziato le mie sedute con Loki.

Mi ripetei a mente la promessa che avevo fatto a me stessa e senza perdere altro tempo mi alzai dal letto e mi stiracchiai per bene, ricordandomi di un altro piccolo particolare.

Frigga mi aveva detto di aver lasciato delle cose per me fuori dalla mia stanza, specificando che nessuno le avrebbe toccate o spostate da lì a meno che non sarei stata io a prenderle.
Mi avvicinai alla porta e la aprì lentamente. Fuori da essa nessuno attendeva la mia uscita ma, in compenso, sul pavimento trovai degli altri vestiti puliti, dei gioielli e una spazzola per capelli. Mi chinai in avanti raccogliendo tutte quelle cose e portandole nella stanza con me, osservandole minuziosamente.
Erano rigorosamente fatte di oro; La spazzola così come anche gli orecchini, i bracciali, la collana e il fermacapelli. Non era un mollettone, ma uno di quegli oggetti antichi che usava anche mia nonna e che teneva a casa come pezzi d'antiquariato. Era bellissimo. Interamente lavorato e con una pietra rossa incastonata al suo centro.

Beauty and the Beast || Loki Laufeyson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora